Dimentico dei soci BPVi beffati il quotidiano confindustriale gioisce dopo la Brexit per Atlante fuori dalla Borsa e "rivaluta" Zonin ancora alle prese con bilancio Fondazione Roi. Ristampata "Vicenza. La città sbancata"
Sabato 25 Giugno 2016 alle 23:33 | 0 commenti
Dopo aver ospitato sul quotidiano confindustriale diretto da Ario Gervasutti, «barcate di interviste in cui i vari Zonin, Zigliotto e Sorato spiegavano senza contraddittorio alcuno perché fosse conveniente comprare titoli a 62,50 euro ognuno e come fosse un bieco cospiratore chi mettesse in dubbio il loro "verbo"» Marino Smiderle qualche giorno fa, scrivevamo ieri, 24 giugno, si preoccupava per i 10 centesimi ad azione che aveva pagato il Fondo Atlante per "prendere (a caro prezzo, se si confrontano i parametri delle altre banche quotate) BpVi". Oggi l'ex "bancArio" e da anni pennino magico dei fatti di Via Btg. Framarin e di palazzo Zonin Longare, continuando a dimenticare che grazie anche ai suoi (inconsapevoli?) "consigli per gli acquisti" più di 118.000 soci hanno perso un contro(non)valore di oltre sei miliardi, tira un sospiro di sollievo sempre per i nuovi padroni del fondo della Quaestio Sgr di Penati, una volta scappati dalla stalla i precedenti,.
Se questi di cognome fanno Zonin, Sorato, Zigliotto & c., ma sono innominabili per decine di migliaia di defraudati, nonni e nonne, padri e madri, operai e dipendenti, artigiani e piccoli, medi e, perchè no?, anche grandi imprenditori, ma non appartenti alla "botte magica" di Gianni Zonin, per i nuovi gestori del Fondo Atlante, proprietario del 99,37% della fu banca Popolare di Vicenza, il collega anagraficamente di Thiene ma Marino per nascita si chiede (e si risponde, oggi come sempre) dopo il crollo della Borsa dopo la Brexit: «Cosa sarebbe successo se la Banca Popolare di Vicenza fosse riuscita a centrare l'obiettivo quotazione un paio di mesi fa? Semplice: i miseri 10 centesimi, che già in quelle condizioni nessuno era disposto a investire per acquistare un'azione, oggi sarebbero solo un lontano ricordo. E il miliardo e mezzo di nuovo capitale versato oggi varrebbe, se fosse andato tutto bene, la metà ...».
Dimenticando che prima che Atlante versasse 10 centesimi ad azione per un totale di 1,5 miliardi, che in Borsa, lo assicura l'infallibile Smiderle, oggi sarebbero valsi la metà facendo perdere 750 milioni di euro ai nuovi padroni che di mestiere fanno gli investitori finanziari, i vecchi 118.000 soci, che erano dei semplici anche se ingenui risparmiatori avevano, comunque, già perso per ogni azione ridotta a carta straccia ben 62,40 euro, cioè 6.240 centesimi, per un totale di 6,3 miliardi, il collega va ben oltre la gioia per lo scampato pericolo per Atlante e afferma imperterrito dopo il crollo in Borsa delle quotazioni della latre banche: «... Meglio starne fuori, allora? Questo è il ragionamento che è stato fatto durante l'era di Gianni Zonin: continuo a pensare che l'azione valga 62,5 euro (o 10 centesimi) e faccio finta che in Borsa non sia successo nulla. In realtà Atlante, che da ieri è ufficialmente il proprietario (quasi) unico di BpVi e pure di Veneto Banca, sa bene che il suo investimento (obbligato) è già svalutato prima ancora di cominciare...».
Sentitosi "strategicamente" rivalutato dal suo giovane allievo Smiderle, che "osa" far supporre che i problemi della Banda Popolare di Vicenza fossero nella quotazione fasulla delle azioni e non nei buchi di bilancio, il vecchio Gianni Zonin, caro affettivamente al quotidiano confindustriale ma anche molto caro, troppo costoso, cioè, per i soci truffati e per tutto il territorio ora entrato in una prolungata recessione, potrà finalmente dedicarsi a chiudere, con tutti i rinvii consentiti dalla legge per evidenti problemi (tecnici?), un altro bilancio disastrato, quello della Fondazione Roi, che, senza un bilancio approvato, non potrà mai avere un nuovo Cda che se ne assuma la responsabilità .
Dei dati completi del bilancio e degli atti che lo avranno preceduto e determinato avremo piena conoscenza quando li chiederemo per difenderci dalla citazione per un milione di euro di danni subita dal vignaiolo di Gambellara, che, facendo pagare gli avvocati alla Fondazione, ci darà , però, modo di difendere con quei dati non tanto noi quanto la Roi stessa che in pancia si è ritrovata milioni di euro di azioni BPVi poi azzerate e un cinema semi diroccato...
Anche su questa vicenda troverete dettagli in "Vicenza. La città sbancata", che raccoglie in 342 pagine (a 9,99 euro il libro, a 4.99 l'eBook) il racconto che dal 13 agosto 2010 abbiamo fatto su VicenzaPiu.com del caso BPVi, rivelatosi drammaticamente diverso dalla favolosa (favolistica) narrazione fattane su buona parte della stampa locale, e che da lunedì sarà di nuovo disponibile dopo la consegna della sua prima ristampa nelle vecchie e nuove edicole e librerie a cui stiamo consegnando altre centinaia di copie.
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