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Sempre peggio a Vicenza: il vice dg Gabriele Piccini dice bugie sul 60% di aderenti alla transazione BPVi, Achille Variati si cuce la bocca su Borgo Berga e Popolare di Vicenza

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 14 Marzo 2017 alle 21:27 | 1 commenti

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A Vicenza le bugie o le false verità storicamente abbondano. L'ultima è la "(sovra)stima" del 60% fatta dal vice dg vicario Gabriele Piccini delle adesioni alla transazione proposta dalla BPVi, che, manifestazioni di interesse escluse, si attesterebbero al 40%, la metà dell'obiettivo di Fabrizio Viola e Gianni Mion. che, tramite un'Ansa si sono affrettati a mettere una toppa all'ennesimo tentativo di "forzare" la volontà dei soci truffati, a cui Gianni Zonin faceva sottoporre Mifid generosi, per le avide voglie di denaro della Banca Popolare di Vicenza, e i nuovi gestori ne seguono la strada provando a beffare per la seconda volta i soci proponendo un indennizzo iniquo con la scusa, autoassolutoria, del "meno peggio" a cui ha abboccato o ha dovuto abboccare anche Ilvo Diamanti per giunta per soldi non suoi, ma della Fondazione Roi.

Se la bugia berica impera, i silenzi di Achille Variati, sempre muto come un pesce, su fatti scomodi sono da Guinness dei primati e peggiori delle bugie, con le quali ci si deve confrontare prima o poi, mentre i silenzi sono sempre interpretabili.

Il 4 febbraio, quando le sue bugie furono esposte da Luigi Ugone al pubblico ludibrio dei vicentini che affollavano le tribune del palasport di Via dei Cavalieri di Vittorio Veneto in occasione dell'assemblea di Noi che credevamo nella BPVi, Variati, a labbra strette dalla rabbia di fronte all'evidenze delle accuse nei suoi confronti che gli ricordavo scritte in "Vicenza. La città sbancata", ci ribadì che lui a fatica in passato ci rispondeva  e che ora tornava all'amore assoluto per la bocca... cucita.

Ma non rispondere non elimina le domande anzi alimenta i dubbi più cupi sulle risposte, che, se non date, non possono che essere negative per il muto di turno.

Ebbene ecco le ultime domande senza risposte, più volte, invano, richieste, e, quindi, "portatrici sane" di accuse al "quattropoltrone" (occupate in città, provincia, province italiane e Cassa Depositi e Prestiti) Achille Variati, che, dopo averci fatto ripetere dal suo Ufficio stampa il numero di azioni della ex Popolare vicentina in mano al Comune di Vicenza non ha preso posizione su tre domande a tutela dei cittadini e dopo l'appello del giudice Gerace a occuparsi dell'obbrobrio di Borgo Berga, per il quale è indagato anche un altro emulo del sindaco, il muto dg Antonio Bortoli, si è morso la lingua pur di non azzannare l'ecomostro made in Maltauro.

 

Le domande sulla BPVi e sulla "solidarietà" con i soci vicentini traditi

"Egregio sindaco,

risulta che il Comune di Vicenza sia titolare di quote della Banca Popolare di Vicenza sottoscritte o acquistate nel tempo.
1 - Vorremmo conoscere al riguardo la quantità di quote residue, la storia delle loro sottoscrizioni, acquisizioni e vendite, il valore a cui sono patrimonializzate (ci è stato riferito il dato a bilancio di 2.256 azioni in carico a 10,55755319 euro ad azione, pari al costo medio di acquisto).

2 - Chiediamo, poi, di sapere se le azioni eventualmente possedute rientrino in quelle per le quali la BPVi ha avanzato una proposta di transazione e, se sì, come si intenda procedere al riguardo.

3 - Chiediamo, quindi, di sapere se Lei e la Giunta vi siete attivati legalmente o direttamente con la BPVi per tutelare un bene comune, la cui disponibilità sarebbe comunque utile a un bilancio che soffre soprattutto, e non certo per insensibilità dell'amministrazione, nel settore del sociale. Se l'amministrazione si è attivata vorremmo sapere in che modo come pure vorremmo sapere i passi in essere o futuri dell'assessore al sociale, Isabella Sala.
4 - Chiediamo, infine, nel caso ciò non fosse ancora avvenuto, se l'amministrazione intenda costituirsi parte civile o associarsi nel modo consentito dalla legge ad eventuali azioni legali nel confronti della banca per la precedente gestione e ciò non solo pr tutelare una patrocino economico del Comune ma, soprattutto, per testimoniare la vicinanza reale al dramma vissuto dai cittadini".

 

La domanda su Borgo Berga e sul mostro anti Unesco

"Egr. sindaco Achille Variati,
facendo riferimento all'articolo sotto riportato del GdV di mercoledì 1° marzo, il giudice Gerace scrive nella sua sentenza: "... È quindi «auspicabile l'adozione da parte del Comune di un piano di recupero, e... alla correzione delle irregolarità... apparendo maggiormente proficuo per convenienza e decoro... incoraggiare il completamento degli edifici» anche ai fini dell'estetica dell'area

Chiediamo di conseguenza di sapere come si intenda ottemperare alle indicazioni del magistrato".


Commenti

Inviato Mercoledi 15 Marzo 2017 alle 09:13

Il Sindaco se la prende con i Rom e le prostitute, ma non con i potenti di un tempo, ma che ancora possono far paura!
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