A breve i nomi e i dubbi di VicenzaPiù sui debitori insolventi con BPVi, ora i dettagli del CorSera sui i primi 30 nomi rivelati dal Tg di La7: il Baronio di Don Paolo con 11 milioni tra "beneficiati" insieme a patron Zamparini
Sabato 21 Gennaio 2017 alle 12:00
Pubblicato il 21 gennaio alle 1.47, aggiornato alle 12.00. In passato VicenzaPiù si è occupata più volte di molti debitori della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca fortemente esposti con le due ora ex Popolari ma non ha avuto risposte se non parziali e generiche dai due Istituti, per cui ci riproponiamo di tornare in dettaglio e a breve sulle varie operazioni a rischio e su una serie di dubbi che le circondano. In tempi più recenti, comunque, è scoppiata la richiesta... popolare di conoscere i nomi dei grandi debitori insolventi con le varie banche italiane, quelli per intenderci che hanno beneficiato dei soldi arrivati nelle loro tasche facendoli "sparire" da quelle dei soci risparmiatori per i conseguenti buchi nei bilanci e l'inevitabile azzeramento di valore delle loro azioni. Questi buchi, che si sono accentuati anche per altri investimenti sbagliati dei Gianni Zonin di turno, per spese pazze di gestione e per strutture sovradimensionate, sono nati di sicuro dalla malagestio dei cda e dei dirigenti che hanno prestato soldi non loro a clienti inaffidabili.
Continua a leggereRcs all'editore Cairo col 48,8% delle azioni. E Il Manifesto torna alla sua cooperativa. VicenzaPiù: "è la stampa bellezza!"
Venerdi 15 Luglio 2016 alle 21:18
"All'ultimo giorno delle offerte su Rcs le adesioni comunicate da Borsa Italiana vedono la cordata Bonomi raggiungere con l'Opa il 37,7% circa del capitale, contando anche il 24,7% già detenuto dal veicolo Imh. L'Ops di Urbano Cairo raggiunge il 48,8%. All'Ops di Cairo sono state apportate 254,7 milioni di azioni (il 48,8% del capitale), mentre all'Opa Bonomi 67,48 milioni di azioni, pari al 16,7% dei titoli oggetto di offerta". Questo è il lancio Ansa che alle 21.18 ha sancito che, fatte salve le verifiche future sull'attuazione del suo progetto, un editore di professione, Urbano Cairo, si è imposto contro i cosiddetti "salotti" del vecchio modo di gestire la stampa italiana. Da domani Il Corriere della Sera e i suoi media "collaterali" potranno occuparsi dei lettori senza diktat di interessi che non siano quelli dettati da un piano editoriale che punti sulla crebilità dell'informazione per guadagnare consensi e risorse.Â
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Cairo su Rcs: "il nostro concambio permetterà agli azionisti di partecipare alla ristrutturazione. Sono in partita e combatterò"
Giovedi 26 Maggio 2016 alle 15:00
Rcs: Cairo, sono in partita, combatterò. Dopo ok Consob presenteremo piano "Sono in partita, vincere non so ma mi sento di combatterla". Così Urbano Cairo, dopo l'assemblea di Confindustria sulla battaglia per Rcs, sottolineando che la sua offerta e' diversa dall' altra. "Loro offrono 0,70 e basta, noi offriamo un concambio con le azioni Rcs" che permetterà agli "azionisti di partecipare alla ristrutturazione". Le nostre azioni, ha aggiunto, "hanno un valore, anche se sono sottovalutate". Appena la Consob darà l'approvazione, ha concluso, "presenteremo il piano e racconteremo bene quello che faremo". Continua a leggere
RCS, Urbano Cairo: si può fare bene e io so come si fa perché sono editore
Giovedi 12 Maggio 2016 alle 12:00
Rcs: Cairo, posso fare bene. Obiettivo Ops rimane 50% più un'azioneIn Rcs "si può fare bene e io so come si fa perché sono editore. Rcs non è mai stata gestita da un editore". Lo ha detto Urbano Cairo all'assemblea del 'suo' gruppo, aggiungendo che nell'Ops "l'obiettivo rimane il 50% più uno, non è cambiato minimamente"; a proposito della riduzione possibile al 35% del capitale più un'azione in adesione. "La nostra condizione dell'offerta pubblica di scambio rimane il 50% più una azione: semplicemente - ha spiegato Cairo - da regolamento abbiamo dovuto dire qual è la percentuale cui potremmo considerare di rinunciare a quella condizione. La condizione rimane. Non arrivando al 50% più una azione potremmo dire non rileviamo le azioni. Continua a leggere
Mediobanca, utile di 442 milioni nei nove mesi, in Borsa unico titolo in rialzo. Alberto Nagel: valuteremo quota in Veneto Banca se serve per Ipo
Mercoledi 11 Maggio 2016 alle 09:45
Mediobanca: utile 9 mesi a 442 milioni. Cala per contributo fondo risoluzione, profitti trimestre +58% Mediobanca segna nei nove mesi dell'esercizio 2015-2016 un utile di 442 milioni, in calo dai 466 milioni dell'anno precedente per effetto delle poste non ricorrenti legate al fondo di risoluzione (57 milioni). Il dato è superiore al consensus degli analisti finanziari, che stimavano profitti per 411 milioni. Stabili i ricavi a 1.519 milioni. Nel terzo trimestre, chiuso a fine marzo, l'utile sale a 121 milioni, in crescita del 58%, con un margine di intermediazione aumentato del 2% a 502,7 milioni.
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