Quotidiano | Categorie: Interviste, Banche, Economia&Aziende

Gianni Mion e la sua intervista esclusiva su proposte ai soci BPVi: da valutare come la lettera ad azionisti che pubblichiamo con le offerte commerciali. Top, ma a rischio bail-in

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 9 Gennaio 2017 alle 22:07 | 0 commenti

In una maratona allo Sheraton di Padova da fare invidia a Enrico Mentana oggi, 9 gennaio, Gianni Mion e Massimo Lanza, presidenti rispettivamente di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, hanno fatto i presentatori "politici" della doppia e simile proposta di transazione illustrata oggi alla stampa (erano una trentina i colleghi presenti o colegati) e avente per destinatari 94.000 soci della ex Popolare vicentina e 75.000 di quella montebellunese, mentre Cristiano Carrus, Ad di Veneto Banca, e, soprattutto, Fabrizio Viola, Ad delle banca di Vicenza e presidente del Comitato esecutivo di quella di Montebelluna, si sono occupati con dovizia di particolari, anche se senza trascurare le stategie, delle modalità tecniche di cui abbiamo riferito in cronaca (qui il link alla "catena" di due lanci sulla BPVi e qui quello alle informazioni sulla sorella trevigiana, come l'ha definita Mion), e che approfondiremo da domani, a bocce  e mente ferme.

A fine maratona, oltre due ore di spiegazioni, slide (alla Renzi?) e domande e risposte con collegamenti anche con i colleghi presenti nelle due sale in teleconferenza atrezzate a Milano e a Roma tutti, telecamere e microfoni in mano, si sono precipitati a intervistare per i botta e rispsta da Tg (domani pubblicheremo i due video completi) Fabrizio Viola, mentre è toccato a noi, diversamente giovani cronisti con i capelli bianchi, fare due chiacchiere, forse per rispetto ma anche per farle meno paludate o mediatiche, con i "trevigiani" Massimo Lanza e Cristiano Carrus, dei cui spunti terremo conto, e, infine, giocarci tre-quattro minuti di intervista col "vicentino" Gianni Mion, di certo capace di difendersi da solo ma senza, comuqnue, gli scudieri di professione schierati a difesa di Viola o in giro a tenere pubblcihe relazioni.

Qui vi presentiamo, quindi, l'intervista, che, per quanto così la si possa definire dopo due ore di parole, frasi, domande più o meno cattive, è da considerare tecnicamente "esclusiva" col presidente.

E, visto che è esclusiva, non ve la riassumiamo ma vi consigliamo di vederla, ascoltarla e studiare le sue risposte per capire qualcosa in più

A volte pochi minuti danno più spunti di due ore, dicono.

Noi ve lo confermeremo domani, a bocce e mente ferme, mentre qui vi proponiamo la lettera tipo che in 94.000 copie partirà domani per i soci che, per la banca vicentina, stanno ricevendo una Befana in ritardo.

Ma mentre per loro, o per alcuni di loro, i più "barricadieri (come mi ha definito Mion, che ringrazio per questa definizione di me come giornalista, i 9 euro (lo stesso vale per i 75.000 di Veneto Banca a cui ne arriverà una simile per il 15% del valore della perdita) saranno una spruzzata di alcol puro sulle ferite da 62,5 euro difficili da rimarginare, lasciamo a tutti valutare anche le proposte commerciali allegate alla proposte di transazione.

Su quelle che prevedono tassi elevatissimi (il 5% annuo) per i nuovi depositi vincolati, triennali o decennali che saranno, ci ha pensato Stefano Righi del CorSera ad accendere del fiamme del dubbio quando ha chiesto se, in caso di default in un periodo così lungo delle banche, sarebbero assoggetatbili a bail-in (loro perdita oltre i 100.000 euro).

E Fabrizio Viola, correttamente come corretta è stata la sua esposizione di oggi (a parte qualche comprensibile silenzio come quello sui soldi che a decine di milioni sarebbero stati bruciati prestandoli incautamente a società di Alfio Marchini, ex candidato sindaco a Roma), non ha potuto non far divampare le possibili fiamme con la sua risposta: "sì, oltre i 100.000 euro e in base alle regole attuali sarebbero, quei depositi passibili di bail in".


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