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L'incontro di Pierpaolo Baretta con Luigi Ugone e la delegazione di "Noi che credevamo nella BPVi": noi c'eravamo

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 21 Febbraio 2017 alle 17:06 | 0 commenti

Pierpaolo Baretta, sottosegretario dell'Economia e delle Finanze, lo abbiamo incontrato e intervistato per la prima volta a Vicenza il 26 novembre 2016 in occasione dello "sfortunato" convegno beffa organizzato sul flpo della Banca Popolare di Vicenza  al teatro cittadino dal sindaco e presidente della provincia di Vicenza, Achille Variati, mal guidato dal presidente di una sedicente Associazione nazionale, e disertato dalle vere e più consistenti Associazioni che rappresentano la maggior parte dei soci delle due ex Popolari venete. Tra queste quella più fattiva a Vicenza, "Noi che credevamo nella BPVi", lo aveva invitato alla sua grande assemblea del 4 febbraio scorso trasmessa in diretta streaming su VicenzaPiu.tv e ora disponibile sul canale Youtube di VicenzaPiu.com ma, impossibilitato a venire per altri impegni, il sottosegretario di origini anagrafiche veneziane e di formazione sindacale tra i metalmeccanici della Cisl aveva invitato il presidente dell'Associazione, Luigi Ugone, a Roma per un incontro riservato proprio a Noi che Credevamo nella BPVi.

L'incontro, a cui noi c'eravamo, si è svolto oggi presso la sede del Ministero dell'Economia e delle Finanza (Mef) in Via XX Settembre con a fianco di Pierpaolo Baretta il suo segretario personale, Salvatore Biondo, mentre la delegazione dei soci della BPVi era formata oltre che dal presidente Luigi Ugone assistito dall'avvocato Andrea Filippi, anche da Barbara Gelaini, Mario Zambon, Daniele Marangoni e Lorenzo Cracco.

Ci sarebbe tanto da scrivere su un incontro che nell'arco di oltre un'ora di confronto sereno e pacato è stato forte e intenso di contenuti (sui soci traditi, sulla banca, sulla magistratura, sulle responsabilità locali da Gianni Zonin in giù o... in su, sul mancato impegno dell'imprenditoria locale che pure è stata compartecipe dei motivi della crisi della ex Popolare, sul suo presente e sul suo futuro) ma la mia presenza "particolare", permessa dall'ospitalità di "Noi che credevamo nella BPVi" e consentita dalla cortesia del sottosegretario, che bene ricordava la mia intervista a lui "fatta di lunghe domande", mi spinge oggi a limitarmi al succo dell'incontro per rinviare altre informazioni e riflessioni a un momento successivo
L'ho raccolto, il succo, nella video intervista finale in cui Baretta focalizza i tre punti cardine della discussione: la richiesta di Ugone & c. di allargare l'azione di responsabilità alla gestione di Francesco Iorio, l'opportunità di riconoscere ai piccoli azionisti risparmiatori un indennizzo maggiore dei 9 euro oggi messi sul tavolo e la collegata indispensabilità di un recupero di fiducia da parte dei clienti nella "nuova" BPVi e dell'agglomerato che nascerà con Veneto Banca.

Fiducia che, partendo da un "ristoro" maggiore di quello attuale, porti i soci clienti, almeno quelli non legati per la loro "sopravvivenza" al recupero dei risparmi ad oggi persi, a rimanere in quella che per 150 anni era stata la banca loro, dei loro genitori, dei loro nonni...

E alla fine Baretta, molto concreto, e Ugone, molto pacato, da buoni veneti si lasciano con un invito del secondo e una promessa del primo: presenziare alla prossima assemblea di "Noi che credevamo nella BPVi".

Allora ne sapremo molto di più di quanto si è discusso oggi oltre che del futuro della banca (anzi delle due ex Popolari) e potremo verificare se si trasformeranno in realtà gli auspici riassunti anche nella nota ufficiale del sottosegretario emessa a fine incontro e che pubblichiamo di seguito.

 

Banche venete, il sottosegretario Baretta incontra i rappresentanti dei risparmiatori

Discutere del futuro della banca e del ruolo dei suoi risparmiatori. Questi gli obiettivi dell'incontro, avvenuto oggi a Roma presso la sede del Ministero dell'Economia e delle Finanze, tra il sottosegretario Pier Paolo Baretta e i rappresentanti dell'associazione "Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza".
Tre i punti al centro del confronto:
• l'estensione dell'azione di responsabilità;
• la dimensione e la qualità dei rimborsi per gli azionisti e i risparmiatori;
• le ipotesi di reinvestimento, a partire dall'argine alla "fuga" dei depositi.
L'obiettivo dell'operazione è recuperare il rapporto di fiducia con cittadini e investitori per consentire alla banca, anche grazie alla garanzia dello Stato, di rilanciare la propria azione e di riaffermarsi quale istituto del territorio.


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