il consigliere regionale Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) afferma in una nota ufficiale dopo la revoca del fido da parte dell'ex Veneto Banca ad un noto imprenditore vicentino: "Toni Costalunga è la prima vittima - a nostra conoscenza - del ‘nuovo' corso che Banca Intesa sta imponendo nel territorio Veneto. Prima c'erano delle banche popolari che basavano la concessione dei fidi anche su un rapporto fiduciario con il cliente. Toni Costalunga aveva le sue linee di fido, produceva lavoro per i suoi dipendenti, ottimi prodotti per i suoi clienti, e perchè no, utili per se stesso."
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Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in un passaggio del suo intervento all'assemblea dell'Abi, riporatato da Radiocor, ha lodato il coraggio degli azionisti del Fondo Atlante e gli amministratori delle banche ora in liquidazione coatta amministrativa: "Il Fondo Atlante II ha contribuito a rivitalizzare il mercato dei crediti in sofferenza", ha detto il ministro, ricordando anche che con la liquidazione delle due banche venete gli azionisti del Fondo Atlante I hanno visto sfumare 3,5 dei 4,25 miliardi di euro complessivamente investiti.
Il Parlamento ha fatto una legge per riordinare il settore delle Banche di credito cooperativo vendendola come una cosa necessaria per il settore. Il mantra è che ci sono troppe banche in Italia e che quindi bisogna ridurne il numero, aumentandone le dimensioni. Cominciamo dicendo che negli USA le banche di piccole dimensioni (Community bank e Credit unions) sono molto più diffuse che in Italia e non mi pare che il sistema bancario americano soffra particolarmente. Aggiungiamo che è fin troppo semplice dimostrare che nel belpaese ci sono banche piccole che funzionano benissimo e banche grandi che vanno malissimo: tra le altre, Montepaschi, Popolare di Milano, la stessa Unicredit, non è che abbiano fatto faville in questi anni. La realtà è che con questa riforma si voleva accentrare tutto il potere a Roma (tanto per cambiare).
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Mentre martedì 22 marzo scorso Gianni Zonin passeggiava con un borsone verso Corso Palladio (c'è chi dice, maliziosamente, che fosse ancora attivo nella raccolta di deleghe per l'assemblea del 26 in cui, grazie agli astenuti, non è passata la richiesta di azione di responsabilità verso il suo Cda) e dopo che anche Imi del Gruppo Intesa utilizza frasi più "sfumate" sul suo impegno con Veneto Banca a garantire l'aumento di capitale da un miliardo, si accavallano le voci, sempre più nette, di possibili tentativi di disimpegno da parte di Unicredit dalla garanzia per la copertura di 1,5 miliardi dei complessivi 1,763 chiesti agli investori dalla Banca Popolare di Vicenza.