Il Sole 24 Ore e l'ispezione BCE in corso alla BPVi: nuova pulizia dei conti. Quella finale? Le accuse di Loison aprono scenari... etici
Sabato 27 Agosto 2016 alle 12:54 | 0 commenti
Come scritto anche da noi arriva una "nuova pulizia dei conti" in casa Banca Popolare di Vicenza che, anche se il collega Luca Davi, nel suo articolo di oggi su Il Sole 24 Ore che di seguito vi proponiamo, la ipotizza come "pulizia finale dei conti" potrebbe poi non essere l'ultima anche in dipendenza dell'esito delle numerose cause e vertenze attivate da circa 6.000 soci per danni vari e nel caso che a queste se ne dovessero aggiungere altre (i soci sono oltre 118.000) per le quali non siano capienti a sufficienza gli accantonamenti effettuati sotto varie voci e per un importo complessivo di circa un miliardo. La BPVi, e non il Fondo Atlante , che è proprietario della Banca ma non opera direttamente, nè potrebbe farlo, in alcun modo, come erroneamente e pervicacemente viene scritto su certa stampa locale, sta resistendo legalmente nelle prime udienze fissate almeno per le cosiddette "operazioni baciate", sostenendo la loro liceità .
Se l'orientamento finora percepibile in ambito giudiziario non sembra confortare le tesi dei legali della fu Popolare di Vicenza, la banca, comunque, più che delle "baciate" in sè dovrà rispondere della legittimità dell'assenso ricevuto (con l'inganno e con la disinformazione) da moltissimi sottoscrittori "a loro insaputa" come ieri alle Fornaci Rosse ha anche denunciato Dario Loison, un ben noto imprenditore dolciario di Vicenza che, come da noi segnalato in real time e come approfondiremo a seguire, ha mostrato più coraggio di quello appena sussurrato da quelle istituzioni locali come Comune, Provincia di Vicenza e Regione Veneto, che lui stesso ha richiamato alle loro responsabilità etiche ("visto che la BPVi non sa cosa sia") insieme a quelle dei politici nazionali espressi dal territorio e muti di fatto di fronte a questa "calamità ", non naturale, che rischi di distruggerlo più di quanro non abbia fatto l'alluvione del 2011.
Popolare Vicenza pronta alla pulizia finale dei conti
di Luca Davi, da Il Sole 24 Ore
Banca Popolare di Vicenza vara una maxi - pulizia dei conti, aumentando le coperture su crediti e rettificando il valore delle partecipazioni, complice il "divorzio" da Cattolica. Operazioni straordinarie che porteranno la perdita del semestre ben oltre i 500 milioni, secondo fonti di mercato.
L'ispezione Bce Decisivo in questo senso sarà l'incremento degli accantonamenti. La Vigilanza europea, a quanto risulta al Sole 24Ore, sta infatti passando al setaccio il portafoglio dei crediti deteriorati della banca veneta nel quadro di una nuova ispezione (tutt'ora in corso) che potrebbe interessare anche altre banche. E, come misura prudenziale, l'istituto controllato da Atlante ha varato un nuovo giro di maxi-accantonamenti la cui dimensione esatta si conoscerà il 5 settembre, data del Cda che approverà i conti.
In cima alla lista delle urgenze della banca dunque la messa in sicurezza della mole di 9 miliardi di crediti deteriorati. Sotto la guida dell'a.d. Francesco Iorio, che a luglio è stato confermato al vertice dal Cda presieduto da Gianni Mion per proseguire nell'opera di rilancio iniziata a giugno 2015, la banca ha fatto molto, portando progressivamente il livello di copertura dal 38% di fine 2014 al 42,4% di marzo 2016. Ma Francoforte - con cui il dialogo è costante, tanto che è prevista una missione dei vertici vicentini in settembre - chiede di più. Possibile che in prospettiva come benchmark si guardi alla media del sistema, che si aggira attorno 46-47%.
L'operazione con Atlante
L'aumento delle coperture sui non performing loans, d'altra parte, non è fine a se stesso. E potrebbe avere anzi un senso in prospettiva, perché è destinato ad agevolare la cessione dell'intero pacchetto di sofferenze, pari 1,8 miliardi, riducendo le potenziali minuvalenze. La mossa potrebbe insomma essere coerente con la strategia di progressiva cessione del portafoglio di sofferenze per cui lo stesso Iorio ha ricevuto mandato dal Cda, a fine luglio, di procedere «senza indugio».
In prima fila per l'acquisto c'è lo stesso Atlante. Già la prossima settimana, in quest'ottica, sono previsti incontri di approfondimento tra il management vicentino e gli uomini di Alessandro Penati, dominus del veicolo acquista-Npl.
Tutto è ancora da definire, ma un'ipotesi di lavoro su cui si starebbe ragionando, a quanto risulta al Sole 24Ore, potrebbe prevedere una cartolarizzazione degli 1,8 miliardi di sofferenze con scissione proporzionale alle quote azionarie (99% Atlante e il restante singoli soci). Atlante - il cui braccio dedicato agli Npl si avvale di Fonspa per la due diligence dei portafogli, di Oliver Wyman per la selezione degli special servicer, insieme a Deloitte per la valutazione dei beni e PwC per la revisione -, qualora il deal andasse a buon fine, agirebbe dunque nella doppia veste di azionista (Atlante I) e di acquirente di sofferenze (Atlante II).
L'impatto di Cattolica
L'altro elemento che zavorrerà i conti di Vicenza sono le spese del "divorzio" da Cattolica Assicurazioni. Come noto, in ragione della trasformazione dell'ex popolare in Spa, il Cda della compagnia assicurativa a inizio agosto ha esercitato il diritto di recesso sugli accordi esistenti con la banca vicentina. Conseguenza: Popolare Vicenza dovrà mettere a bilancio una pesante minuvalenza considerato che la la quota della banca in Cattolica - pari al 15,07% -, non essendoci più l'influenza dominante e venendo meno la valenza strategica della partecipazione, dovrà essere portata a valore di mercato.
La quota iscritta a bilancio (pari a 394 milioni) è di 15 euro per azione circa contro i 5,2 di euro attuali. La perdita di valore potenziale si aggira sui 250 milioni circa.
A questi vanno aggiunti i costi di riacquisto delle partecipate: si tratta di versare a Cattolica 175 milioni per il riacquisto delle quote di Berica Vita, Abc Assicura e Cattolica Life. In questo quadro peraltro va detto che la partnership commerciale - avviata nel 2007 - potrebbe non essere del tutto al capolinea, perché i contatti tra le parti in vista di un'eventuale riavvio dell'alleanza starebbero proseguendo. D'altra parte non è da escludere per la banca nomini un advisor che sondi il mercato per la ricerca di un partner in vista di un nuovo accordo.
Certo è che, dopo il rosso da 1,4 miliardi del bilancio 2015 e una trimestrale di cui non si conosce il contenuto, Popolare di Vicenza va incontro insomma a una semestrale "lacrime e sangue", che darà l'idea di quanto l'istituto sia nel pieno di una profonda ristrutturazione in vista di un possibile rilancio.
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