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Il salto di qualità di Luigi Ugone presidente di "Noi che credevamo nella BPVi": mentre il sistema tende a dilatare i tempi, i soldi ai soci truffati li diano Banca Italia, Consob e KPMG

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 18 Settembre 2017 alle 00:37 | 0 commenti

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Sabato si è svolta la lunga assemblea - opera drammatica (piena di contenuti ma troppo lunga perchè tutti ne cogliessero i più importanti) dell'associazione "Noi che credevamo nella BPVi", associazione e assemblea presiedute da Luigi Ugone, un protagonista per molti imperscrutabile di questi anni di lotta contro chi ha truffato decine di migliaia di soci di Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza. Dei risparmiatori vicentini l'associazione vicentina è la rappresentante se non più numerosa di sicuro la più combattiva: vuole soldi per restituire ai soci BPVi il loro denaro ma anche giustizia per rendere alle tante signora Maria e ai molti, troppi signor Bepi la loro dignità.

Dell'assemblea, in cui le voci dei soci, però, sono rimaste in sottofondo (un difetto per un'assemblea), abbiamo pubblicato il video integrale in cui in primo piano c'è sempre il maieuta Ugone che "interroga" quelli che lui chiama ospiti ma che di fatto sono gli strumenti che usa per arrivare alla dimostrazione della sua verità, non quella assoluta, ma, comunque, una faccia della verità, visto che di sfaccettature è fatta la verità.

Lui, però, una la mostra sempre e anche sabato 16 ha scoperto con leale razionalità una faccia, nuova per i suoi associati, che sono stati le vittime più indifese di bugie, tante, troppe imbastite e dette da un sistema di malfattori e truffatori: dagli esecutori (con sede nella BPVi, dai piani più alti fino ad alcuni di quelli intermedi) che pensavano di essere anche ideatori, ai complici e ai collusi (rappresentanti di categorie e politici che ancora sono certi di non essere corresponsabili del dramma in atto) e fino agli ideatori e gestori della truffa di sistema.

Costoro, lo hanno capito non tutti sabato, ma Ugone sì, pensavano di poter utilizzare all'infinito, per i loro ancora non chiari e massonici obiettivi, gli esecutori con l'accondiscendenza dei complici e dei collusi.
Ebbene questo non è stato visto che il gioco è saltato prima dell'ultima carta, almeno per BPVi e Veneto Banca, oppure, più facile, il sistema tuttora usa gli esecutori, altri da Gianni Zonin & c., coperto da complici e collusi, gli stessi o i loro successori ai piani alti del governo, politico e finanziario, del Paese per raggiungere il suo vero obiettivo che sarebbe troppo banale identificare col salvataggio di MPS a spese della Banche venete e di altre, tante ancora, ma che potrebbe, più razionalmente e cinicamente, consistere nella banca unica per una finanza unificatrice degli interessi maggiori.

Ebbene all'assemblea dei soci truffati sabato è stata data l'informazione dell'ineluttabilità di doversi insinuare al passivo delle due banche in liquidazione coatta amministrativa, i cui tempi si allungano perchè la Gazzetta non ha ancora pubblicato il decreto di messa in LCA delle due ex banche (da quando lo farà ci saranno 60 giorni per insinuarsi).

Ma se in molti si sono tranquillizzati per avere ancora il tempo per iscriversi in un elenco lunghissimo che verrà esaminato a partire da quando sarà completato (tempi biblici visto che ci si potrà insinuare anche in ritardo), pochi hanno fatto i conti col tempo che chi ha ideato il decreto "premia Intesa Sanpaolo" vuole sia il più lungo possibile per scoraggiare gli aventi diritto a chiedere per, poi, sperare di ricevere le briciole che resteranno dalle attività altrettanto lunghe, della SGA per recuperare gli NPL il cui fantomatico ammontare di 20 miliardi perderà strada facendo gran parte della sua reale monetizzabilità.

Detto questo, e  domani estrarremo dalle quattro e passa ore del video la parte che riguarda le modalità di insinuazione al passivo, ci autocitiamo, visto che la registrazione di quanto abbiamo detto durante il nostro interevento è incomprensibile per un problema di audio non imputabile a noi.

Abbiamo detto sabato che ai soci truffati ora non interessa più di tanto trovare i ladri specifici, di cui noi fin dal lontano 13 agosto 2010 (cfr. "Vicenza. La città sbancata") avevamo cominciato a diffondere gli identikit nei nostri articoli, ma a loro serve che sia ritrovata o sostituita con valori equivalenti la refurtiva.

Se sarebbe un bel gesto, per quanto legato anch'esso alla lunghezza temporale, che lo Stato, dopo aver emanato un decreto "premia Intesa Sanpaolo" pieno di illegittimità facesse un'altra legge, sia pure anomala, per far restituire dalla LCA soldi ai soci prima che allo Stato, Luigi Ugone ha dato consistenza di popolo a quanto da tempi diciamo su questo mezzo.

Noi che abbiamo sempre puntato il dito contro le ormai indiscutibili responsabilità, che inizialmente si volevano negare, di Gianni Zonin & c, da tempo stiamo evidenziando il suo ruolo di grande, sì, ma esecutore, con la complicità dei dirigenti associativi e dei politici locali di livello, di un disegno superiore che persegue un sistema che plasticamente è rappresentato da Banca d'Italia e Consob.

Ebbene Luigi Ugone e la sua associazione, col supporto di legali ed esperti, hanno fatto un grande salto di qualità che abbiamo sintetizzato nel titolo e che, dopo questa lunga premessa esplicativa, chiariamo.

Se hanno truffato i propri soci presidenti, consiglieri e sindaci, costoro paghino pure davanti alle legge, ha detto alla fine Ugone con i suoi esperti alla fine dell'assemblea di "Noi che credevamo nella BPVi", come aveva preannunciato varie volte, ma troppo tardi perchè rimanessero ad ascoltarlo i molti che, stanchi, erano già andati via, "a pagare i soci siano Banca d'Italia, che di capacità economiche ne ha di incommensurabili, e Consob che con i loro non controlli (dovuti a incapacità e/o a volontà precise) hanno reso possibile quanto gli esecutori locali hanno drammaticamente fatto ai danni dei soci risparmiatori".

Ecco questa è la strada rivoluzionaria che Ugone ha preannunciato di voler seguire per via legale senza nulla più chiedere ai politicanti ma pretendendo il maltolto da chi può e deve restituirlo: a parte la società di revisione KPMG, responsabile ma senza fondi reali, Consob e Bankitalia.

Amen.


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