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Gianfranco Pavan nel 2015 vende azioni della Banca Popolare di Vicenza a 62,50 €: è cognato di Zonin, ex membro del Cda e presidente Immobiliare Stampa, della BPVi

Di Rassegna Stampa Sabato 7 Maggio 2016 alle 13:45 | 1 commenti

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di Claudio Gatti, da Il Sole 24 Ore
Quella della Popolare di Vicenza è una grande tragedia. Soprattutto lo è per i quasi 120mila soci rimasti oggi con un pugno di mosche. Ma c'è anche a chi è andata alla grande. Ci riferiamo alle sette persone fisiche e due giuridiche che nel 2015 detenevano pacchetti azionari della Banca Popolare di Vicenza superiori agli 8mila titoli e che sono riuscite a venderli quando l'azione valeva ancora 62,50 euro. Tra loro spicca un nome. Quello di Gianfranco Pavan, ex consigliere della banca vicentina e cognato del suo patron storico, Gianni Zonin.

Il 27 gennaio 2015, quando all'azione della Bpvi era ancora attribuito un valore che oggi appare a tutti strabiliante ma che all'epoca fu vidimato dall'esperto della Bocconi Mauro Bini, Gianfranco Pavan è riuscito a incassare un milione e 750mila euro vendendo 28mila titoli che oggi non valgono praticamente nulla.
Il Sole 24 Ore ha pensato che l'impresa meriti un'intervista.
Quando ha venduto quei titoli, lei era ancora parte del Gruppo Popolare di Vicenza?
No.
Era già fuori?
Sì.
In Immobiliare Stampa fin quando è rimasto?
Sono rimasto fino alla chiusura dell'esercizio 2015.
E quell'esercizio si è chiuso nel 2016, giusto?
Sì.
Quando ha venduto i titoli dunque era in Immobiliare Stampa.
Sì.
E Immobiliare Stampa non è parte del gruppo Popolare di Vicenza?
Sì, è nel gruppo... ma non c'entra niente come gestione.
Le avevo chiesto se era ancora nel Gruppo. La risposta, dunque, è affermativa.
Sì, sì... ero presidente di Immobiliare Stampa.
Lei è uno dei pochissimi soggetti riusciti a liberarsi delle azioni alla vigilia del loro tracollo.
Io avevo chiesto di venderle nel 2012.
Lei e molti altri azionisti della Vicenza.
Io so che ho cominciato a chiedere nel 2012, e ho insistito più volte nel 2013. E alla fine ne hanno comprate solo le metà di quelle che avevo chiesto.
Il punto è che a partire dal 2012 molti azionisti hanno tentato di vendere, ma pochi ci sono riusciti.
Questo non lo so.
Non lo sapeva che era difficile vendere?
No... oddio, che ci fosse una certa richiesta...
Lei è uno di pochissimi azionisti riusciti a vendere a 62,50 euro azioni che adesso varrebbero 10 centesimi. E' casuale il fatto che sia cognato di Gianni Zonin e consigliere della banca?
Il fatto che sia il cognato di Zonin... non è che avessimo dei particolare rapporti.
E allora come mai proprio lei?
Io posso chiedere invece come mai non me le hanno ricomprate tutte.
Lei è stato consigliere da quando a quando?
Questo non lo ricordo... una decina di anni.
A suo giudizio nel corso di 17 anni di presidenza, quella di suo cognato è stata una gestione oculata?
Posso dire che lui aveva una visione molto ottimistica. Le sue erano logiche espansive. Ma i tempi sono cambiati... se poi sono state fatte azioni scorrette, questo non lo so. Io come consigliere queste cose non le ho viste.
Non ha mai avuto l'impressione che suo cognato gestisse la banca come se fosse il proprio salvadanaio?
Mah, la gestiva in termini abbastanza... insomma anche nei giornali appariva come la banca di Zonin. Più che altro per la personalità che aveva. E che ha. Io come operatività non... non sono mai emersi fatti strani.
Quindi lei non ha mai avuto alcuna impressione che la banca fosse gestita in modo poco oculato?
In consiglio di amministrazione né io né altre persone qualificate abbiamo mai avuto impressione ci fosse niente. D'altra parte ci sono state ispezioni varie, e i risultati non sono mai stati di allarme. Tutti i rapporti di audit, di compliance, di risk management non hanno mai segnalato niente di anomalo.... Adesso è venuta tutta un'altra visione.
Non è venuta fuori un'altra visione, è venuta fuori un'altra realtà.
Ecco... un'altra realtà. Ha ragione lei... che però al Consiglio di amministrazione non era apparsa così... non è stata mostrata così.


Commenti

Inviato Sabato 7 Maggio 2016 alle 15:21

Infatti io non credo che nessuno sapesse, ai piani alti, ritengo che quanti non hanno voluto ascoltare, sentire e vedere siano colpevoli quanto Zonin...e probabilmente succederà in futuro anche con "altre realtà fiorenti" ...
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