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Processo BPVi, terminate le sedute dell'udienza preliminare per le costituzioni di parte civile contro Zonin & c. Il 21 il Gup Roberto Venditti stilerà calendario udienze

Di Angelo Di Natale Venerdi 15 Dicembre 2017 alle 12:22 | 0 commenti

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Ad un certo punto il cancelliere accetta l'ultimo avvocato in fila e dice stop. Completata oggi la deposizione delle richieste di costituzione di parte civile nella terza delle tre sedute della prima settimana, dedicata di fatto a questo unico adempimento, dell'udienza preliminare per il crac della Banca Popolare di Vicenza. Oggi le misure di sicurezza, disposte intorno al Tribunale di Borgo Berga, sono apparse meno stringenti, grazie alla buona prova, nelle prime due giornate, data dalle procedure di identificazione e perquisizione nei punti di accesso e dal collaudo che hanno potuto farne gli operatori addetti.

Anche oggi un centinaio di avvocati in fila, nessuno dei quali però con pacchetti di migliaia di richieste. Il numero stimato di circa diecimila ipotizzato dopo la seduta di ieri non dovrebbe discostarsi molto da quello finale che risulterà appena la voluminosa documentazione sarà classificata e messa a disposizione delle parti.

Nella prossima seduta, giovedì 21 dicembre, il Gup Roberto Venditti stilerà il calendario dei lavori che dovrà portare, entro febbraio-marzo probabilmente, alle determinazioni finali di proscioglimento o di rinvio a giudizio secondo le richieste dei pubblici ministeri Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi.

Imputati sono la Banca stessa come persona giuridica e sette loro ex dirigenti accusati di aggiotaggio, ostacolo alle attività di vigilanza e falso in prospetto: l'ex presidente Gianni Zonin, l'ex direttore generale Samuele Sorato (la cui posizione però, stralciata per legittimo impedimento per motivi di salute sarà vagliata in un'apposita udienza fissata l'11 gennaio prossimo), l'ex consigliere d'amministrazione Giuseppe Zigliotto, gli ex vicedirettori Emanuele Giustini (responsabile divisione mercati), Andrea Piazzetta (area finanza), Paolo Marin (divisione crediti), nonché il dirigente che redigeva materialmente il bilancio Massimo Pellegrini.

Un cospicuo numero di richieste di costituzione di parte civile è stato depositato dall'avvocato Paolo Polato, legale dell'Adusbef cui si devono le prime denunce sulle anomalie della BpVi, oggetto del procedimento penale in cui il gip Cecilia Carreri già molti anni fa si oppose fermamente a richieste d'archiviazione della procura, ma fu sostanzialmente neutralizzata e messa a tacere, sostiene lei, da un'incolpazione disciplinare dal sapore strumentale e ritorsivo.

Ed oggi l'Adusbef annuncia battaglia anche per fare dichiarare l'incostituzionalità del decreto legge del giugno scorso che, di fatto ha azzerato tutte le azioni civili promosse da azionisti, obbligazionisti e correntisti truffati.

- Avv. Polato, comincia a delinearsi il numero delle richieste di parte civile. Lo considera un dato incoraggiante ai fini della battaglia che le organizzazioni dei consumatori condurranno? E' il segno di una matura coscienza comune circa la gravità di reati come quelli oggetto del processo sul crac di BpVi?

Purtroppo molti risparmiatori sono ormai delusi, demoralizzati e stanno perdendo la speranza e hanno di conseguenza desistito dall'agire. Noi dobbiamo lottare anche per dimostrare che continuando nella battaglia è possibile ancora ottenere giustizia.


- Bankitalia e Consob hanno annunciato la richiesta di costituzione di parte civile. Come valuta questa scelta da parte di chi, per alcuni aspetti, più che vittima è considerato corresponsabile?

Anche dalle audizioni in seno alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche è emersa una corresponsabilità degli organi di vigilanza, che non hanno vigilato in modo appropriato ed ora si addossano reciprocamente la responsabilità dell'omessa vigilanza. I risparmiatori facevano affidamento sulle asserite verifiche che risultavano, allora, sempre positive, e le operazioni societarie (vedi aumenti di capitale sociale, emissione di obbligazioni convertibili in azioni) erano sistematicamente autorizzate; nè gli organi di vigilanza hanno mai sollevato serie obiezioni sulla congruità del prezzo delle azioni! Come risparmiatori ci aspettiamo che anche gli organi di vigilanza prendano atto dei loro errori e collaborino per ricercare una forma di ristoro verso i truffati.

 

- Dalle indagini preliminari quale condotta è emersa, tra le tante contestate agli imputati o comunque venute in rilievo anche come dato storico o documentale, come la più pericolosa perché la più idonea a minare la solidità di una banca quando in apparenza sembra che tutto vada bene?

Ormai è evidente che per anni la banca ha diffuso notizie "false" volte a raffigurare una solidità finanziaria che era inesistente.

 

- Quale sarà la strategia delle parti civili patrocinate da Adusbef rispetto alle ipotesi di accusa formulate e agli ambiti nel quali la Procura si è spinta? A Suo avviso rimangono aree di possibile responsabilità penale degli imputati, o di eventuali altri soggetti, finora non esplorate a sufficienza dai pubblici ministeri?

Abbiamo segnalato la responsabilità penale anche dei dipendenti che non potevano non sapere e spesso, per ritorni personali, hanno indotto i risparmiatori ad investire nei titoli della Banca. Altra responsabilità è ravvisabile in capo alle società di revisione. Nel caso di Veneto Banca, la società di revisione Pwc ha addirittura certificato la congruità del prezzo ad euro 7,30, e pochi mesi dopo la Banca ha deliberato l'aumento di capitale sociale al valore di 0,10 euro per azione!

 

- Il 21 dovremmo conoscere il calendario delle udienze. Considerata la complessità dei nodi da sciogliere, le parti civili possono essere ottimiste e confidare in un'attenta e rigorosa valutazione delle loro ragioni? Quale sarà la strategia complessiva, anche alla luce degli effetti prodotti dal decreto del giugno scorso sulle azioni civili? L'audizione di Zonin in commissione parlamentare d'inchiesta sembra svelare la sua strategia di difesa. Che ne pensa e come cercherete di contrastarla?

Confidiamo che le parti civili vengano ammesse, altrimenti sarebbe l'ennesima beffa. Zonin è stato padre e padrone della Banca per un ventennio, gestiva l'istituto assieme a una ristretta cerchia di persone, e ora ci racconta che non contava nulla, decidevano tutto gli altri ed era all'oscuro di quelle che accadeva. Lo ritiene credibile? Oltretutto la sua deposizione è costellata da troppi non ricordo.
Come associazione continuiamo la battaglia contro lo scandaloso decreto di giugno che come ha ammesso lo stesso sottosegretario Baretta ha disposto una vendita preferenziale a favore di Banca Intesa Sanpaolo. Speriamo che la Corte Costituzionale ne prenda atto e lo dichiari incostituzionale.


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