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Bpvi: "Io Iorio sono Wolf, risolvo problemi". Quelli ignorati da Marco Poggi: «Niente allarme: banche solide». No a Iorio bis da FABI, FIRST/CISL, FISAC/CGIL, UNISIN

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 19 Maggio 2016 alle 20:35 | 0 commenti

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«Niente allarme: perdite potenziali e banche solide» dichiarava il 13 febbraio 2015 a tutta pagina in "Economia e Finanza" Marco Poggi (**in fondo il testo completo del suo ottimismo) al giornale più (scendi)letto dei potenti di Vicenza e, perciò, oggi sempre più (neg)letto dalle decine di migliaia di vicentini che, complice la disinformazione locale, hanno tenuto in pancia, prima, e comprato, poi, azioni della Banca Popolare di Vicenza dal fanta valore di 62,50 euro ora ridotti a 10 centesimi e per giunta non negoziabili in Borsa. E Marco Poggi mica è uno qualunue nel gruppetto di fans intervistati, e applauditi, anche quest'anno dallo stesso bestiArio quotidiano e che (sper)giuravano sul buonaffare dell'aumento di capitale. 

Marco Poggi non è, infatti, o non dvrebbe essere un Paolo Rossi qualunque, che di numeri, oltre al suo fantastico "9" poco ne capisce, e neanche un egocentrico Paolo Scaroni, che i numeri li capisce bene solo quando fa i conti sui suoi incarichi e sui suoi mega stipendi, incluso quello prossimo venturo in Ilva.

Marco Poggi è ancora oggi (e nonostante la sua topica di valutazione epocale) il Presidente dell'Ordine dei Commercialisti di Vicenza oltre che partner fondatore dell'importante studio in cui opera insieme a Lombardi, Zamberlan e Simonetto, quest'ultimo, per intenderci cognato di Enrico Maltauro e socio per un terzo dell'omonimo Gruppo Maltauro che, dopo i tanti eventi giudiziari che lo hanno riguardato, ha appena cambiato nome in ICM, Impresa Costruzioni Maltauro).

Nello stendere i suoi progetti e i suoi proclami deve aver, quindi, dato un peso non marginale alla sue parole anche Francesco Iorio, l'Ad uscente della BPVi, uscente nel senso che a breve sceglierà il nuovo Cda quel Fondo Atlante, che, nonostante i "promo" mediatici locali, le promesse inconsistenti degli imprenditori indigeni e i fanta piani industriali del successore di Samuele Sorato, svegliato dal suo ruolo in Ubi dal "bacio" della BCE e contrattualizzato da Gianni Zonin, si è dovuto far carico del 99,43% della fu Popolare di Vicenza pena la morte definitiva dell'Istituto e lo strike sui birilli del sistema bancario italiano, quello che per Mario Monti, lo ricordate?, era così solido ch di più non si poteva.

Ora Iorio, nonostante abbia seguito cattivi consiglieri come quelli appena nominati oltre a tanti altri, tra cui il suo ego smisurato almeno quanto la sua retribuzione complessiva, è sicuro di rientare nei progetti di Atlante con una sua riconferma come Ad o, almeno, come direttore generale.

Forse una scelta di questo tipo potrà essere logica, visto che Atlante e Alessandro Penati, il dominus di Quaestio Sgr, che ha generato il fondo salva banche, di certo non gli faranno elaborare strategie, in cui non si è dimostrato particolarmente provetto, perchè loro cercano ora un esecutore dei loro piani che in 18 mesi, più o meno, dovranno far rendere l'investimento di 1,5 miliardi (acquisto prossimo e profittevole di NPL a parte) tagliando costi di personale, chiudendo filiali, cedendo a acquirenti, ipotetici ma non facili da trovare, i rami extra Veneto della Banca e poi vendendo anche quel che ne rimarrà a chi vorrà entrare nel territorio visto che il fondo non ha l'obiettivo di gestire banche nel medio termine (chiuderà in 5/7 anni dopo aver smobilizzato i suoi investimenti).

