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Veneto Banca, il delito (im)perfetto: se Zonin non è una inconsapevole "vittima", solo il colpevole certo per i media Vincenzo Consoli può, deve?, rivelare se ci sono i mandanti. Senza aspettare i tribunali a due velocità

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 1 Dicembre 2017 alle 23:49 | 0 commenti

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L'Ansa di oggi, 1° dicembre, informa che «l'associazione Soci Banche popolari del Veneto ha presentato un esposto alla Procura di Treviso per richiedere chiarezza alla magistratura sulla gestione di Veneto Banca post era Consoli: generosi finanziamenti continuati ben oltre epoca Consoli e fino a 05.2017». Questo esposto aggiunge dubbi alle nostre certezze così... esposte il 30 novembre all'alba: "Casini su La7: "elenco primi 100 debitori di Veneto Banca non proviene da commissione d'inchiesta...". Dettagliamo qui l'ipotesi da noi fatta che ci siano debitori post Consoli. Ancora due pesi e due misure con Zonin".

AdnKronos ieri, 30 novembre, scriveva poi: «Con la sua deposizione davanti alla Commissione Banche, il procuratore di Arezzo Roberto Rossi... ha sostenuto che il giudizio di 'partner di elevato standing' della Banca d'Italia nei confronti di Banca Popolare di Vicenza per l'aggregazione con Banca Etruria è stato 'singolare', considerando come a via Nazionale avessero 'appreso già nel 2012 da fonti aperte la situazione' della banca veneta, 'anche peggiore di quella di Banca Etruria'...».

A questo aggiungiamo quanto da tempo da noi ricostruito e più volte scritto e cioè che

1 - Bankitalia, dopo aver sostanzialmente promosso Veneto Banca a luglio 2013, l'aveva bocciata subito dopo, a novembre 2013, causando così una prima fuga di clienti, indicandole come unica via di salvezza l'assorbimento in un "istituto di adeguato standing" identificato coram populo nella BPVi di Gianni Zonin, nome negato da palazzo Koch ma ora, implicitamente, confermato (stessa epoca e stesse situazioni) dal pm Rossi

2 - il 26 ottobre 2014 la Bce promuoveva Veneto Banca nei suoi primi stress test e bocciava Banca Popolare di Vicenza, che si salvava sulla carta e in extremis convertendo con l'assenso attivo di Banca d'Italia un bond subordinato da 250 milioni per rientare nei parametri europei

3 - Bene Banca Vagienna nel cuneese veniva commissariata "in via precauzionale" da Ignazio Visco & c. che inviava come commissario Giambattista Duso, che era Ad della partecipata di BPVi Marzotto Sim e che conferiva 38 milioni, quasi tutto il patrimonio di vigilanza, nelle casse dell'Istituto di Zonin in cui arrivavano nel trempo altri importi consistenti da altre banche del cuneese tra cui, in primis, 200 milioni dalla Banca Alpi Marittime

4 - le baciate di BPVi ammontavano a oltre un miliardo e quelle dell'Istituto di Montebelluna a 157 milioni, tra l'altro ridotti da BCE a 22 milioni

5 - ancora ad agosto 2015, quando la vigilanza delle maggiori banche era passata definitivamente da Bankitalia a Bce, il responsabile romano della vigilanza, Carmelo Barbagallo, premeva (a che titolo?) sul consigliere di amministrazione di Veneto Banca perchè il cda fosse "proattivo" sulla verifica delle baciate indicate da Banca d'Italia, che, affermava il capo degli ispettori italiani come da verbale del consiglio stesso, monitorava costantemente (a che titolo?) la popolare montebellunese

