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L'azione di responsabilità della BPVi contro Gianni Zonin & c.: in esclusiva il documento integrale. Come anche quello con la replica dell'ex presidente

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 24 Settembre 2017 alle 13:05 | 0 commenti

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I media: per Gianni Zonin è "improcedibile" la richiesta di danni avanzata da BPVi per i soci. VicenzaPiù: pubblichiamo la richiesta per un'aula più ampia del tribunale contestato

Ieri abbiamo pubblicato l'articolo di La Verità che riferiva di possibili "aiuti" in passato da parte della Banca Popolare di Vicenza al Partito democratico, che ora ha designato il suo potente tesoriere Francesco Bonifazi a far parte della commissione d'inchiesta parlamentare sulle banche, tra cui proprio la BPVi con cui si incontrava per cercare fondi per il Pd e segnatamente per salvare il quotidiano di partito, l'Unità.

 

A tal riguardo ricordiamo ai nostri lettori come anche Alessandra Morettichiese risorse alla ex Popolare Vicentina, come da noi rivelato, non smentito, a fatica, dalla candidata dem alle regionali e come confermato subito da Gianfranco Simonetto, allora al vertice della Maltauro, che, proprio per il giorno dell'arresto di Enrico Maltauro per le tangenti Expo, organizzò la relativa cena elettorale  a cui presenziarono oltre a svariati imprenditori confindustriali anche i vertici della BPVi tra cui Samuele Sorato.  

Zonin, De Castro, Moretti, Veltroni e FarinettiChe difficilmente gustò le portate della cena chez Maltauro senza che il menù (gastronomico e... lobbystico) fosse noto anche al suo presidente di allora, Gianni Zonin, che ricordiamo, infatti, ritratto a Piazza dei Signori in una splendida foto che lo mostra in visita a un gazebo della ora consigliera regionale insieme, oltre che al parlamentare Pd europeo Paolo De Castro, a tal Walter Veltroni e a Oscar Farinetti, ideatore di Eataly e "gastronomo" politico di Matteo Renzi, 

Ma un altro squarcio sulla articolata vicenda della fu banca dell'ex presidente Gianni Zonin lo abbiamo aperto riferendo di un altro articolo, questa volta su Il Corriere del Veneto che riferisce della "controffensiva nella causa "civile" di Zonin: eccezione contro azione di responsabilità".

In buona sostanza i legali del viticoltore di successo prestato alla banca fin quasi alla sua chiusura sostengono l'impossibilità della BPVi in Liquidazione coatta amministrativa di portare avanti l'azione di responsabilità contro Zonin & c., prima di intonare il ben noto tema siculo del "Nente saccio nente vitte e nente vogghio sapire", di certo offensivo per l'ora vecchietto Zonin, visto che gli attribuisce una chiara "incapacità di intendere" per una parte almeno degli anni, 36 per 'esattezza", passati, quando le sue facoltà dovevano essere così intatte e ammalianti da trascinare le folle dei risparmiatori verso la sua "musìna", nel cda della banca, di cui circa 20 alla presidenza. 

Leggendo l'articolo del CorVeneto viene fuori, quindi, che gli avvocati, tra cui immaginiamo anche il prof. Enrico Ambrosetti, quello che sta ancora incassando parcelle consistenti dalla già depredata Fondazione Roi per attaccare, a botte di richieste di danni milionari, chi, come noi, ha rivelato l'autore della sua demolizione (cfr. "Roi. La fondazione demolita") , citano a sostegno delle loro tesi di improcedibilità per l'azione di responsabilità presso il Tribunale delle Imprese di Venezia la Suprema Corte di Cassazione quando avrebbe osservato (in quale sentenza? A sezioni riunite?) che «la messa in liquidazione coatta amministrativa di una società configura l'evento della perdita di capacità di stare in giudizio».

Allora, visto che a sostenere questa tesi ci sono fior di costosi avvocati (se noi, direttori a partita Iva facciamo fatica a pagare i nostri, anche se ben più parchi, non si sa bene come i suoi luminari vengano pagati da Zonin, che tutto ha regalato ai figli...), ci siamo detti: è meglio dare peso all'affermazione di cotanto collegio e mettere in conto che l'azione di responsabilità finisca nel nulla, come tecnicamente d'altronde è già probabile visti i tempi della (in)giustizia italiana e la complessità della materia.

E allora tutto finirà nell'oblio come è possibile finisca nell'oblio anche la parte penale?

Noi in tribunale poco potremmo fare se non riferire, e al massimo commentare, quanto dovesse avvenirvi se mai avverrà...

Ma da giornasti(ni), molto di più possiamo e dobbiamo fare: rendere note a tutti, dopo le tesi aggiornate della difesa riportate su altri media, anche le motivazioni e le richieste dei danni ascritti alla gestione degli ultimi anni dell'era Zonin.

Come ben precisato nel documento che vi proponiamo qui (suggerendovi di leggere in particolare il capitolo 6 sulle "condotte rilevanti" e il capitolo 7 su "danno subito dalla banca" e sui "soggetti responsabili") per i legali della allora ancora sopravvissuta Banca Popolare di Vicenza quei danni non sono tutti così come, per noi e molti altri, ora, i responsabili non sono solo quelli interni all'istituto (leggete anche, e dopo, il capitolo 4 sugli organi di vigilanza e confrontatela, la vigilanza, con la sua reale... applicazione).

Ma, se un tribunale li precisasse e li rendesse esigibili da qualcuno, beh, forse, al di là della realizzzazione di un minimo di giustizia terrena, per i soci, ad oggi gli unici "traditi e basta", ci sarebbe qualche euro in più (i legali della BPVi ne chiedono oltre 2 miliardi) su cui contare per recuperare i 62.50 euro per ogni azione che il non allora incapace di intendere Gianni Zonin li convinse a versare nella casse della banca, prima che quei soldi e la banca sparissero.

Ma se i soldi (miliardi e miliardi) non spariscono, ma cambiano solo tasca, anche la BPVi in liquidazione c'è e ha il diritto oltre che il dovere di rivalersi su chi l'ha portata ad essere liquidata. 

 

P.S. Se la memoria non ci inganna abbiamo in passato pubblicato le tesi difensive originarie e nel merito di Gianni Zonin, ma per onestà intellettuale rileggetele qui. A parte quelle c'è ora il tentativo di provare a interdire la Liquidazione ad agire, ma confidiamo nell'ex Ad Fabrizio Viola ora commissario liquidatore a dar mandato ai legali di fare in modo di non aggiungere alti dubbi sulla gestione di quel che resta della Banda Popolare di Vicenza.


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