Faro Bce sulla BPVi di Gianni Zonin: sono 755 i clienti finanziati per diventare soci
Martedi 13 Settembre 2016 alle 23:43 | 0 commenti
Dalle carte dell'ispezione della vigilanza europea tutte le cifre sugli aumenti di capitale 2013 e 2014 della Banca Popolare di Vicenza a guida Gianni Zonin e i finanziamenti concessi. Anche 4,8 milioni di storni di interessi non richiesti dalla clientela
di Eleonora Vallin, daI Messaggero Veneto
Ci sono stati azionisti più "fortunati" di altri nel passato della BPVi, visto che la banca aveva deciso nel 2014 di "premiarli" con un abbondante storno di interessi. Una dote generosa che, al tempo, non ha minato il reddito della banca, ma ora fa emergere un nuovo rischio legale. In alcuni casi, infatti, sono stati versati denari a controparti prive di linee di credito. In tutti i casi: senza che il socio/cliente lo chiedesse. La notizia non è una novità , così come le già citate «lettere di impegno», ma ora dalle carte ispettive europee, da cui è partita la richiesta di sanzioni già avviata da Bankitalia nella sua istruttoria, emergono cifre certe che vanno a definire i profili di responsabilità in capo all'ex Cda della Banca e suo top management.
La Bce segnala infatti che «questo gruppo di azionisti potrebbe reclamare il riconoscimento dell'esistenza di un'obbligazione della banca nei loro confronti» tipo «per riacquistare le azioni Bpvi a un determinato prezzo». Il rischio per la Bce è di 84 milioni. L'anomala crescita degli storni arriva a 4,8 milioni e si verifica nel secondo semestre 2014, +160% rispetto agli 1,9 milioni del primo semestre. La quota autorizzata dal top management è dell'86%.
La Bce ha analizzato solo le posizioni sopra i 15 mila euro: 3,4 milioni per 73 controparti. Nello specifico, 1,5 milioni sono restituzioni di interessi già addebitate a clienti-azionisti finanziati dalla banca e 1,7 milioni sono accrediti a clienti-azionisti privi di linea di credito; «in entrambi i casi non risulta alcuna pregressa richiesta della clientela».
Quanto al capitale finanziato, si legge, le operazioni baciate non riguardano solo i due grandi aumenti di capitale del 2013 e 2014 della Bpvi ma anche due mini aumenti per altri 202 milioni. Obiettivo della Bpvi, al tempo, era aumentare i soci e disporre di nuove risorse per cogliere opportunità di mercato. Leggi acquisizioni. Del primo mini aumento di 100 milioni sono risultati finanziati dalla banca 43,5 milioni. Del secondo del 2014, su 102,1 milioni la banca ne ha finanziati 41,5 milioni. Siamo al 40%. «Vista la ridotta dimensione il team ispettivo della Bce non ha esaminato i due mini aumenti», mentre sono stati analizzati «sottoscrittore per sottoscrittore» gli aumenti 2013 per 506 milioni e quello successivo di 607,8 milioni.
Anche in questi casi la dimensione dei finanziamenti concessi per comprare azioni è pari a circa il 40% (136 milioni nel 2013 e 146,5 nel 2014): 408 soggetti nel 2013 e 347 soggetti l'anno dopo. Sommati sono 755 persone/aziende finanziate per diventare soci/e. La correlazione è per i vigilatori «evidente» e comprovata, nelle pratiche di fido, dalla dicitura «cogliere opportunità offerte dai mercati azionari» o «per evitare che il cliente smobilizzi le proprie risorse finanziarie». Le operazioni sono state eseguite in forma di scoperto di conto corrente senza alcuna garanzia. In queste sottoscrizioni, un ruolo molto attivo, si legge, è stato svolto dalla controllata estera Bpv Ireland. Alla voce «grandi sottoscrittori» la quota finanziata dalla controllata oggi chiusa è del 50%.
La Bce conclude annotando, sulla base anche della sistematicità , «una evidente, anche se informale, attività di coordinamento del processo». Anche in questo caso, la vigilanza addebita al Cda una «mancanza di controllo». Ciò riguarda anche l'Internal Audit. Negli ultimi due anni la banca ha raccolto 1,3 miliardi di capitale, obbligazioni convertibili comprese, tra cui quella approvata alla vigilia degli stress test 2014 per il deficit di capitale.
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