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Atlante non reggerà il peso di tutte le banche dopo il salvataggio di Banca Popolare di Vicenza e VB: critiche a valorizzazione NPL

Di Rassegna Stampa Sabato 16 Aprile 2016 alle 13:18 | 0 commenti

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Il fondo stabilizzerà i titoli più volatili, gli investitori chiedono riforme e certezze Nuovo fronte sui BTp
di Nicola Borzi, da Il Sole 24 Ore

Le sedute di passione per le azioni bancarie potrebbero non essere finite. Gli istituti confidano in Atlante per reggere il peso di aumenti di capitale e sofferenze. Pur apprezzando lo sforzo titanico del nuovo fondo privato "di sistema", la maggioranza degli investitori mostra di credere che, per sciogliere il nodo di Gordio che lega il futuro del settore alla necessità di ricapitalizzazione e di smaltimento dei crediti deteriorati, servono piuttosto risposte definitive. In assenza di un Alessandro Magno, ben venga Atlante: ma alcuni problemi delle nuove regole Ue, che da gennaio hanno introdotto il bail-in, devono ancora arrivare al pettine e quindi la volatilità per azioni e subordinati non pare finita.

I parossismi delle scorse sedute sono stati da record. Tra il 20 luglio 2015 (massimo quinquennale) e il 7 aprile scorso (minimo biennale), l'indice Ftse Italia delle banche quotate si è dimezzato. Alcune azioni, come Mps, hanno perso sino al 60 per cento. L'indice ha prima segnato un tonfo del 49 per cento, sino al 9 febbraio, seguito alla risoluzione di Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti del 22 novembre, poi un parziale recupero del 33% sino all'11 marzo, poi di nuovo un crollo e in seguito un altro rimbalzo. La spiegazione sta nelle vicende e nelle scadenze: premono alle porte due aumenti di capitale, quello della Vicenza (1,5 miliardi) e di Veneto Banca (1 miliardo), e in scia quelli di CariCesena e Cassa Rimini. Sullo sfondo restano i problemi di Carige e di Mps. I tempi sono fondamentali e strettissimi: UniCredit ha dato tempo sino al 10 maggio per confermare la garanzia sull'aumento della Vicenza, ma entro fine mese dovrebbero sopraggiungere le sottoscrizioni delle quote di Atlante (28 aprile) e l'intervento nella prima banca target (29 aprile).
Atlante, al cui capitale da 6 miliardi parteciperanno banche, assicurazioni, Fondazioni, Cassa depositi e prestiti e altri soggetti, secondo un'analisi di Equita Sim dovrebbe, nel breve, eliminare i rischi di esecuzione degli aumenti di capitale della Vicenza e di Veneto Banca. Se farà il pieno di capitale, dei 6 miliardi ne resterebbero 3,5 per acquistare sofferenze. Con una leva di 5 volte (che non a tutti i soci però piace), il fondo avrebbe a disposizione 17,5 miliardi con i quali, valutando l'acquisto di Npl (crediti deteriorati) al 32% - più del 17,6% ufficializzato da Banca d'Italia, meno del 40% a bilancio - , Atlante potrebbe acquistare 54 miliardi di crediti deteriorati. Se la leva scendesse a 3, il debito basterebbe comunque a comprare l'intero portafoglio di Npl lordi di Mps, Carige, Vicenza e Veneto Banca. Secondo Equita, così, Atlante permetterebbe di aumentare dal 20 al 32% il valore dei crediti deteriorati e consentirebbe alle banche di smaltirli a prezzi meno penalizzanti, riducendo quindi le minusvalenze e la necessità di ricapitalizzazione. Più beneficiate, per Equita, sarebbero le azioni del Banco Popolare (raccomandazione buy, prezzo target 13,5 euro), UniCredit (rating hold, target price 5,5 euro), Intesa Sanpaolo risparmio (3 euro).
L'intervento non è gradito agli operatori specializzati, specialmente esteri, dei quali Atlante è concorrente e rischia di tramutarsi in harakiri se l'acquisto di Npl avvenisse a valori troppo favorevoli per i cedenti (quelli di carico), riducendo i margini e il ritorno per i soci (il 6% ipotizzato pare eccessivo). Ecco perché gli investitori puntano di più sulle riforme per ridurre i tempi di recupero delle garanzie, che aumenterebbero i margini.
Nuove nubi sul settore potrebbero arrivare dall'ipotesi di porre un tetto ai titoli di Stato nei portafogli delle banche: il tema sarà discusso al Consiglio economia e finanza della Ue della prossima settimana. Chi investe chiede certezze: ulteriori vincoli normativi, specie se indefiniti, porterebbero solo ulteriore volatilità.


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