Askoll Eva: batterie già scariche... in Borsa dopo la spinta mediatica iniziale. Fope a parte standard negativi sono flop Deroma, Socotherm, Sadi e desaparecida BPVi
Lunedi 13 Agosto 2018 alle 22:45 | 0 commenti
Dopo "Askoll EVA in Borsa: titolo a +30% sui 3.5 € di collocazione, per Askoll Holding 12 mln cash e 54 di capitalizzazione per 50 mln investiti. Soddisfatto Marioni, investitori fiduciosi" dell11 luglio, i giorno del collocamento dell'azienda delle due ruote elettriche del vicentino Elio Marioni, il 16 con "Le oscillazioni in Borsa, ora al ribasso, della vicentina Askoll Eva: lo spunto per capirci un po' di più di mercato delle azioni" provavamo a consigliare con Giancarlo Marcotti, direttore di FinanzaInChiaro.it e consulente finanziario vicentino, un pizzico di razionalità nelle scelte di investimento anche se il titolo era consigliato dal titolare del gruppo Askoll che ama defirsi più geniale di Steve Jobs, il mitico fondatore della Apple.
Diceva Marcotti: «Il mercato AIM è quello nel quale vengono scambiati i titoli con minore capitalizzazione (in gergo vengono chiamati "sottili"). Ma la cosa più rilevante è che per quotarsi sul mercato AIM non solo non conta essere grandi aziende, ma non serve nemmeno avere i "conti in ordine"... Basta mettere sul mercato almeno il 10% del capitale sociale, presentare un bilancio certificato (ma anche no perché Borsa italiana dice che è necessario presentarlo ma solo se esiste) e praticamente nessun altro requisito (ovviamente ci deve essere un documento di ammissione)...".
Bene se il primo giorno di quotazione le azioni erano sbarcate al mercato Aim di Borsa Italiana dopo un collocamento di 3.443.500 azioni ad un prezzo di 3,50 euro per complessivi circa 12 milioni (incassati dalla capogruppo Askoll), con una capitalizzazione al debutto di oltre 54 milioni che superava già i 50 milioni di investimenti dichiarati da Elio Marioni e se i titoli chiudevano a 4.59 euro (+31.14%)il 10 agosto l'azione Askoll Eva era quotata a 3.36 euro e sotto il 3.5 di collocazione (vedi grafico in copertina).
Se in passato in Borsa le aziende vicentine non hanno mai brillato (basta ricordare le vicende delle quotate Deroma, Socotherm e Sadi a fonte dell'unico caso di salute, quello della orafa Fope salita dai 3.15 euro del giorno di quoptazione, il 30 novembre 2016, ai 6.65 del 10 agosto 2018 (vedi grafico accanto) nulla si può ancora dire di definitivo sulla Askoll Eva se non, dopo l'incasso di 12 mln di euro da parte della sua capogruppo, rinnovare agli investitori l'invito alla prudenza perchè le sue dimensioni sono molto piccole e la testa unica pensante e decisionale è quella di Marioni, che può fare e disfare a capo di un gruppo enormemente più grande, Askoll, a cui l'azienda delle due ruote elettriche fa capo e dalle cui priorità non può che dipendere.
Alla naturale prudenza ne aggiungeremmo un pizzico in più se poi aggiungiamo che sponsor mediatico dell'operazione è stato il quotidiano locale che non ha fatto che evidenziare più volte i punti positivi dell'investimento, mai poi dandone conto dopo la quotazione, e se ricordiamo che la quotazione in Borsa di un'altra azienda molto amata da quel giornale, la Banca Popolare di Vicenza, fu bocciata il 2 maggio 2016 con le conseguenze tristemente note a decine di migliaia di soci risparmiatori.
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