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BPVi e Veneto Banca stanno peggio di MPS. Dopo i problemi di liquidità sollevati da BCE Fondo Atlante anticipa in conto aumento di capitale a Banca Popolare di Vicenza 310 milioni di euro e a Veneto Banca altri 628

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 21 Dicembre 2016 alle 22:24 | 0 commenti

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Lancio alle 17.50, aggiornamento alle 20.19. Commento alle 22.24

La spettacolarizzazione mediatica ha fatto sì che siano stati spesi fiumi di inchiostro su Banca Etruria (di fatto "risolta" da Banca d'Italia che ne ha dimezzato in un attimo il valore patrimoniale degli NPL, decisione presa al momento solo per lei e le altre tre "banchette") perchè, con la scusa di indagare su Pierluigi Boschi, si solleticavano anche fantasie pruriginose sulla figlia, la bella Elena Boschi. E, in attesa ancora di capitoli sulle quatrro Good banks oceani di parole si sono riversati in migliaia di pagine, vere o virtuali, sul Monte dei Paschi di Siena perchè, con l'apprezzabile motivazione di mettere a nudo i legami tra politica e finanza, anche quella internazionale che ha fatto triplicare il costo dell'acquisto di Antonveneta a favore del Banco Santander, fosse MPS l'ariete dialettico, solo quello, contro il governo del momento, meglio se di centrosinistra, nel DNA dell'Istituto, più o meno lo stesso se di centro destra, di fatto immobile quando poteva, e doveva, intervenire.     

Detto questo dei fiumi etruschi e degli oceani senesi, nel Bacchiglione si notavano appena le tracce di sbiaditi liquidi di stampa fuoriusciti dalle tipografie amiche che l'inchiostro vero lo avevano finito stampando dal 2010 in poi "ogni altro giorno" le lodi di Gianni Zonin & c. e le difese intrepide della "sua" Banca Popolare di Vicenza proditoriamente "attaccata" dai cattivi della finanza, tra cui i colleghi di alcuni quotidiani nazionali a cui attingevano i poveri paria di VicenzaPiù...

E se il piccolo Bacchiglione e il suo ancor più striminzito cugino Retrone si tenevano, e si tengono, cari i liquami dei "grandi" imprenditori vicentini, che non amano l'inchiostro, nel Brentella, un canale che spruzza un po' d'acqua a Montebelluna, non si sono notate galleggiare carte che facessero pensare a fogli di giornale stampati e letti su quello che stava avvenendo in Veneto Banca. 

Eppure la doppia notizia di oggi parla di 938 milioni di euro, gli ultimi che aveva in cassa, che il Fondo Atlante si è dovuto impegnare a versare subito (entro il 5 gennaio) nelle due ex Popolari venete, 310 in BPVi e i restanti 628 in Veneto Banca, per far sì che a fine anno i requisiti BCE di liquidità (e le esigenze di gestione) siano al livello minimo indispensabile a insufflare un po' d'ossigeno per dare a due corpi sofferenti il tempo di diventare quanto prima uno solo, ammesso e difficilmente concesso che la somma di due segni meno faccia un più...

Infatti l'altalena di meno, che nella semestrale con un rosso da oltre 800 milioni vedeva BPVi soffrire  più della banca montebellunese, che perdeva "solo" poco meno di 300 milioni ma che ora a fine anno, ha più bisogno di liquidi di quella vicentina, fa sperare poco di buono e dà una sola certezza.

Quella sussurrata da noi, poveri mortali, ma urlata da tempo, e con un acuto il 26 novembre a Vicenza nel famoso convegno, da Stefano Righi che sintetizziamo così: "il crac delle due popolari venete è il più grosso disastro bancario che sia mai avvenuto in Italia".

Al confronto MPS, vero Fabrizio Viola?, sembra quasi un'isola felice.

E infatti  a MPS serviranno, come da noi, i soldi dello Stato per i prossimi aumenti di capitale, ma almeno oggi non ha dovuto far rompere il salvadanaio di Atlante per tirarne fuori gli ultimi fondi che, lo fanno capire anche i due comunicati che pubblichiamo di seguito, sono già destinati ad essere di nuovo bruciati.

 

Banca Popolare di Vicenza rende noto che Quaestio Capital Management SGR SpA, nella sua qualità di società di gestione del Fondo Atlante (azionista di controllo della Banca) e quindi in nome e per conto del Fondo medesimo, si è impegnata ad effettuare un versamento di Euro 310 milioni a favore della Banca entro il 5 gennaio 2017, in conto futuro aumento di capitale. Il versamento avverrà in un’unica soluzione per l’intero importo, è da intendersi ad ogni effetto irreversibile, essendo inteso che nell’ipotesi in cui non si dovesse dare corso per una qualunque ragione all’aumento di capitale, il versamento resterà comunque definitivamente acquisito al patrimonio della Banca senza che il Fondo Atlante e/o Quaestio Capital Management SGR SpA possano chiederne la restituzione.

Sarà imputato ad apposita riserva di capitale nel bilancio della Banca. Il sostegno finanziario dell’azionista di controllo è finalizzato a rafforzare i coefficienti patrimoniali del Gruppo Banca Popolare di Vicenza alla luce degli impatti che potrebbero generarsi dai complessi processi valutativi di fine esercizio attualmente in corso.

Veneto Banca rende noto che Quaestio Capital Management SGR SpA, nella sua qualità di società di gestione del Fondo Atlante (azionista di controllo della Banca) e quindi in nome e per conto del Fondo medesimo, si è impegnata ad effettua re un versamento di Euro 628 milioni a favore della Banca entro il 5 gennaio 2017, in conto futuro aumento di capitale.

Il versamento:
(i) avverrà in un'unica soluzione per l'intero importo,
(ii) è da intendersi ad ogni effetto irreversibile, essendo inteso che nell'ipotesi in cui non si dovesse dare corso per una qualunque ragione all'aumento di capitale, il versamento resterà comunque definitivamente acquisito al patrimonio della Banca, senza che il Fondo Atlante e/o Quaestio Capital Management SGR SpA possano chiederne la restituzione;
(iii) sarà imputato ad apposita riserva di capitale nel
bilancio della Banca.
Il sostegno finanziario dell'azionista di controllo è finalizzato a rafforzare i coefficienti patrimoniali
del Gruppo Veneto Banca alla luce degli impatti che potrebbero generarsi dai complessi processi
valutativi di fine esercizio attualmente in corso.  


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