Quotidiano | Categorie: Politica, Banche, Diritti umani, Fatti

Amatrice e BPVi due drammatici terremoti: il secondo è dimenticato. Chiara Garbin: "senza visibilità e senza sensibilità mancano anche le tende". La nostra è [email protected]

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 1 Settembre 2016 alle 10:43 | 0 commenti

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L'altro giorno ho incontrato una signora vicentina, per l'esattenza di Gambugliano, Chiara Garbin, che mi aveva chiesto una copia di "Vicenza. La città sbancata" e che per professione e "missione" si occupa di protezione civile. Con lei, quando ci incrociamo, mi piace scambiare due chiacchiere visto che la "politica" lei non la pratica ma la ama: «mio padre era segretario comunale e dipendente unico del Comune prima di diventarne sindaco e riceveva in ogni momento della giornata i cittadini che avessero problemi: Ricordo, io ero piccola, che un signore bussò alla nostra porta  a mezzanote, svegliandoci di soprassalto e mettendoci un po' di paura, perchè  era tutto preoccupato dovendo andare in Francia la mattina stessa e si era accorto di avere la carta di identità scaduta. E mio padre cosa gli dice? "Vai a Vicenza, lì fatti le foto e poi torna in Comune che nel frattempo io riapro e preparo tutto..."».

«Quello era il concetto di "servizio ai cittadini" di mio padre - ha continuato Garbin - e un po' lo coltivo anche io, perciò ancora oggi, mentre ci sono persone colpite dal dramma del terremoto di Amatrice, ancora mi chiedo perchè non si sia voluto destinare un'area del futuribile Parco della Pace alla Protezione Civile...»

Parlare del terremoto mi ha fatto fare un salto logico al "terremoto", le cui scosse di preavviso VicenzaPiù ha registrato, in quasi solitaria, dal 13 agosto 2010, raccogliendone il racconto poi nel libro che Chiara ha acquistato e che è 34° nella classifica di vendite Amazon di settore e che ha poi colpito 118.000, uno più uno meno, soci della Banca Popolare di Vicenza.

Allora mi chiedo e le chiedo il perchè del fortissimo silenzio di fatto che avvolge il dramma del dopo BPVi e lei: «veda che il terremoto che ha sconvolto, rovinato e distrutto quegli azionisti, la gran parte dei quali piccoli risparmiatori che senza i loro soldi è come se avessero perso le loro case e in moltissimi casi anche le loro vite, è peggiore di quello di Amatrice con tutte le sue vittime. Dei morti, dei feriti, delle case distrutte e delle vite spezzate di quei paesi ne parlano tutti e si muovono tutti, dalle autorità locali fino al governo nazionale e alle organizzazioni europee. Dei terremotati della banca locale chi se ne sta occupando?...».

Tragica domanda a cui potete rispondere anche chiedendoci consigli operativi o raccontando le vostre storie, voi che ancora a più di un anno dalle scosse luttuose non avete neanche una tenda sotto cui ripararvi.

Per eventuali domande o segnalazioni di casi, non esitate a inviarle a questo nuovo indirizzo [email protected], consideratelo una tenda, ma accessibile solo al direttore responsabile e ai collaboratori iscritti all'Ordine dei Giornalisti e, quindi, deontologicamente obbligati alla massima e totale riservatezza salvo autorizzazioni specifiche.

Intanto proponiamo alcune situazioni a voi lettori ma soprattutto a chi, dopo aver fatto convissuto col "sistema", ora fa orecchie da mercante alle grida che arrivano da sotto le macerie del terremoto della BPVi, che il Cda attuale ancora embra non comprendere nelle sue implicazioni umane e sociali e si fa beffa anche di piccole richieste come il cambio del Cda della Fondazione Roi!

Primo elenco di azionisti sotto le tende che... non ci sono

- vedova: riceve dal marito morto di cancro 20 mila euro per la sua vecchiaia e le propongono ancora acquisto di azioni....
- con figlio incidentato invalido al 100 %: riceve risarcimento per la vita rovinata ed investita tutta in azioni
- infermiera: irretita con un prestito che le porta via 100 euro al mese su una retribuzione di 1.200;
- imprenditore artigiano: chiude azienda e distribuisce tra gli otto figli i risparmi... in fumo
- piccola imprenditrice: prestito per start up con il piombo di un prestito per acquisto azioni
- imprenditore agricolo: muore e lascia questione aperta per quote latte, incastrato con acquisto azioni
- fruttivendolo: vende modesto negozietto e i 45000 euro, sua garanzia per la vecchiaia, vanno in azioni e poi in fumo
- operaio: tutti i suoi risparmi per circa 150.000 euro vanno in fumo dopo 42 anni in azienda tessile a 42 gradi
- professore di liceo: tutti i risparmi, gli servono soldi gli fanno un prestito anziché vendere azioni
- operaio: nel contesto di un passa parola in fabbrica si trova impelagato con centinaia di colleghi
- vedova e pensionata: malata non ha quasi più soldi per cure
- famiglia irretita: papà, moglie, figli
- imprenditore: mutuo gonfiato per acquisto di azioni
- 90 enne....
- single: 65 enne con negozietto di 60 mq ha risparmi per oltre un milione e mezzo e li salva parzialmente ma ha un buco di 500.000 euro
- eredi: hanno ricevuto 6.000 azioni di VB e 6000 di BPVi (ricordano quel giapponese che scappò da Hiroschima per rifugiarsi a Nagasaki!)
- Onlus: ha parcheggiato 300.000 euro per costruire una casa alloggio per il dopo di noi, nei guai per la perdita


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