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BPVi, Veneto Banca, LCA e Intesa Sanpaolo: nel ginepraio a rimetterci è sempre il cliente. Il caso dei bond subordinati e "rifiutati" anche dai media locali. Così la "fiducia" vale solo 1€

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 7 Dicembre 2017 alle 11:48 | 0 commenti

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Dopo aver segnalato, e risolto, un caso ("La correntista ex BPVi ringrazia VicenzaPiù e Intesa Sanpaolo per aver azzerato il costo della gabella di 10 euro per card: troverà qualche consenso in più e ci aiuterà a rimuovere il ricordo dell'immoralità di BPVi") e mentre ancora, dal 13 ottobre, non c'è risposta da Banca Intesa sul problema dei fidi, non, multipli, siamo stati contattati da un nostro lettore (usiamo non il maschile ma il neutro) "portatore" di un altro caso "multiplo", che, dopo aver invano chiesto udienza al quotidiano locale, ci ha prospettato una situazione  in cui il groviglio di interlocutori (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca fa ora lo stesso, le due Lca e la subentrata Intesa Sanpaolo ) di certo non aiuta a superare la naturale "riservatezza" degli istituti bancari.

Questa riservatezza, però, a Vicenza si è  storicamente trasmessa come un virus anche ai media locali, che la questione non l'hanno voluta affrontare con la vittima tipo del groviglio, che pure gliela aveva sottosposta in doverosa e documentata anteprima. Ma si sa, la riservatezza significa rispetto di qualcuno, i superiori, e di qualcosa, i superiori interessi (di budget finanziario in un caso e pubblicitario nell'altro).

Andiamo al dunque.

La persona, abbastanza esperta in materia finanziaria in questo caso, il che fa presupporre che molte altre, meno informate, abbiano già mollato la difesa dei loro diritti, ci espone la sua vicenda personale con adeguata documentazione da cui eliminiamo dettagli precisi (date e importi) che riconducano al soggetto specifico perchè già tartassato e perchè vorremmo parlare di lui ma anche di tutti quelli che sono nelle stesse condizioni. 

Utilizziamo le sue parole e la sua descrizione, per quanto lunga ma sintetica, perchè facilmente intellegibile, chiara e utile anche a chi volesse fare un passo avanti nella proprio educazione finanziaria, quella che, così carente da porre l'Italia agli ultimi posti nel mondo nella relativa classifica, ha consentito e tuttora consente ai soliti noti di speculare sull'ignoranza tecnica dei clienti che, fiduciosi nell'esperienza del bancario o del consulente finanziario di turno, gli affidano i propri denari, che, spesso, non rendono e, cosa più grave, si azzerano senza colpo ferire per i loro "consigliori".

