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BPVi e Veneto Banca: diamo a Iorio quel che è di Iorio e a Carrus quel che è di Carrus. E Qualcuno "indaghi" su loro e sui "Poteri". Se può...

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 26 Marzo 2017 alle 11:32 | 0 commenti

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Mentre potrebbe avere effetti dirompenti la sentenza di ieri del giudice di Verona Massimo Vaccari che ha condannato la Banca Popolare di Vicenza a rimborsare con gli interessi (in totale 60.000 euro a fronte dei circa 40.000 spesi) una signora che aveva acquistato 660 azioni nel 2010 (si segnalano già casi di mani mangiate da parte di quelli che hanno aderito alla Offerta Pubblica di Transazione (Opt) pur essendo nelle condizioni della socia da "ristorare", salvo ricorsi vincenti, al 100% più annessi e  connessi) approfittiamo della questione per fare una semplice domanda. Le gestioni sotto accusa delle due ex Popolari venete, quelle a guida Gianni Zonin per la BPVi e Vincenzo Consoli per Veneto Banca ,  avevano "segnato" i massimi di "auto" quotazone, sia pure nel rispetto delle vecchie regole e... consuetudini, di 62,50 euro per la banca vicentina e di 40,75 euro per quella montebellunese per poi scendere drasticamente a qualche decina di euro.

Poi sono arrivati a Vicenza Francesco Iorio, come Ad suggerito dalle "autorità bancarie" e contrattualizzato da Zonin, e a Montebelluna Cristiano Carrus, scelto da Consoli con una società di Head Hunter

Ebbene, con tutta la tara riconoscible per le scoperte di eventuali magagne, graduali ma lunghissime per top manager, almeno per i loro stipendi, come Iorio e Carrus, le loro promesse di soluzioni rapide per le due banche, di cui pure hanno controfirmato bilanci definitivi e di periodi parziali, con utili previsti in un un paio d'anni si sono poi risolte in una esplosione di perdite e in un conseguente rovinoso crollo delle "valorizzazioni" dei titoli.

Le azioni delle due ex popolari, infatti, passando per valori di recesso rispettivamente di 6.3 e 7.3 euro, per giunta non esercitabili grazie a mamma Banca d'Italia, i cui errori nella formulazione delle norme di trasformazione in spa, tra cui quella proprio del "recesso virtuale", affidatale dal Governo Renzi, hanno poi portato al tardivo blocco delle trasformazioni residue delle Popolari, come quella ad oggi altrettanto zoppicante di Bari, sono arrivate ai dieci centesimi attuali salvo... sentenze di giudici come quello veronese.

Ebbene, dicevamo, qualcuno dopo le accuse anche di Alessandro Penati, che dice di aver trovato due banche con conti da orrore per il suo fondo Atlante, che ci sarebbe cascato come un socio qualunque, qualcuno ha messo o sta mettendo il naso nelle gestioni dei conti e delle due banche fatte da Francesco Iorio e Cristiano Carrus?

Se ora di fatto sono stati sollevati da Fabrizio Viola, il primo anche "fisicamente" anche se con qualche milioncino di liquidazione e con il lasciapassare della mancata e sia pur simbolica, Zonin docet, azione di responsabilità rifiutata proprio da Atlante!, il secondo solo operativamente visto che rimane formalmente Ad con Viola "solo" Presidente del Comitato Strategico dell'Istituto, non sarebbe il caso di capire e sapere perchè?

Qualcuno allora, oltre a chi li ha rimossi, si sta chiedendo, con tutte le possibili conseguenze del caso, se anche i due post Amministratori delegati abbiamo contribuito al disfacimento della due banche; se lo hanno fatto, quel "Qualcuno" sta verificando se ne sono responsabili per incapacità manageriale o per ordini di scuderia; e, infine, se questa finale è l'ipotesi che sta portando al disfacimento totale attuale, il Qualcuno con la q maiuscola, come maiuscola può essere la p dei "Poteri del sistema" che il Qualcuno può dimostrare che non esistono o che sono almeno più deboli delle Istituzioni solo se si fa domande e dà risposte chiare, sta indagando se quei Poteri siano solo in Europa, come pare comodo dire, o anche in Italia?

Perchè quei Poteri, o solo il caso per carità, hanno già portato alla spoliazione per le due Popoalri venete della fiducia dei loro clienti, compromessa nel passato e poi azzerata dalle più recenti promesse inevase di Iorio e Carrus, e, di conseguenza, dei loro depositi, trasferiti di corsa per circa 20 miliardi di euro in banche, Intesa soprattutto, pronte ad attirarli e abbracciarli.

Come hanno già fatto per le 4 banche risolte e per MPS: una torta di raccolta da 65 miliardi di euro...


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