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BPVi e Veneto Banca a Intesa, i dettagli: dallo Stato subito 5,2 miliardi, con le garanzie si arriva a 17, 1 mld pr esuberi, nulla per ora per i soci azzerati che non hanno transato

Di Edoardo Pepe Lunedi 26 Giugno 2017 alle 00:46 | 0 commenti

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Liquidazione amministrativa coatta di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca con conferimento a Intesa Sanpaolo degli asset "positivi".

Spesa immediata da 5,2 miliardi con le garanzie mobilitati fino a 17 miliardi

L'esborso immediato da parte dello Stato vale 5,2 miliardi, finanziati dal debito aggiuntivo (20 miliardi) già previsto dal decreto di Natale. Di questi 4,78 servono a garantire la neutralità dell'operazione sui capital ratios di Intesa, come chiesto espressamente dalla banca, e altri 400 milioni servono a finanziare garanzie potenziali su rischi futuri fino a 12 miliardi: si tratta di garanzie fino a 6,3 miliardi per la retrocessione di crediti che non risultino in bonis e oltre 4 miliardi per crediti in bonis ma ad alto rischio.

I 5,2 miliardi di esborso effettivo comprendono di fatto una quota da oltre un miliardo che sarà utilizzata da Intesa per gestire gli esuberi (si parla di circa 4mila persone) prodotti dall'operazione. Essendo tratte dal debito una tantum stanziato con il decreto di Natale, queste spese non modificano i saldi di finanza pubblica.

Rimborsi per gli investitori

Al salvataggio delle banche venete si applica «il burden sharing non il bail in» che prevede la protezione dei correntisti e obbligazionisti senior (nulla si dice sui soci che non hanno aderito all'Offerta pubblica di transazione a cui ora rimane la strada della richiesta di inserimento nello stato passivo delle due banche fallite salvo riepnsamenti politici). In vista anche un meccanismo per indennizzare i piccoli risparmiatori che hanno in portafoglio i circa 200 milioni di subordinati di Vicenza e Montebelluna destinati al burden sharing. Per loro le regole della liquidazione prevedono un indennizzo all'80% , come accaduto pe le 4 banche regionali finite in risoluzione; Intesa, ha però assicurato Padoan, si è impegnata a coprire il 20% che resta.

Nessuna interruzione di attività
Le due banche venete «continuano a operare di fatto come componenti del gruppo Banca Intesa: non c'è nessuna interruzione, a partire da lunedì 26 giugno, dell'attività normale di sportello»

Padoan, non c'erano alternative
Una strada obbligata quella della liquidazione ordinata ha spiegato Padoan in conferenza. «Di quali alternative stiamo parlando?» ha replicato il ministro. «Vorrei che le persone fanno critiche e dicono che ci sono alternative migliori dal punto di vista del sostegno alle famiglie, a costi inferiori, mi dicessero qual era l'alternativa migliore perché io francamente non le vedo. L'unica alternativa
era la liquidazione disordinata o spezzatino che avrebbe completamente distrutto la capacità operativa delle due banche
».

Il provvedimento, che ora va alla firma del Capo dello Stato per la pubblicazione nell'edizione straordinaria della Gazzetta Ufficiale, è essenziale per garantire da oggi, lunedì, mattina l'operatività degli sportelli delle due Venete, dopo il sostanziale dissesto certificato venerdì dal Meccanismo unico di Vigilanza. In serata è arrivato il via libera della Commissione Europea all'operazione.

Parte la liquidazione ordinata
Il decreto è arrivato dopo un complicatissimo lavoro di limatura condotto con le autorità europee e i tecnici di Intesa. Oggetto dei negoziati continui è stata in particolare la definizione puntuale del "perimetro segregato" di attività e passività destinate a Intesa; da questo è dipesa infatti la somma di fondi pubblici da destinare all'operazione, e il superamento del rischio di vedersi bocciare ex post dalla UE il meccanismo per incompatibilità con le regole sugli aiuti di Stato.

Il decreto sarà pubblicato oggi in Gazzetta
Il decreto dirotta verso il finanziamento delle Bad Bank una quota dei 20 miliardi di debito pubblico una tantum messi a disposizione dal decreto di Natale: miliardi, si ricorderà, stanziati in vista del l'ipotesi di ricapitalizzazione precauzionale che sta andando in porto per Mps ma che nel caso delle due Venete è inciampata sulla richiesta della Bce di accompagnare l'intervento pubblico con un investimento privato da 1,25 miliardi. Di privati disposti a investire in base al piano messo a punto dalle due banche e dal Tesoro, però, non se ne sono trovati: di qui il piano B con la liquidazione coatta amministrativa disciplinata dagli articoli 80 e seguenti del Testo unico bancario.

In arrivo i due commissari nominati da Bankitalia
Con il decreto legge la palla passa ora al ministero dell'Economia, che con decreto su proposta di Bankitalia deve sancire la liquidazione dei due istituti. Bankitalia, sempre in giornata, nominerà i due commissari, accompagnati ciascuno da un consiglio di sorveglianza di tre componenti.

Fonti Ansa e IlSole24Ore


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