Utente: Lucia
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Inviato Venerdi 4 Agosto 2017 alle 11:39
Scusate non capisco una cosa, forse per voi addetti ai lavori banale.
Le azioni di Veneto Banca valevano circa 40 euro.
Poi nell'arco di pochi mesi si sono ridotte a 10 centesimi.
Durante questa fase non si potevano vendere.
Mi chiedo: hanno sbagliato a fare i conti?
Come è possibile che il valore precipiti così tanto?
E' possibile che non basti già il fatto che le azioni sono passate da 40 euro a 10 cent per indire un'azione collettiva, senza per forza rientrare nelle casistiche pasticolari (mancata vendita, profilo di rischio inadeguato, etc...).
Quello che voglio dire è che qualcuno deve aver sbagliato o truffato e non è possibile che per questo motivo paghino i soci. O sbaglio?
Le azioni di Veneto Banca valevano circa 40 euro.
Poi nell'arco di pochi mesi si sono ridotte a 10 centesimi.
Durante questa fase non si potevano vendere.
Mi chiedo: hanno sbagliato a fare i conti?
Come è possibile che il valore precipiti così tanto?
E' possibile che non basti già il fatto che le azioni sono passate da 40 euro a 10 cent per indire un'azione collettiva, senza per forza rientrare nelle casistiche pasticolari (mancata vendita, profilo di rischio inadeguato, etc...).
Quello che voglio dire è che qualcuno deve aver sbagliato o truffato e non è possibile che per questo motivo paghino i soci. O sbaglio?
"La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme...".
Purtroppo, come molte altre volte succede in questo Bel Paese mal gestito, avviene il contrario.
La vicenda delle banche venete è purtroppo nota e non stanno nemmeno più in piedi gli alibi che vogliono colpevolizzare i soci ("se la sono cercata loro perché sapevano che era rischioso ... volevano fare gli squali e adesso piangono miseria ...") perché è stato dimostrato che non è così; il prezzo delle azioni è stato taroccato ed è una truffa bella e buona che le banche hanno fatto ai loro sottoscrittori.
Raggirati da funzionari bancari senza coscienza pilotati a loro volta dai direttori senza scrupoli, che sapevano benissimo di vendere azioni fuffa ... ma l'importante è vendere e far carriera (no?).
E via col valzer delle scuse del tipo "siamo una banca solida ... non abbiamo problemi etc".
Mentre si tentava di coprire la voragine bancaria con un fazzolettino di carta, Consob e Banca d'Italia si giravano dall'altra parte per non vedere.
Il finale vede trionfare le banche che hanno fatto lo "sforzo" di avere solo la parte sana.
Come se non bastasse, i funzionari "lupi" delle due banche si sono travestiti da "agnelloni" di Intesa San Paolo, e probabilmente continueranno a perdere il pelo ma non il vizio.
Tutto apposto dunque. No?
Direi che alla luce di questo non faccio fatica a credere alla lettrice quando dice "credere nella Giustizia è diventato molto, molto difficile, quasi impossibile". E' e rimane impossibile, cara Flavia.
Molto probabilmente in un altro Paese più civile la cosa avrebbe preso una piega diversa, a favore dei risparmiatori (penso ad es. alle class action, che da noi sono solo di facciata).
Credo purtroppo, cara Flavia, che la lettera inviata ai politici cada nel nulla.
Per il semplice motivo che se qualcuno avesse voluto davvero fare qualcosa PRIMA, l'avrebbe fatto.
Ora è troppo tardi. Ed è persino patetico che i politici si proclamino adesso paladini dei risparmiatori, a babbo morto.
Mi spiace infonderle amarezza Flavia, ma mi dica forse se non ne ho motivo.
Con augurio di poter essere smentito.