Categorie: Banche, Economia&Aziende
Sabato 10 Dicembre 2016 alle 23:32
Se il 4 dicembre l'Italia ha detto No al referendum imponendo a Matteo Renzi le sue, coerenti, dimissioni, il No di Atlante alla sua gestione, diciamo carente?, ha "imposto" a un riluttante Francesco Ioro le dimissioni da Ad della Banca Popolare di Vicenza ingaggiato da Gianni Zonin che l'ha strappato, udite udite, alla concorrenza di Ubi Banca, dove percepiva solo, poveretto, qualche centinaia di migliaia di euro firmandogli il 1° giugno 2015 una anomala buona entrata da 1,8 milioni di euro, triplicandogli all'incirca lo stipendio a 1,5 milioni e assicurandogli una buonuscita da 1,5 milioni... benefit e doppia auto a parte. L'arrivo di Atlante aveva "umiliato" il 48enne manager che, dopo aver incassato la buona entrata, per rimanere fu costretto, poverino, a rinunciare alla buonuscita da 1,5 milioni... Ma, si sa, costringere qualcuno a fare qualcosa genera rancori.
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Categorie: Economia&Aziende
Martedi 9 Agosto 2016 alle 09:49
Il
6 agosto scorso , dopo le prime considerazioni fatte
il 5 agosto («
Tra costi "addio" Cattolica e NPL svanisce un altro miliardo della BPVi. Si avvicina un altro aumento di capitale: se Atlante lo riservasse ai vecchi soci rispunterebbe un po' di fiducia?») avevamo avanzato per le due ex Popolari venete, la più vicina a noi
Banca Popolare di Vicenza e la non lontana
Veneto Banca, la necessità dell'iniezione di nuovo capitale dopo i millecinquecento milioni di euro immessi in BPVi e il miliardo conferito all'Istituto di Montebelluna dal
Fondo Atlante 1, un'ipotesi che oggi
Il Sole 24 Ore conferma nell'articolo titolato «
Le sofferenze, lo schema Mps e poi l'M&A» che poi vi sottoporremo. Riferendoci al residuo di cassa nel primo fondo di salvataggio scrivevamo, infatti, che «
una parte di quegli 1,7 miliardi di Atlante 1 serviranno, quindi, magari insieme ad altri sottoscrittori, per coprire eventuali nuovi aumenti di capitale delle due venete che si rendessero necessari per coprire nuove perdite che, è la nostra ipotesi, si dovessero evidenziare...»
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Categorie: Fatti, Economia&Aziende
Domenica 31 Luglio 2016 alle 23:04
Ieri abbiamo titolato "
Dopo rinvio cambi Cda controllate BPVi Salvatore Bragantini annuncia tagli, futuri, agli sprechi e un fondo, mini, da 2 mln per i clienti in crisi. Lo aiuteremo con dati e suggerimenti" un pezzo sui tagli, ipotetici e futuri, degli sprechi della
Banca Popolare di Vicenza, gestita dalla triade
Gianni Mion,
Salvatore Bragantini e
Francesco Iorio, e sulla istituzione di un mini fondo da 2 milioni per i clienti "in disagio" dopo la gestione infausta di
Gianni Zonin & c. È pacifico stupirsi e condannare che la triade non abbia cambiato, e non ne tagli drasticamente i compensi, i vertici dei Cda delle dispendiose e poco remunerative controllate della
BPVi, in primis di
Banca Nuova, ancora presieduta con un compenso complessivo superiore al mezzo milione di euro da
Marino Breganze, che ancora nessuno ha rimosso anche dal Cda della
Fondazione Roi, non posseduta ma controllata di fatto dalla ex Popolare vicentina nella sua gestione con i tre membri del Cda di sua nomina.
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