BPVi: solo in futuro rinnovi Cda controllate e tagli sprechi. Per ampliare almeno mini fondo da 2 mln per clienti in crisi tagliamo intanto una Mini? Iorio ha già una "misera" BMW 5...
Domenica 31 Luglio 2016 alle 23:04 | 0 commenti
Ieri abbiamo titolato "Dopo rinvio cambi Cda controllate BPVi Salvatore Bragantini annuncia tagli, futuri, agli sprechi e un fondo, mini, da 2 mln per i clienti in crisi. Lo aiuteremo con dati e suggerimenti" un pezzo sui tagli, ipotetici e futuri, degli sprechi della Banca Popolare di Vicenza, gestita dalla triade Gianni Mion, Salvatore Bragantini e Francesco Iorio, e sulla istituzione di un mini fondo da 2 milioni per i clienti "in disagio" dopo la gestione infausta di Gianni Zonin & c. È pacifico stupirsi e condannare che la triade non abbia cambiato, e non ne tagli drasticamente i compensi, i vertici dei Cda delle dispendiose e poco remunerative controllate della BPVi, in primis di Banca Nuova, ancora presieduta con un compenso complessivo superiore al mezzo milione di euro da Marino Breganze, che ancora nessuno ha rimosso anche dal Cda della Fondazione Roi, non posseduta ma controllata di fatto dalla ex Popolare vicentina nella sua gestione con i tre membri del Cda di sua nomina.
Non ci sono, infatti, scuse per le tempistiche degli ancora non attuati azzeramenti dei Cda precedenti se queste vengono legate alla valutazione dei loro vecchi membri, bocciati dai conti e conosciuti già dall'Ad Francesco Iorio la cui permanenza come Ad a Vicenza fu motivata il 7 luglio scorso da Gianni Mion, in occasione del sua nomina a presidente e su precisa domanda del collega de Il Corriere della Sera Mario Gerevini, oltre che con i complimenti di rito con la conoscenza che l'ex Ubi aveva maturato dalla sua nomina nel 2015 del sistema decisionale e organizzativo dei vari gangli della banca.
E proprio da Francesco Iorio e dalle sue prebende si potrebbe partire, ecco il primo dei nostri dati e suggerimenti, per incrementare almeno un po' il «fondo di due milioni per sostenere i clienti in particolare situazione di disagio» visto che la sua rinuncia a 1,5 milioni di euro di buonuscita è solo virtuale e dovuta visto già aveva incassato 1,8 milioni di inusuale buona entrata, sottoscritta proprio da Gianni Zonin.
Ebbene da tempo e da prima che fosse confermato dopo il flop del suo piano di quotazione in Borsa e di altre sue promesse avevamo chiesto, sempra senza risposta secondo lo stile della vecchia BPVi, se, oltre alla BMW serie 5 con autista assegnatagli, fosse a sua disposzione una Mini Countryman per muoversi in una città che potrebbe "degnarsi" di girare e gustarsi guidando lui la sua misera Bmw 5 nei giorni festivi in cui volesse tenere libero l'autista, che ci dicevano ingaggiato addirittura da Brescia, dal suo vechio entourage in Ubi.
Non ci hanno mai risposto dal suo entourage vicentino, questione di stile, ma almeno dimostri lui, l'Ad da 1,5 milioni all'anno, un po' di stile e di sensibilità rinunciando alla seconda auto, la Mini Countryman a benzina, targata FA420LJe acquistata dalla Popolare per 40.400 euro.
Se poi Iorio avesse proprio bisogno per sè e per la sua famiglia di un'auto di quel tipo faccia le spesucce con il 1,8 che ha già incassato di buon entrata e dia il buon esempio ai clienti versando il suo milione e mezzo di compenso del primo anno (di fatto già incassato) in un conto deposito della banca di cui è Ad: al 2,5% di interessi che promette i 40.000 euro, qualche tassuccia a parte, viene proprio giusto giusto per pagarsela lui la macchina... familiare.
Tanto più che, ci dice il nostro investigatore principe Max the Dog (e neanche chiediamo più conferma tanto non ci sono risposte alle domande scomode anche se semplici come queste visto che da tempo Mion non risponde a nostri interrogativi ben più seri), per restaurare l'appartamento affrescato, vuoto da anni, che occupa in contrà Porta Santa Lucia, dopo aver rifiutato quello di Corso Palladio da sempre riservato dalla BPVi a uomini del suo rango, pare che siano stati spesi ben 200.000 euro prima di fissarne il canone mensile in 3.500 euro, con restauro e affitto a carico, ovviamente, della Banca Popolare di Vicenza.
Quella di cui Salvatore Bragantini, vice presidente vicario, ha detto che vuole tagliare gli sprechi.
Poi, con calma, ovviamente.
E, magari, dopo aver tagliato i dipendenti da 1.500 euro al mese.
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