Ieri a Roma presso la sede del ministero del lavoro e delle politiche sociali, come qui anticipato, c'è stata la firma dell'accordo sull'attivazione della cassa integrazione guadagni straordinaria (cigs) per i tutti i lavoratori della Miteni. Il ricorso a questo tipo di ammortizzatore sociale è stato possibile a seguito della recente reintroduzione legislativa di questo strumento straordinario, soppresso dal precedente governo. All'incontro hanno preso parte il curatore fallimentare, la direzione lavoro del Veneto, Cgil, Cisl ed Uil territorali, Federmanager, Confindustria e la Rsu.Â
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Attivo unitario Cgil Cisl Uil all’Alfa Hotel di Vicenza per i sindacati vicentini, presenti oltre 400 persone. Interventi di Grazia Chisin (Uil vicentina), Raffaele Consiglio (Cisl vicentina) e di Vincenzo Colla (Cgil nazionale). Sul palco anche il segretario della Cgil di Vicenza e provincia Giampaolo Zanni. L’incontro è stato aperto con un minuto di silenzio per l’ennesimo femminicidio che coinvolge il nostro territorio.Â
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Per oggi 25 settembre 2018 il coordinamento delle RSU del Gruppo Engineering di FIOM-FIM-UILM (categoria dei metalmeccanici di Cgil Cisl e Uil) ha indetto uno sciopero (che si sta svolgendo regolarmente attraverso la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori con il blocco dello straordinario e l'astensione dal lavoro di 2 ore in entrata. A Vicenza in via vecchia Ferriera al civico 5 (sede vicentina, ex T-System) si è svolto questa mattina un sit-in che ha coinvolto i 60 lavoratori che qui operano. In Italia i dipendenti del Gruppo sono 9mila e in Veneto a Padova vi è un'altra sede con circa 200 lavoratori.
Per i sindacati italiani continua l'emorragia di iscritti. È quanto emerge dall'Indice di Appeal Sindacale (Ias) ideato dall'Istituto Demoskopika. Negli ultimi due anni, infatti, le principali organizzazioni sindacali hanno perso complessivamente circa 450 mila iscritti. Per la precisione, dal 2015 al 2017 i tesserati hanno subito una contrazione di 447mila persone, di cui ben 293 mila residenti nel Mezzogiorno. Tra le varie sigle è la Cgil, il principale sindacato italiano guidato da Susanna Camusso, a registrare il calo più forte in termini assoluti: ben 285 mila iscritti, il 5,2% in meno rispetto al 2015.
Venerdì 1° dicembre 2017, Il Corriere del Veneto ha pubblicato un articolo dal titolo "I tre anni del Jobs Act in Veneto «Cresce la qualità del lavoro»" di Gianni Favero. Il sottotitolo era "Il confronto 2015-2017, oggi le assunzioni sono quasi 40mila in più. I nodi e le criticità . Il ministro Poletti: «La chiave resta la crescita»". La dichiarazione di Onofrio Rota, segretario generale della CISL regionale è: "In Veneto il Jobs Act ha funzionato moltissimo e anche se, con la ripresa che si è verificata negli ultimi tempi, molte assunzioni sarebbero state effettuate pure senza incentivi, oggi i contratti a termine sarebbero molti di più."
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Nell'anno scolastico passato sono stati almeno 400 i ragazzi di Istituti scolastici della città coinvolti da CgilCislUil di Vicenza nel loro percorso di alternanza scuola-lavoro. Quello dell'alternanza, prevista dalla Legge 107 del 2015, è tema caro al sindacato che ci crede molto, pur non nascondendosi alcune difficoltà applicative. In verità va detto che già negli anni passati si erano fatte molte esperienze, ma in maniera volontaria. Oggi, invece, l'alternanza per 200 o 400 ore negli ultimi tre anni scolastici, diventa obbligatoria e riguarda tutti i tipi di scuola superiore, licei e istituti professionali.
