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L'Alta Velocità "ingoiata" come una Tic Tac dal Consiglio comunale addomesticato: che dice sì a Variati e non osa prendere posizione sullo scandalo della BPVi targata Zonin e Zigliotto

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 30 Giugno 2016 alle 23:53 | 0 commenti

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Oggi in Consiglio comunale andava in scena la commedia dell'approvazione dell'idea "sindacale" per l'attraversamento di Vicenza della linea dell'Alta Capacità Alta Velocità (stazione in centro, ci piace, e una inutile, non ci piace, ma di certo dispendiosa fermata in Fiera, non meglio definita e senza un piano economico, ha detto Liliaan Zaltron di M5S, che non sia l'utilità di certi espropri danarosi in quell'area a fronte di espropri dolorosi di case abitate in città. Di fronte alla Sala Bernarda stendevano, intanto, un striscione di protesta contro il cemento che ha ricoperto e sta sommergendo la città forse ex Unesco della Banca ex Popolare di Vicenza dell'area ex ricca del Veneto, i soliti pochi impegnati, come pochissimi, 547, sono stati i partecipanti allo sparuta consultazione online e ben poco significativi quelli coinvolti nel sondaggio Ipsos (i chiamati erano i possessori di telefoni fissi...).

Mentre la popolazione attiva (e magari interessata ai treni più o meno veloci)  è formata da giovani, lavoratori, professionsiti, manager e piccoli, medi e grandi imprenditori impegnati nello studio, nei posti di lavoro e in azienda e di certo non raggiungibili da un fisso, impazzava la doppia burla di una consultazione online mai promossa adeguatamente dai media amici degli amici, timorosi che indicasse strade non gradite ai loro editori, e di 600 telefonate della Ipsos, sicuramente professionali e perciò ben pagate, ai cari nostri vecchietti e pensionati che hanno ancora il fisso e bloccati a casa davanti alla tv o a fare le pulizie.

Eppure la doppia burla di una doppia consultazione anomala, che, ha detto Valentina Dovigo, ha preso arbitrariamente il posto delle forme di consultazione prevsite dallo statuto comunale, ha permesso al sindaco Achille Variati di metter su la pantomima di un brindisi alla partecipazione (quale?) e al consenso (pilotato?) per i suoi progetti figli dei soliti privilegi e dei soliti interessi.

Quelli sui peggiori dei quali nulla fanno e, addiritura, nulla dicono lui, la sua Giunta e la sua maggioranza ma anche un'opposizione politicamente in gran parte inesistente, meno Liliana Zaltron e Daniele Ferrarin di M5S e Valentina Dovigo,  e comportamentalmente appiattita nell'inchino ai potenti e a chi esercita anche poteri elementari.

Fuori sala Bernarda ci siamo permettessi di ricordare a uno stimato consigliere di maggioranza e a una apprezzata assessora che Vicenza è troppo frequentemente vittima di azioni di corrotti, malfattori e privilegiati di cui tutti siamo (sono?) responsabili se non per averci fatto accordi almeno per non aver lottato contro quelli che sono stati e sono "cattivi cittadini o per non averli individuati in tanti anni di "frequentazione".

Chi sono?

Ne abbiamo pubblicato qui un elenco parziale , che comprende vari livelli di dipendenti comunali, su cui primeggia Cristiano Rosini, ma soprattutto gli indagati Gianni Zonin, Giuseppe Zigliotto e Antonio Bortoli e il condannato in primo grado Matteo Marzotto.

Chi vi scrive ha 65 anni, di esperienze, nazionali e internazionali, sportive e aziendali, ne ho maturate. Ma una mi ha toccato intimamente, il caso del club di volley femminile che dirigevo, prima che fondassi questo mezzo di informazione indipendente e per una certa fase mentre lo lanciavo, e che mi portò al centro di una spiacevolissima storia che è parzialmente nota e che in futuro mi riprometto di far conoscere ancora di più.

La presidenza di un club di volley, sia pure di A1, è, penso, ben poca cosa in termini di responsabilità verso la comunità rispetto alla presidenza di una Banca, di un'Associazione di Industriali, di una Fiera e nei confronti della direzione di una macchina complessa come un Comune delle dimensioni di Vicenza.

Era ben poca cosa la mia presidenza sportiva ma, quando fui colpito da un avviso di garanzia, mi dimisi.

Subito.

Questo è un fatto, di cui io stesso parlo, sia pure con dolorosa amarezza.

Gli altri che ho elencato sono altri fatti, di cui Variati, giunta, maggioranza e, quasi, tutta l'opposizone non parlano.

Per colpevole complicità o inaccettabile incapaità di guardare intorno.


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