Ma l'eventuale conferma di Francesco Iorio, oltre che naturale anche per non dover perdere l'ulteriore tempo di cui necessiterebbe un nuovo Ad/Dg per "conoscere" la struttura con cui poi realizzare i piani a  breve su Vicenza, potrebbe essere resa necessaria per evitare almeno per ora l'alto costo della sua buonuscita: un anno intero di stipendio, cioè altri 1,8 milioni dopo quelli da lui già incassati come "anomala" buona entrata per poter concedere alla BPVi le sue capacità, poi di fatto inespresse.

Ma è scoppiata oggi l'opposizione dei sindacati FABI - FIRST/CISL - FISAC/C, di cui riportiamo a seguire la forte reazione*, sulla ipotesi di riconferma di Francesco Iorio, paragonato da loro al personaggio risolve-tutto di Wolf, riconferma a cui non possono che rimanere indifferenti, di fatto, i 118.000 azionisti da lui blanditi e poi rimasti con le pive nel sacco, anche se sta balenando ad alcuni membri delle loro associazioni l'idea di studiare azioni di responsabilità contro la sua gestione, tanto più improbabili, però, quanto più è diventata una tragica farsa la stessa ipotesi contro il vecchio Cda. 

 

*Bpvi: "Sono Wolf... risolvo problemi"

Organo di Coordinamento Gruppo BPVi FABI - FIRST/CISL - FISAC/C

Il Cda nel maggio 2015 ha deciso di pagare più che "adeguatamente" (2.675.000€ di "gettoni" di ingresso, più emolumenti, benefit vari e buonuscite raddoppiate) il nuovo management con l'obiettivo di dare una scossa ed un segnale di discontinuità dal passato. Un cambio al vertice che annunciava 3 obiettivi chiari per mettere in sicurezza il Gruppo:

Trasformazione in Spa
Aumento di capitale
Quotazione in Borsa

Se la trasformazione in Spa è stata raggiunta grazie al fondamentale contributo dei dipendenti, gli altri obiettivi sono clamorosamente falliti.
Sfortuna? Fatalità? Errori o ambigua regia?
Come se non bastasse, in data 26/03/2016 nel corso della Assemblea in cui non è stata votata l'azione di responsabilità è stato scandalosamente deliberato:

L'incremento della "buonuscita" per il top management (Si possono trovare i dettagli a pagg.484-485 del prospetto informativo depositato in Consob in data 21/4/2016.)
E la non attivazione del sistema incentivante 2016 "in considerazione della particolare situazione di criticità che il gruppo affronta..."

Queste scelte si sommano a una serie di errori che riepiloghiamo di seguito:


La mancata azione di responsabilità, siamo diventati una vergogna nazionale, e l'irritualità delle modalità di votazione.
Le promesse di conciliazione e risarcimento per i Soci "scavalcati" (quale cronologia?)
Il prezzo dell'azione sprofondato a euro 0,10€ con dichiarazioni dei vertici del tipo "poteva andare peggio"
La garanzia di Unicredit
La ricapitalizzazione della Banca, ottenuta solo grazie all'intervento di Atlante, ma costata comunque 76 mln di €
Il Piano Industriale 2015-2020 ("per fare un padello così a tutti!" - oggi alla versione 3.0 e domani?) e il Fondo Esuberi: annunciato per 300 fino a 575, quanti al prossimo?
Il tentativo di "bavaglio" ai Media (la brillante lettera a Report letta in diretta dalla Gabanelli)
La spending review:

solo per i dipendenti (5 anni senza premio aziendale, 7 anni senza sistema incentivante) ma non certo per i manager (nuove assunzioni milionarie con risultati che sono sotto gli occhi di tutti! )
Molti nuovi arrivi ...ma tutti necessari? E zero partenze.... ". E io pago!"

