Crac BPVi, Gianni Zonin interrogato dai pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi. In esclusiva le 77 pagine della sua "linea difensiva"
Mercoledi 22 Marzo 2017 alle 23:48 | 0 commenti
Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, è stato interrogato dalle 10 fino circa alle 14 per la prima volta oggi, mercoledì 22 marzo, a Vicenza, presso la sede della Guardia di Finanza dai pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi che conducono le indagini sulle cause del disastro dell'istituto di credito berico. Le circa 4 ore di interrogatorio per i reati di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, anche se non vengono esclusi sulla carta altre e più gravi fattispecie, si sono accavallate a quelle che dovevano essere le ultime ore per le firme di adesione all'Offerta Pubblica di Transazione (Opt) avanzata dalla BPVi, che poi ha prolungato, come previsto, al 28 marzo i suoi termini visto che col 64% di sigle certe non è stato raggiunto l'obiettivo di ristorare e, soprattutto, di "sterilizzare" legalmente l'80% delle azioni nel perimetro della proposta fatta a 94.000 soci di cui ad oggi hanno sottoscritto la proposta di 9 euro in 63.000 in rappresentanza del 64% del capitale.
Su quelle ore oggi, domani e nei prossimi giorni leggeremo ipotesi e illazioni, tutte incontrollabili fino a che un processo non venga instaurato in un tribunale statale che, tra verità filtrate da codici e codicilli, aggiungerà il suo verdetto a quello che ha già condannato all'impoverimento tutto un territorio che si era affidato alle parole di Zonin, che da tempo tende a scaricare su chi da lui era stato scelto a dirigere la Banca tutte le responsabilità , come se non fosse gravissima colpa quello di aver messo le sorti di 118.000 soci nelle mani sbagliate.
Ma, siccome, nel nostro stile molto attento ai fatti, non vogliamo aggiungere parole a supposizioni, interpretazioni a soffiate di comodo, che inondano da un decennio le redazioni compiacenti trovando il consenso del sistema globale che governa, a tutti i livelli, la città , pensiamo che nulla, di fronte ai rilievi dei pm, possa raccontare meglio, per lui, le sue tesi difensive se non la sua "denuncia" deposiatta presso il tribunale delle aziende di Venezia e di sicuro consegnata oggi anche ai suoi accusatori, i nostri slow judges.
È la denuncia - citazione, contro la Banca Popolare stessa, rea di volerlo chiamare in causa con un'azione di responsabilità che nel frattempo è andata a finire in chissà quale meandro di chissà quale armadio, e, soprattutto, contro Samuele Sorato ed Emanuele Giustini, i dirigenti reprobi che lui ha scelto e che hanno ingannato lui e, di conseguenza, decine di migliaia di risparmiatori.Â
E, oggi, il povero, moralmente, presidente ventennale ma tanto, tanto ingenuo uscendo dall'interrogatorio ed entrando in una macchina lussuosa, prestatagli probabilmente dai figli a cui nel frattempo tutto amorevolmente ha donato, ha rivolto ai, realmente, poveri soci il suo primo e unico, contrito pensiero (nel video, che traiamo da Il Mattino di Padova che ringraziamo, mancano solo le riprese delle sue lacrime...).Â
Santo beffato o diavolo beffardo?
Intanto leggete, qui in esclusiva VicenzaPiù, la citazione di Gianni Zonin contro tutti i cattivi che lo hanno... diabolicamente beffato.
Lo dice lui, ipse dixit.
Altri piangono, alteri lacrimant...
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