I Malacalza soci Carige mettono in liquidazione la Omba di Torri di Quartesolo: a lanciare il grido di allarme è Diego Marchioro
Sabato 23 Dicembre 2017 alle 12:55 | 0 commenti
A sollevare il problema della messa in liquidazione scattata a metà dicembre della Omba di Torri di Quartesolo (specializzata nella fabbricazione di strutture metalliche e parti assemblate di strutture), "e non per me che ci lavoro da oltre 40 anni e che sono a un passo dalla pensione ma per le famiglie e per il paese" ci tiene a precisare, è Diego Marchioro, ex sindaco Pd di Torri che lo aveva rivelato a noi e ad altri media chiedendo di approfondire la situazione prima di scriverne ma che, rotto il "patto" da altri colleghi", ci teniamo a ringraziare pubblicamente per aver sollevato una ennesima cappa "alla vicentina" su una situazione di grave crisi del territorio che, almeno ai sindacati dovrebbe essere nota.
Fondata nel '50 dai fratelli Maraschin, la Omba fu acquisita e salvata nel 2001 dai Malacalza di Genova (soci di riferimento di Carige e "proprietari della Omba tramite uan finanziaria lussemburghese a cui mi risulta non faccia difetto al liquidità ") che l'hanno portato a un grande sviluppo culminato dal 2014 al 2016 fino a 80 milioni di euro di fatturato annuo poi dimezzatosi nel 2017 anche perchè "pur avendo lavorato a pieno regime fino ad agosto e con turni doppi o tripli, pare non stia incassando il dovuto da alcuni grossi committenti, tra cui, in primis, la società Condotte, uno dei più grossi general contractor per cui la Omba sta realizzando le travi dei viadotti per le ferrovie algerine impegnate a realizzare la linea Trans-Maghrebina in Africa del Nord".
E se non si viene pagati...
Intanto i 147 dipendenti di inizio 2017 diventano 125-130 perchè i contratti a termine non vengono rinnovati, poi da settembre scatta la cassa integrazione a rotazione pagata dall'azienda e poi arriva... la liquidazione.
Se gli stipendi, a conferma della serietà da questo punto vista e della solidità finanziaria del gruppo, sono tutti pagati così come le tredicesime, cresce proprio a Natale la preoccupazione per il futuro dell'azienda storica di Torri e non solo tra le famiglie dei dipendenti attuali ma anche per l'economia locale che da una chiusura totale dello stabilimento subirebbe gravi danni da sommare a quelli dei terzisti che in Veneto e nel nord Italia contribuiscono a fare il 50% delle lavorazioni della Omba.
La palla, ora, passa al management e alla famiglia Malacalza, sperando che la sua liquidità non sia stata drenata dal complesso aumento di capitale di Carige sottoscritto per non aggiungere una vittima al lungo elenco delle banche saltate e che la messa in liquidazione della Omba non sia il preludio a far cassa magari grazie a una cessione accompagnata da tagli di personale.
Attualmente il portafoglio ordini dell'azienda ammonterebbe già a 30 milioni di euro, un bel bocconcino immediato e in prospettiva per nuovi investistori che ci si augura, lo leggiamo nel messaggio subliminale di Marchioro, non vogliano goderselo a spese dei lavoratori.
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