In conseguenza degli errori la raccolta si è drammaticamente ridimensionata, la credibilità del brand svanita, la reputazione dei dipendenti calpestata, la fiducia nella Banca evaporata e i colleghi in rete, che sempre più spesso ricevono lettere di reclami e denunce dai clienti senza alcuna rassicurazione aziendale, vengono accusati di incapacità e inadeguatezza.

Ci rincresce constatare che è mancato il coraggio di fare davvero piazza pulita del passato, mantenendo in posizioni di comando molti di quelli che sono stati corresponsabili della passata discutibile gestione.

Dei compensi "faraonici" e delle buonuscite "milionarie" noi ci scandalizziamo da anni e da troppo tempo li denunciamo ma in Bpvi siamo andati oltre......li paghiamo per ritrovarci con la barca diventata una zattera sgangherata in mezzo alla bufera...e non in un porto sicuro!

Viene da pensare... ma se un manager fallisce...non paga proprio mai? ......i milioni se li merita sempre e comunque?

A nulla serve una casta di manager, con la patologia del risultato ad ogni costo e in poco tempo, arrogante e convinta di una superiorità che la porta a non confrontarsi con i sindacati, a trattare i dipendenti come stupidi soldatini da mandare al massacro...capace solo, insieme a pochi altri eletti, di portare il settore bancario al collasso. Ad oggi nessuna azione "proattiva" è stata posta in essere direttamente e personalmente dallo stesso management per ripristinare la fiducia e riconquistare quote di mercato. Ancora compito della rete metterci la faccia! (Vedasi l'ultima direttiva commerciale: oltre al danno la beffa!).

Le organizzazioni sindacali da tempo credono nella necessità di costruire un nuovo modello di Banca che investa nella formazione, nella specializzazione e professionalità (protocollo recepito anche nel Ccnl), e di una nuova piattaforma contrattuale, consapevoli che un settore del credito efficiente e sano sia un prerequisito perché il Paese riprenda a crescere nel tempo garantendo l'occupazione e la creazione di ricchezza.

E' più facile pensare a "far fuori" i dipendenti con fondi esuberi, che gli stessi finanziano con giornate di solidarietà o ad esternalizzare, piuttosto che metter mano alla escalation delle retribuzioni manageriali.

Reclamiamo il contenimento ed il collegamento delle stesse a risultati di lungo periodo ed agli effetti prodotti sull'occupazione e sulla crescita.
Assistere, quotidianamente, ad una insistente azione contro i dipendenti bancari, messi prima alla gogna con l'accusa di essere responsabili del collocamento di titoli spazzatura - come se fossero i dipendenti a decidere quali prodotti collocare - e poi a più riprese indicati come troppo numerosi e onerosi, fornisce una sensazione di accanimento difficile da comprendere.

WOLF (citazione Pulp Fiction), chiamato per pulire il disastro e rimettere le cose a posto, non ha risolto la situazione.

Per il nostro futuro bisognerà attendere l'insediamento del nuovo Cda BPVi (indicazioni di Quaestio Capital Management Sgr- leggasi Fondo Atlante) che ci auguriamo possa veramente guidare il gruppo verso sorti migliori, probabilmente l'ennesimo Piano Industriale e forse le vicende di Veneto Banca.
Non accetteremo sacrifici senza garanzie per i dipendenti del Gruppo.

Organo di Coordinamento Gruppo BPVi FABI - FIRST/CISL - FISAC/CGIL - UNISIN

 

**I BILANCI IN ROSSO DELLE POPOLARI. Parla Poggi, Commercialisti
«Niente allarme: perdite potenziali e banche solide»
Valutazione delle azioni affidata ad un perito terzo «Essa è fatta su diversi parametri: il bilancio può sì influire, ma una svalutazione non è automatica»
diRoberta Bassan, da Il Giornale di Vicenza di venerdì 13 febbraio 2015 ECONOMIA, pagina 10

Vincoli della Bce, maxi-svalutazioni, perdite mostruose. I risultati preliminari di bilancio esaminati tra martedì e mercoledi dalle Popolari venete soggetti al controllo della Vigilanza europea hanno evidenziato perdite per complessivi 3 miliardi: -1,9 miliardi la quotata Banco Popolare, -497 milioni Banca Popolare di Vicenza, -650 milioni Veneto Banca. Tutte e tre si avviano a diventare Spa per decreto. In vista delle assemblee di metà aprile quali rischi corre la valutazione delle azioni? Una domanda che tra i 117mila soci della BpVi e tra i quasi 90mila di Veneto Banca in queste ore non è mancata.

