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Gianni Zonin ha detto la verità ai pm sulla Fondazione Roi? Il suo castello di carte può crollare, l'elenco dei cda è in nostro possesso. Ci rispondano ora pm, politici e attuale cda

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 8 Agosto 2017 alle 00:05 | 0 commenti

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Alla domanda sulle azioni della BPVi da lui vendute come "banchiere" e da lui "comprate" come uomo di fiducia del marchese Giuseppe Roi, Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, ora in liquidazione coatta amministrativa, e della Fondazione Roi, "demolita" dalla sua gestione (cfr "Roi. La Fondazione demolita"), risponde ai due pm che da due anni conducono le indagini sul crac della banca, Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, che la scelta dei titoli non l'ha fatta lui (oddio, che meraviglia!) ma Divo Gronchi, ovviamente anche lui nel cda di banca e fondazione, anche se giusto il tempo di fare da parafulmine postumo a Zonin sulla questione del conflitto di interessi (per non parlare dell'eccesso di investimento speculativo concentrato su un solo titolo da parte di una, ora ex, Onlus). Ma Zonin dice di più ai due pm.

Dice che era stato il Consiglio della Roi, in cui c'erano lui, Marino Breganze, Divo Gronchi, appunto, e Elisa Avagnina, direttore pro tempore dei Musei Civici, ad aver dato «incarico a Gronchi di individuare i "migliori investimenti" per la Fondazione..." e poi aggiunge che «le operazioni di acquisto sono state una iniziativa collettiva del Consiglio della Fondazione, condivisa da tutti e tre (ed anche dal quarto membro)...».

Ecco la domanda che facciamo, di sicuro ingenuamente, ai due pm: dr. Salvadori e dr. Pipeschi avete controllato che nei verbali dei Cda della Fondazione Roi ci sia l'incarico a Gronchi, prima, e l'ok all'acquisto, dopo, unanime dei quattro membri del Cda, Avagnina inclusa, la rappresentante, di fatto, del Comune, già allora guidato da Achille Variati? 

Se nei verbali c'è la conferma delle dichiarazioni di Zonin ce lo potete dire visto che Ilvo Diamanti e il suo braccio destro Andrea Valmarana, in passato braccio almeno "sinistro" di Zonin come sindaco delle sue "Cantine spa", non rispondono ufficialmente alle nostre richieste di poterne avere copia in quanto "parte interessata" a seguito della richiesta, sia pure per noi temeraria, di danni milionari subita proprio dall'ex presidente?

Ebbene egregi dottori, se Zonin ha detto il vero, perchè non rendere pubblica la "sua verità"? A meno che... A meno che l'ex bi-presidente non abbia detto il falso per cui, magari, avete già aperto sul suo conto anche un fascicolo alla voce "Fondazione Roi". Ma anche in questo caso, sarebbe opportuno rivelarlo oppure no?

Abbiamo, poi, una domanda anche per Achille Variati, sindaco a cui rispondeva la dr.ssa Avagnina, e per Jacopo Bulgarini d'Elci, sponsor di Giovanni Villa, il suo successore virtuale nei Musei ma reale nel Cda, in cui fu "designato" con lettera spcifica dal sindaco, che non avrebbe dovuto scriverla se Villa fosse stato realmente direttore pro tempore dei musei e, perciò, membro di diritto del "gran" Consiglio.

Se Bulgarini sostenne che costui nulla sapeva degli acquisti e delle sottoscrizioni di azioni BPVi nel passato, salvo poi farne pubblica ammenda con Liliana Zaltron del Movimento 5 Stelle in Sala Bernarda, e avvalorò, se lui stesso direttamente o se riferendo dell'errata corrige di Villa ora non ricordo, ma che sia stato detto lo ricordo con certezza, allora al duo sindaco e vice chiediamo: illustri rappresentanti pubblici, in attesa che i pm riferiscano a noi o a chi di dovere con le "carte" sui contenuti dei cda interessati, se mai esistiti, potreste farci sapere se la dottoressa Avagnina, come testimoniato da Zonin, votò a favore dell'acquisto delle azioni nel 2009 o se, come riferito dall'amministrazione, si astenne? Chi dice bugie?

Ecco, infine, la domanda ad Andrea Valmarana, oltre che a Diamanti, che di suo ha già scelto la via del silenzio, che non va d'accordo, però, con la trasparenza che proclama: perchè si ostina a "nascondere, se li ha..., ma li ha perchè ha detto solo di non volerli fornire, i verbali dei vecchi cda che, soli, farebbero luce su tanti segreti, che continua a non voler rivelare anche lei, egregio vicepresidente, che, di suo, tanti segreti nasconde, alcuni dei quali da noi rivelati grazie a documenti, altri resici noti da Mons. Francesco Gasparini, di cui, per ora, abbiamo solo riportato che, almeno a sua detta, mai sarebbe stato chiesto, come da lei sostenuto con noi, né a lui né agli altri tre membri reduci dall'ultimo cda targato Zonin, di dimettersi in segno di discontinuità col passato?

Riassumendo, ai due pm chiediamo se abbiano controllato i verbali dei Cda della Roi per verificare le affermazioni di Zonin, ai due politici se Avagnina votò a favore o si astenne sulla prima decisione di acquisto di titoli BPVi e al duo Diamanti Valmarana, ma anche agli altri 4 consiglieri che devono sapere e decidere essendo responsabili solidalmente, perchè ancora non aprono i cassetti?

Ma non ci limitiamo a domandare perchè vorremmo incoraggiare le tre coppie di "intervistati" (no, non interrogati, questo non è il nostro mestiere) sulla percorribilità della via della ricerca della verità sulle dichiarazioni di Gianni Zonin sulla Roi, perchè se quelle risposte fossero meno che vere, beh, forse, comincerebbe a crollare il suo castello di carte proprio sul fronte più facile da "sfondare" vista la difficoltà spesso evocata dal capo dei due pm, Antonino Cappelleri, a dimotrarne gli eventuali, compessi reati finanziari.

Ebbene, cari intervistati, la Regione Veneto ci ha riconosciuto il diritto di avere i documenti della Roi made in Zonin e ci ha consegnato vari documenti.

Tra questi, ecco la necessità di averli, non i verbali dei cda, perchè non è suo dovere conservarli ai suoi atti, ma, ecco la buona novella, questo sì, ci ha inviato l'elenco dei Cda della Fondazione con i loro ordini del giorno.

E, se non abbiamo letto male o se la compilazione dell'elenco non è "completa", ipotesi entrambe, diciamo, fortemente improbaili, nel documento analitico con l'elenco dei verbali e degli ordini del giorno dei cda, che si sono tenuti da quando la Fondazione Roi è nata in poi, risulta che mai è stato convocato e tantomeno mai si è svolto un Consiglio di amministrazione che una volta, una volta sola, si sia occupato di questioni economico finanziariie.

Come la delega a Divo Gronchi a scegliere le migliori azioni per la Roi, quelle BPVi ovviamente, o come la decisione unanime di acquistarele e/o di sottorscriverle...


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