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Achille Variati vuole andare in tribunale da Cappelleri per il "rosso" della provincia: visto che c'è, gli parli anche di BPVi, Borgo Berga e...

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 24 Dicembre 2016 alle 16:48 | 0 commenti

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Achille Variati ha sempre pensato solo e sempre alla comunità e ad esempio, per rimanere a questi giorni, il 20 agosto il quotidiano degli amici dei quartieri alti (quelli inquinanti e... inquinati) gli aveva fatto rispondere al vescovo Beniamino Pizziol, che aveva centrato sull'accoglienza il tema della tradizionale lettera ai fedeli invitando i sindaci a evitare «decisioni per fini elettorali», con un secco «Vicenza non può accogliere più di così. Anzi, non deve accogliere di più, altrimenti salta tutto». Ma oggi il nostro "quattropoltrone" sindaco fa un salto di qualità e, alla vigilia del Santo Natale, dopo che il suo direttore generale Antonio Bortoli se ne era tenuto alla larga, ricevendo almeno per ora solo un mediatico buffettino sulla sua faccia ruvida, promette e minaccia una sua discesa in Procura di Vicenza se, leggiamo sul GdV, entro fine gennaio non arriverà da Roma una misura per evitare il crac finanziario della provincia.

Ma, visto che il presidente della Provincia andrà in procura per «fare presente che i prelievi imposti dallo Stato non consentono alle Province di poter chiudere un bilancio mettendoci nell'impossibilità di garantire i servizi, come la manutenzione di strade e scuole. Con possibili rischi per i cittadini...», Achille Variati, ne siamo sicuri, dopo aver spaventato con la fascia azzurra "provinciale" Roma (da cui, se ha parlato, è perchè ha già ricevuto rassicurazioni così agli stessi cronisti che oggi lo hanno "velinato" potrà dire, per la genuflessione bis, che il Governo lo ha ascoltato...) indosserà, poi, quella tricolore da sindaco per tutelare i concittadini del capoluogo due volte, una come cittadini della provincia per i servizi a rischio, la seconda facendo un elenco specifico al procuratore capo Antonino Cappelleri di tutte le brutte cose avvenute a Vicenza, ovviamente, a sua insaputa.

Dovrebbe partire, e qui sarà ancora difensore degli interessi di tutta la provincia, dal voler finalmente e di fatto condividere la colpa per l'assenza di una sua qualunque verifica dei comportamenti dei suoi amici, da Giuseppe Zigliotto in giù o in su, lui lo sa bando alle ciance, in Banca Popolare di Vicenza sotto il regno di Gianni Zonin, e renderebbe concreto questo mea culpa chiedendo la Procuratore capo, come sollecitato invano da M5S e pochi altri, di inserire il Comune di Vicenza tra i danneggiati diretti e in solido oltre che in solidarietà con i vicentini truffati da quegli amici.

Fatto questo Achille Variati, nell'incontro "minacciato" in Procura, a meno che non sia la sua ennesima sceneggiata mediatica come quella in cui si è esibito come "sommamente offeso" dal silenzio di Bortoli, che vuol dire silenzio della sua amministrazione, di sicuro si offrirà lui stesso di chiarire su Borgo Berga quello che ha nascosto il mutismo del massimo dirigente comunale.

Ma poi, visto che c'è e visto che dopo la denuncia della sua complicità morale col crac della BPVi e dopo la "testimonianza" sull'affaire che riguarda anche il gruppo Maltauro, di certo mai svantaggiato dalle due ultime giunte, avrebbe risposto in buona parte e con i fatti ai punti più pesanti di quanto scrivevamo il 16 dicembre sotto il titolo "Achille Variati, il sindaco che non sa mai nulla per tempo. Ora saprà dimettersi dopo flop BPVi, caso Bertelle, silenzio di Bortoli...?" cosa gli costerebbe completare l'elenco dei chiarimenti sulle cose scoperte dopo che erano avvenute a sua insaputa, magari con qualche illecito non approfondito o non sufficientemente valutato nelle sedi competenti, e che toccano in sequenza non di importanza ma di nostra esposizione i nomi e i fatt(acc)i che riguardano Diego Fontana e il suo doppio lavoro all'Opera Pia Cordellina, Cristiano Rosini libero di scorazzare in Ztl e a Park Rocchetta, Jacopo Bulgarini d'Elci e Regina Rossa, Claudio Cicero "cacciato" perchè scoperto ll'improvisofascista, ma senza apologia,  Massimo Pecori in possibile conflitto di interessi tra assessorato in Comune e BPVi, Matteo Marzotto, condannato in 1° grado a Milano per reati fiscali ma presidente fieristico confermato a Vicenza e poi destinato a un futuro radioso a Rimini una volta cancellata la Fiera di Vicenza da un mega flop di fatto, in cui tornano i nomi di Maltauro e Banca Popolare di Vicenza, Giovanni Villa e il disastro della Fondazione Roi, in latenza di un altro conflitto di interessi...

Non vale la pena di continuare con l'elenco di "notizie" (di reato?) che ci piacerebbe Variati portasse a Cappelleri nella visita che mai gli farà, se non... chiamato, perchè l'unico che può completarla, anche ripartendo dal convegno beffa organizzato con Renato Bertelle che glielo ha suggerito (solo?) in quanto presidente da avvocato di un'associazione di soci BPVi... inattiva da tempo, è proprio lui, il sindaco che dalle sue quattro poltrone tutto decide, bravo!, ma nulla sa, bravissimo!


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