«Non bisogna farsi prendere dal panico», avverte dal suo osservatorio Marco Poggi, presidente dell'Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Vicenza.
Perché un azionista non deve perdere la calma di fronte a questi risultati?
L'impatto emotivo può esserci, ci mancherebbe, non siamo mai stati abituati ad una situazione di questo genere. Queste banche, a differenza di altre, ci hanno abituati sempre molto bene. Dal punto di vista tecnico lo scossone è arrivato con gli esami e le classifiche della Bce e i test sono stati superati. Ora si accusano perdite, ma non si tratta di vere perdite.
I -450 milioni per BpVi e -650 milioni per Veneto Banca sono numeri mostruosi, non crede?
La perdita è un concetto legato al fatto che si possedeva qualcosa e ora non lo si possiede più. Qui siamo di fronte a risultati negativi di bilancio frutto di un rischio di perdita. Gli istituti hanno un risultato positivo per quella che è la loro attività normale, ma hanno proceduto ad effettuare accantonamenti-rischi perché ciò è stato loro chiesto dalla normativa internazionale: l'Europa ha chiesto di essere più prudenti rispetto a quanto fatto finora. Sono perdite potenziali che, in particolare per BpVi e Veneto Banca, non erano mai state adottate in questa misura: entrambe hanno accantonato per possibili perdite su crediti e svalutazioni di avviamenti per oltre un miliardo. Faccio un esempio banale: se un domani riparte l'economia, i valori diventano positivi e diminuisce la prudenza richiesta, questo miliardo portato a perdita può rientrare in bilancio.
Oggi però quale impatto può avere la perdita nella valutazione dell'azione?
Non c'è un automatismo per quanto riguarda le banche non quotate. La quantificazione dell'azione è deputata alla perizia di un terzo, bisognerebbe essere nella testa del perito per capire se e come questa perdita, che io ritengo puntuale e occasionale di quest'anno, possa influire a lungo termine e quindi influenzare la valutazione.
Se lei fosse un perito come agirebbe?
La valutazione viene fatta su più parametri. Il parametro del risultato di esercizio e quindi di una diminuzione a livello contabile del patrimonio netto di bilancio 2014 può influire ma, ribadisco, non c'è un automatismo. Se fossi io il perito riterrei di dover dare oggi più peso alle prospettive future a fronte di un piano industriale che mi viene presentato, ad un budget pluriennale, alla politica che la banca vuole svolgere.
L'anno scorso BpVi con 32 milioni di perdita ha confermato l'azione a 62,50 euro, Veneto Banca con -96 milioni l'ha svalutata di 75 centesimi portandola a 39,50. Cosa succederà ora?
Ripeto, non c'è per forza un calcolo matematico per cui il valore dell'azione diminuisce in modo automatico con la perdita, come aumenta se si fa utile. Bisognerebbe vedere le singole perizie di allora.
C'è chi dice comunque che il valore delle azioni sia troppo alto, cosa pensa?
Siamo sinceri: chi ha bisogno dei soldi subito probabilmente sarebbe penalizzato. Ma se i soci delle Popolari come si è sempre scritto e letto sono considerati "cassettisti", che hanno i risparmi proiettati al futuro, penso e spero che i valori li recupereranno.
Con il passaggio a Spa le banche diventeranno contendibili. Che risvolti avrà il valore delle azioni?
Non mi stupirei una perdita di valore al debutto sul mercato ma, dal momento che mi pare di capire che l'operazione potrebbe realizzarsi tra un paio d'anni, i valori minimi sono destinati ad essere superati 


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