6 - dopo vari altri nebbiosi (mega)dettagli, su cui ora non torniamo, di quello che diventa sempre più un mistero, l'inchiesta su Consoli & c. arriva a Roma, con conseguenti provvedimenti restrittivi e di sequestro di beni a carico dell'ex Ad, mentre le indagini sulla Banca Popolare di Vicenza rimangono come prassi a Vicenza, dove quei provvedimenti sulla base degli stessi reati in esame non vengono presi nei confronti di alcuno, a partire da Gianni Zonin, libero di circolare e di donare i suoi beni ai figli

7 - il trattamento diverso di Gianni Zonin, l'inconsapevole vittima dei suoi dirigenti, e di Vincenzo Consoli, il male assoluto, è stato evidente in passato anche sui media, in primis su quelli Finegil, (per vecchie scorie con l'editore di riferimento Carlo De Benedetti?) e continua ora anche con le notizie parziali e a multipla lettura sui debitori insolventi delle due banche, che esplodono e vengono riprese dalla maggior parte dei quotidiani per Veneto Banca il 24 novembre, nel giorno della prima udienza a Roma, mentre quelle, ben più precise, sui debitori di BPVi escono il 25 novembre solo su La Verità senza che nessuno, a parte noi, le riprenda e commenti...

8 - sui conti del gruppo BPVi, in cui tramite la palermitana Banca Nuova ci sono anche i soldi della Regione Sicilia con qualche inchiesta connessa, girano, ci vengono ora i brividi, centinaia di milioni del Sisde mentre su Consoli c'erano dossier su presunti conti all'estero depositati in procura da don Enrico Torta ma smentiti in una contro denuncia di Consoli che ne dimostrerebbe la costruzione artificiale anche grazie alla contraffazione di nomi...

Ebbene in questo ginepraio, che, però, se riusciamo a raccontarvene una parte anche noi, così inestricabile non è per chi lo volesse veramente dipanare, l'unico che può chiarire i fatti e che parrebbe averne interesse è Vincenzo Consoli.

Aspettando i tribunali?

Se non fossimo in Italia, diremmo un convinto"sì".

Ma, ci perdonino i tanti magistrati corretti, qui ci sono così tanti fatti  e così tanti intrecci che, uniti ai ritardi endemici della giustizia italica, ci fanno spingere a un anomalo ma indispensabile appello: se certi media hanno rivelato e evidenziato gravi accuse, l'ex ad di Veneto Banca, che noi stessi definiamo il dominus di quella ora defunta banca, così come Zonin lo era di BPVi, riveli agli stessi o ad altri media le sue verità che potrebbero chiarire i dubbi nostri ma soprattutto quelli dei suoi circa ex 90.000 soci che gli diedero fiducia e ora sono azzerati.

A loro rimane il dubbio che Veneto Banca si potesse salvare se solo Bankitalia avesse invertito i giochi (al massacro) e l'avesse indicata come istituto di adeguato standing al posto di BPVi, come di fatto fissato momentanamente dalla BCE.

I 90.000 soci devono conoscere la verità, signor Consoli, prima che sia troppo tardi per spingere i manovratori, chiari e occulti, del sistema a porre riparo almeno a una parte degli effetti degli errori, visto che il nastro ora non si può più riavvolgere.

Ci dica e spieghi, signor Consoli, se gli errori, con e/o senza dolo, sono dei manovratori!

Solo così si potrà evitare che continuino a ripetersi e solo così lei riconquisterà la sua dignità.

Rischioso?

Moltissimo.

Noi lo sappiamo e anche lei.

Ma noi il nostro rischio di rivelare quello che scopriamo, molto ma non tutto, ce lo stiamo prendendo.

E lei? 

Per noi ne vale la pena, per lei?

Grazie.

P.S. Se invitiamo Consoli a venire allo scopeto, ancora di più devono farlo Matteo Renzi e Matteo Orfini, presidente del PD, che ha detto: «Se Salvini vuole farsi un'idea sulle responsabilità delle crisi bancarie, soprattutto in Veneto, può fare una telefonata a Luca Zaia e chiedergli di Gianni Zonin. Scoprirà cose interessanti». 


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