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"Il Governo non mette i soldi e in questo modo non si garantiscono i servizi". È questo il motivo che ha spinto Cgil, Cisl, Uil a manifestare, questa mattina, a Palazzo Nievo sede della Provincia di Vicenza. Con la riforma attuata dall'ex premier Matteo Renzi il Governo ha tagliato le risorse alle Province facendo venir meno i fondi utili a garantire i servizi come manutenzione delle scuole e delle strade, tanto per citarne alcuni. I sindacati lamentano il fatto che i dipendenti della Provincia si Vicenza sono stati dimezzati. "Collaboriamo col presidente Achille Variati - dice Ruggero Bellotto di Cisl - lui vuole la nostra stessa cosa. Non ci sono soldi per le scuole ed è grave, anche gli stipendi sono a rischio e questo succede in tutta Italia. Chiediamo al premier Gentiloni di riparare gli errori di renzi. Le Province sono necessarie per i cittadini e il territorio. Il governo è miope, vogliamo un'inversione di rotta".
Il consiglio dei ministri ha deciso che i voucher sono (o, meglio, saranno) aboliti. Si "scongiura" così il referendum promosso dalla CGIL. È, senza dubbio, una vittoria per quel sindacato. Da ieri si possono leggere le prese di posizione di varie associazioni padronali, sindacati ormai allineati alle volontà imprenditoriali e di partiti legati ad interessi prevalentemente padronali che prevedono l'aumento del lavoro nero. Leggiamo, ad esempio, cosa scrive l'Ansa il 18 marzo 2017 (ore 15) riguardo l'abolizione dei voucher: "(...) Contrarie si sono dette Confindustria, Confcommercio, Confapi, che hanno parlato di "scelta sbagliata". Molto critica anche la Cisl, secondo cui la decisione di eliminare i voucher è "tutta politica ed incomprensibile dal punto di vista del merito". La Uil sottolinea, invece, come occorra subito "trovare una soluzione" per regolare le attività occasionali (per studenti, pensionati, disoccupati) e per questo "ora vogliamo puntare a un accordo con il governo".
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La formazione, che pure dovrebbe essere uno dei più validi motori dell'acceso al lavoro e/o del ricollocamento di lavoratori in un lungo periodo di crisi e di ridefinizione delle figure professionali e mansionarie, non è di certo indenne da certi vizi italici come a livello nazionale ha recentemente ricordato Il Fatto Quotidiano con la rivelazione del buco da 60 milioni degli Ial (le associazioni Innovazione Apprendimento Lavoro) della Cisl, tra cui quella veneta, e come in Regione Veneto ha evidenziato la recente polemica su Veneto Lavoro, che avrebbe indetto e gestito un concorso con i vincitori delle "assunzioni" già noti in partenza. Fin da settembre 2015 poi, ne avevamo scritto a febbraio, e aggiornato fino a giugno 2016, come si legge negli atti ufficiali, esiste un voluminoso dossier sulla scrivania del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e del presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, dossier che dovrebbe essere anche a conoscena delle autorità giudiziarie competenti.
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Una cannonata. Sarebbe una vera cannonata per i conti del sindacato". Nei corridoi della Cisl c'è chi non nasconde la preoccupazione: gli antichi debiti degli Ial regionali. Parliamo di 53 milioni in Piemonte, poi 8 in Liguria, più "una manciata di milioni in Campania e 7-8 nel Lazio". Siamo intorno ai 70 milioni (e c'è un caso Veneto, ndr). Parliamo degli Ial, le associazioni Innovazione Apprendimento Lavoro. Un'eredità pesantissima che si è risolta in fallimenti, concordati e, appunto, debiti. Qualcuno, forse, si illudeva che la rogna fosse archiviata, ma ci ha pensato una lettera interna (di cui il cronista ha copia) inviata pochi giorni fa ai colleghi da Graziano Trerè, amministratore unico Ial.
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