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Atlante 2 parte con un miliardo e mezzo più "i resti", baciati, di Atlante 1 che però dovrà ancora intervenire su BPVi e Veneto Banca

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 6 Agosto 2016 alle 11:16 | 0 commenti

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Vittoria Puledda su la Repubblica fa il punto sulla partenza del Fondo Atlante 2, nato per acquistare NPL, crediti a rischio, a partire da quelli di Monte dei Paschi di Siena, e mette nero su bianco che una parte della cassa immessa, 320 milioni, arriveranno da Intesa e Unicredit, che li "distoglieranno" dagli impegni già presi con Atlante 1, mentre anche questo primo fondo contribuirà direttamente al finanziamento di Atlante 2 col residuo degli 1,7 miliardi, una sorta di finanziamento "baciato" ma lecito, che ha ancora in cassa dopo i 2,5 miliardi impegnati nella ricapitalizzazione della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca ma che dovrà utilizzare in parte  per ulteriori necessità delle due ex popolari venete quando cederanno i crediti in sofferenza per coprire i quali servirà ben più della cassa attuale di Atlante 1 che dovrà cercare altri acquirenti viste anche le difficoltà che nascerebbero per conflitti di interesse nel caso di intervento diretto del "proprietario" Atlante 1 nel rilevare i crediti a rischio della sua controllata.

Una parte di quegli 1,7 miliardi di Atlante 1 serviranno, quindi, magari insieme ad altri sottoscrittori, per coprire eventuali nuovi aumenti di capitale delle due venete che si rendessero necessari per coprire nuove perdite che, è la nostra ipotesi, si dovessero evidenziare come quelle di BPVi per l'abbandono di Cattolica Assicurazioni (costerà circa 400 milioni) e le altre, comuni ai due istituti, ancora non salvi, proprio per la cessione degli NPL a valori inferiori a quelli a cui oggi sono posti in bilancio (per la Popolare vicentina, ipotizzando una cessione di favore al 30% contro il 20% di mercato e il 40% e passa a cui sono oggi valorizzati nei conti ufficiali, verrebbero a mancare almeno altri 500 milioni).

 

Banche, Atlante 2 parte con un miliardo e mezzo e vuole crescere ancora

di Vittoria Puledda, da la Repubblica

 

La prima scadenza è fissata per lunedì e in serata è probabile che Atlante, o meglio Quaestio sgr, faccia un qualche annuncio. Ma non sarà una scadenza vincolante: all'inizio della settimana ci saranno i primi impegni formali da parte degli investitori ma poi, per ulteriori adesioni, ci sarà tempo fino a settembre- ottobre, quando scadrà il primo closing. Poi a ruota - ragionevolmente a novembre scatterà il primo investimento, quello per cui è nato Atlante 2: l'acquisto della quota mezzanine (quella intermedia, come rischio e come rendimento) della cartolarizzazione dei crediti in sofferenza di Mps. Per quella data dovrà essere pronto l'assegno da 1,6 miliardi. Poi Atlante, come tutti i fondi di private equity, continuerà nell'attività di raccolta (e contemporaneamente di investimento) fino al 31 luglio 2017.

 

Questo non significa che in queste ore non si stiano facendo freneticamente i conti per capire quale sarà la dote iniziale di Atlante 2. Ieri è arrivato l'annuncio ufficiale della Sga, la ex bad bank del Banconapoli, che parteciperà ad Atlante 2 con 450 milioni di euro (quindi, non con tutta la disponibilità di cassa). L'altra certezza è Generali, che metterà 200 milioni come probabilmente farà Poste Vita, mentre Unipol contribuirà con 100 milioni. Cdp non ha ancora sciolto le riserve, ma alla fine sono tutti convinti che metterà circa 250 milioni. E stavolta sarà della partita anche Mediobanca. Ieri l'ad Alberto Nagel ha spiegato il senso dell'operazione su Mps, che garantirà a Piazzetta Cuccia laute commissioni: «Abbiamo dato una disponibilità e un impegno a partecipare alla ricapitalizzazione. E' un'operazione molto importante e molto coraggiosa; spiegata bene al mercato credo possa essere di successo». L'altra gamba dell'intervento sul Monte è costituita dallo smaltimento degli Npl, e dunque da Atlante. «In questo ambito siamo pronti a valutare una partecipazione », ha detto l'ad. L'ingresso tuttavia sarà poco più che simbolico: è possibile che non superi i 50 milioni. Altri 320 milioni arriveranno da Intesa e Unicredit, nell'ambito degli impegni già presi con Atlante 1. Dunque, 1,57 miliardi di euro, cui andrà ad aggiungersi una parte della disponibilità di Atlante 1. Il fondo ha ancora cassa per 1,7 miliardi, ma un po' dovrà conservarla per ulteriori necessità delle due banche venete (ad esempio quando cederanno i crediti in sofferenza). Resta da vedere se il resto del sistema bancario italiano sceglierà di investire in Atlante 2: per ora sembrerebbe di no.


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