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Il fondo Atlante in trappola, "tradito" da BPVi e Veneto Banca è al bivio: aderire a Codacons o (ri)mettere in cassa la transazione da 600 milioni di euro, se ci sono ancora...

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 7 Marzo 2017 alle 23:23 | 0 commenti

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Fino a poco tempo si faceva riferimento ai circa 200.000 soci complessivi delle due ex Popolari Venete parlando di soci "traditi" dalle vecchie gestioni di Banca Popolare di Vicenza made in Gianni Zonin, "amato" da Bankitalia e ancora  a piede libero, e di Veneto Banca guidata da Vincenzo Consoli, "odiato" da Palazzo Koch che di certo per il suo lungo arresto ai domicialiari non si è certo disperata. Ebbene ora a quei 200.000 soci si sta per aggiungere il Fondo Atlante, per il quale il suo vate, il "prof" Alessandro Penati prometteva alle banche sottoscrittrici, in primis Unicredit e Intesa, e a chi ci ha messo, tanti, altri soldi, come la "postale" Cassa Depositi e Prestiti, un rendimento del 6% prima di scoprire i dati terribilmente "truccati", da film dell'orrore ha detto, anche nell'era successiva a quelli degli autori originari del disastro veneto.

Disastro che di fatto segnerà questo territorio per chissà quanto tempo a conferma che il suo miracolo si basava su basi laboriose ma su vertici corrotti formati da Politici, Faccendieri, Arraffoni, Senzanima: i peggiori e più tossici PFAS di cui dovrebbe liberarsi quanto prima.

Erano così truccati quei dati che dopo averci messo nelle due banche 3.5 miliardi, di cui 2.5 per 25 miliardi di azioni da 10 centesimi e altri 1.000 milioni anticipati per mettere un po' di spiccioli nella loro casse svuotate di depositi, Atlante dovrà asssistere al prossimo mega aumento di capitale statale senza potervi contribuire, se non per il miliardo già versato, perchè i soldi li ha finiti e, anzi, invece del 70% da regolamento da destinare ad aumenti di capitale delle due banche ha anche bruciato (lecitamente?) quasi tutto il restante 30% teoricamente da destinare agli NPL.

L'aumento sarebbe di almeno 5 miliardi di euro (e per ora non parliamo di altri buchi che potrebbero rendere insufficiente quel solo aumento) e a sottoscriverlo sarà lo Stato, unico ad avere un po' di munizioni nel fondo da 20 miliardi già stanziato e a meno che non si debba tirare indietro per le scene ancora non viste del film dell'orrore.

E se pure tecnicamente, ma improbabilmente per le normative europee che penalizzano i vecchi soci rispetto a chi li soccorre con soldi pubblici, al Fondo Atlante rimanessero in tasca in azioni i 3.5 miliardi già versati (per esemplificare 35 miliardi di azioni da 10 centesimi) ma già svalutati da molti sottoscrittor, il fondo di Penati sarebbe di netta minoranza, motivo di ulteriore "svalutazione" tecnica e decisionale.

È per questo motivo che, immaginificamente, il fondo gestito da Quaestio potrebbe sentirsi oggi più vicino ai 200.000 vecchi soci che hanno 200 milioni di azioni, che, però, hanno pagato 62,50 euro a Vicenza e da 40 in su a Montebelluna, invece che 35 miliardi di azioni sottoscritte a soli 10 centesimi.

E forse, da futuro socio da "zero peso" (tanto 35 miliardi o 200 milioni di titoli ma entrambi di minoranza contano come "zero tituli") Atlante potrebbe anche aspirare a diventare associato d'onore di una delle vere associazioni a tutela degli azionisti risparmiatori, che so di Noi che credevamo nella BPVi o di Codacons.

Ma, si sa, i fondi e i loro gestori non hanno anima, nel caso migliore, o sono senz'anima, in quello peggiore, per cui non sarebbe assurdo immaginare i vertici di Atlante pentirsi, nel profondo della loro... anima, della loro offerta di transazione da 600 milioni, che mettono soci che non conteranno più.

E, siamo anche qui in un film, magari fantasy, non sarebbe, poi, così incomprensibile che Atlante tifi sotto sotto perchè non sia raggiunto l'obiettivo dell'80% di azioni "transate" per rendere valida l'offerta.

Quei 600 milioni, che qualcuno arriva a dubitare (o far dubitare) che fisicamente ci siano ancora dopo gli ultimi dati di perdite e di casse vuote, di sicuro non ridaranno verginità alla due ex popolari e, quindi, a maggior ragione e nel quadro attuale da film dell'orrore ancora senza i titoli di coda, potrebbe pensare Atlante, teniamoceli (magari in conto capitale) e se lo spicci lo Stato, che comunque dovrà entrare, l'eccessivo numero di "litigation"...

Pura fantasia o una provocazione su cui riflettere alla luce dell'assenza di una vera strategia di intervento a tutti i livelli e, comunque, a causa dei tempi troppo lunghi per adottarne una efficace?

Anni fa, quando scrivevamo da soli degli orrori in Via Btg. Framarin e sulla Feltrina sud, ci dicevano che eravamo fuori di testa...

Leggetevi "Vicenza. La città sbancata" e decidete voi chi era fuori di testa e di... onestà.


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