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BPVi, i titoli del Comune e le esternazioni errate o irresponsabili di Achille Variati che scoraggia i soci a "tutelarsi": aiuta nuovi Mion e Iorio dopo la cecità con vecchi Zonin & c.?

Di Edoardo Andrein Mercoledi 14 Settembre 2016 alle 23:18 | 1 commenti

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Sono 2.256 le azioni della Banca Popolare di Vicenza possedute al momento attuale dal Comune di Vicenza: tutto iniziò con il primo acquisto di 10 quote approvato dal consiglio comunale del 21 novembre 1868. Poi altri acquisti di azioni gratuite e a pagamento avvennero con deliberazioni di giunta nel 1925, nel 1962, nel 1966, nel 1974, nel 1976, nel 1979, nel 1981, nel 1984, nel 1989, nel 1994 (con Achille Variati al suo primo mandato da sindaco e  nel 2005, con sindaco Enrico Hüllweck, uno dei pochi a votare, poi, e da socio privato per l'azione di responsabilità in assemblea contro Gianni Zonin & c., cosa non fatta da chi rappresentava, per conto dell'attuale sindaco, il comune di Vicenza in quell'assemblea. Anche l'ultimo acquisto (o sottoscrizione) avvenne, quindi, oltre dieci anni fa superando in questo modo, come ci ha detto l'avv. Tonino De Silvestri, il limite temporale di dieci anni per intentare eventuali azioni di rivalsa per motivi, comunque, poco plausibili o, meglio, motivabili se riferiti a quell'epoca.

Ma, se rivalse non sono possibili per il Comune di Vicenza, il sindaco Achille Variati si è lasciato andare ultimamente a esternazioni non condivisibili e svianti per decine di migliaia di soci della Banca Popolare di Vicenza che si sono fidati della BPVi negli ultimi dieci anni e soprattutto in occasione degli aumenti e delle sottoscrizioni di azioni e obbligazioni convertende nel 2013 e nel 2014, in pieno flop della banca e in totale e irresponsabile bluff mediatico del giornale locale.

Sul dramma, per i soci, della BPVi durante il Festival della Politica Variati ha, infatti, dichiarato che "non dobbiamo imbrogliare la gente, secondo me nessuno dei soci riceverà un euro, qualcosina forse... La situazione è sfuggita ai sindaci, forse dovevamo capire meglio e prima, me ne sto facendo una colpa anch'io, anche se un sindaco non poteva stare nelle segrete stanze della finanza".

Un'ammissione di colpa apprezzabile, quest'ultima, da parte di chi ha dimostrato in passato una vicinanza all'ex presidente Gianni Zonin e ad ex esponenti di spicco del cda come l'ex presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto.

Ma scoraggiare pubblicamente i soci a intraprendere azioni legali per tentare di recuperare le loro perdite di cospicue somme di denaro in seguito al crollo del valore delle azioni della Popolare è molto grave.

Perchè delle due l'una.

O è una ulteriore, grave, mancata conoscenza delle procedure e delle possibilità legali, illustrate ripetutamente da VicenzaPiu.com e grazie alle quali sono ben attrezzati e agguerriti gli avvocati delle associazioni di soci truffati e dei singli azionisti.

Oppure, peggio, è un altro favore, dopo la mancata attenzione precedente confessata da Variati, alla nuova proprietà della banca, i cui amministratori con in testa Gianni Mion, Salvatore Bragantini e Francesco Iorio continuano, come denunciato anche da diverse associazioni di consumatori impegnate nell'assistere i soci BPVi, a rallentare i tavoli di conciliazione e a scoraggiare, per gli interessi di Atlante, come ha fatto il sindaco e presidente della Provincia di Vicenza, i soci a "tutelarsi" pur essendoci già a bilancio, e sia pure sotto varie voci, una cifra superiore a un milardo di euro, adeguata ulteriormente anche in fase di semestrale appena approvata, per le possibilità di "ristoro" che Variati limita a "qualcosina"!

Sono parole quelle del primo cittadino di Vicenza che vanno, quindi, non solo contro gli autorevoli consigli lanciati su VicenzaPiùTv dall'ex magistrato di Cassazione e pm della procura di Vicenza, Tonino De Silvestri, uno che Zonin provò ad indagarlo prima di doversene... andare, ma anche contro tante  associazioni, come la temutissima e numerosissima "Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza", e contro gli inviti ripetuti dell'avvocato Franco Conte, presidente regionale di Codacons, che non fa altro che invitare i truffati a venire fuori dal guscio ripetendo (e documentando) che le possibilità di recupero sono rilevanti: "come avvenuto per le obbligazioni Parmalat e per i bond argentini di cui abbiamo recuperato il 150%!".

A bocciare il “consiglio” di Variati ora è arrivata anche la multa da 4,5 milioni di euro dell'Antitrust che, sconfessando l'operato della BPVi, comprova e ufficializza l'esistenza di ampi scenari per i risarcimenti.

Il primo cittadino di Vicenza forse dovrebbe dare consigli diversi ai suoi concittadini.

O almeno, a volte, tacere.


Commenti

Inviato Giovedi 15 Settembre 2016 alle 07:50

Come può Variati andare contro, in questo caso nemmeno tuona, forse fa ancora le fusa.
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