Ebbene il lettore ci espone la sua vicenda personale inerente al crac della Banca Popolare di Vicenza di cui è «parte lesa unitamente a migliaia di risparmiatori veneti. Mi riferisco precisamente all'acquisto di Obbligazioni subordinate "BPV 4,60 SCAD. 2017 SUB. 16 " a fine 2016 per un totale di euro ..., acquisto perfezionato presso l'ag. 5 di Viale Trieste in Vicenza, ora filiale di Banca Intesa. Tali obbligazioni erano state acquistate sottoscrivendo un contratto di compravendita che prevedeva la negoziazione dei titoli sul Mercato EUROTLX come previsto dalla Scheda Prodotto del titolo medesimo. Nel paragrafo "smobilizzo" il sottoscrittore dei titoli ha facoltà di alienare gli stessi in qualunque momento (negli orari di negoziazione indicati, attraverso l'inserimento di una proposta di negoziazione di vendita "con limite di prezzo - limit order" - o "senza limite di prezzo -market order"). In data antecedente alla messa in liquidazione coatta amministrativa di BPVi ho chiesto presso l'Ag. 5 di riferimento la vendita dell'intero pacchetto di obbligazioni subordinate, con negoziazione "al meglio o senza limite di prezzo" al fine di poter alienare velocemente i miei titoli a qualunque prezzo. Tale circostanza mi è stata negata in modo assoluto in quanto le procedure informatiche, mi si diceva, non erano abilitate a consentire tale operazione per cui fui costretto a porre nella proposta di vendita il "prezzo fisso" con relativa conseguenza che tale ordine a fine giornata risultò inevaso. Va precisato comunque che la facoltà di vendere titoli "al meglio" in quel momento presuppone che qualcuno stia comprando sul mercato la stessa obbligazione per la medesima quantità o parti inferiori o frazioni del titolo st esso. In data successiva ho, quindi, fatto richiesta (tramite il referente operatore titoli) del "Book alla data dell'ordine di vendita del titolo". Dopo qualche giorno, sono stato contattato dal referente titoli che mi invitava in banca per comunicare l'avvenuta produzione del Book suindicato ma presso la sede dell'Ag. 5, ora Banca Intesa, lo stesso funzionario mi diceva che non poteva consegnarmelo in quanto era in attesa del nulla osta della Direzione Generale della Banca. Da quel giorno sono seguiti altri miei solleciti verbali per poter ottenere quanto di mia spettanza, fino a che mi sono rivolto a 2 legali ... ma fino ad oggi, con rimbalzi tra i vari interlocutori, nulla si è mosso al fine di poter ottenere soddisfazione circa le mie legittime pretese...»
E qui l'obbligazionista tipo si rivolge «direttamente a Banca Intesa Sanpaolo formulando le seguenti considerazioni personali: "Come mai tu Banca Intesa nelle tue lettere del 27/09/2017 e 15/11/2017 mi riconosci come tuo cliente parlando di Integrazione in Intesa Sanpaolo dei rapporti provenienti da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e che dall'11/12/2017 cambiano le coordinate bancarie del mio conto corrente acceso presso l'ag. 5 di Viale Trieste in Vicenza, ma quando io ti scrivo personalmente e attraverso i miei legali circa la consegna di un documento importante che mi appartiene e che tu trattieni in un cassetto della tua Agenzia 5 di Viale Trieste in Vicenza, fai finta di nulla e ti rifiuti categoricamente e in modo assoluto di consegnarmi, in barba alle disposizioni di legge Art. 119 del T.U.B. (Testo Unico Bancario) che prevede entro 90 gg. La consegna dei documenti richiesti dal cliente senza se e senza ma. Bella figura stai facendo cara Banca Intesa Sanpaolo!".
A questo punto il lettore di VicenzaPiù ma cliente... "subordinato" del groviglio Banche Venete in LCA e Intesa Sanpaolo fa un elenco di inadempienze e reati possibili ascrivibili ai suoi interlocutori, ma, per quello che più ci interessa, conclude con queste domande a se stesso: "mi posso fidare dell'onestà e trasparenza di Banca Intesa? Posso consigliare i miei familiari a operare con Banca Intesa? Posso investire in prodotti Banca Intesa salvo poi dover assoldare in caso di controversie fior di avvocati? Posso acquistare azioni di Banca Intesa?».
Ci piacerebbe che Banca Intesa non solo rispondesse alla domanda aperta da due mesi sui fidi, non, multipli, ma facesse sue le domande che le ha posto il nostro "lettore tipo" anche perché parrebbe che svariati altri sono nelle sue condizioni per questa ed altre problematiche irrisolte.
E non ci risponda che la "responsabilità" è in capo alle LCA perché se un cliente, come la persona che ci ha incontrato e che fac parte di una "comunità" di milioni di correntisti "acquisiti" a un euro per la parte buona dei loro depositi e rapporti, perde la fiducia nella sua nuova banca, il patrimonio acquisito da Banca Intesa si azzererà e varrà meno di quel maledetto, affaristico euro.


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