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Carlo Messina di Intesa Sanpaolo: va tutto bene per le aziende clienti delle fu BPVi e Veneto Banca. Tutto tutto anche per oro, Iran, fidi multipli e... per fornitori della stessa Intesa?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 13 Ottobre 2017 alle 00:26 | 0 commenti

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Dopo aver ripercorso la storia del mega crac contemporaneo delle due Popolari venete e aver predisposto degli antidolorifici per alleviare il dramma di almeno 30.000 soci in condizioni di maggior disagio ma "truffati" insieme ad altre decine di migliaia da una gestione che ha definito "scandalosa" e "vergognosa",   Carlo Messina, ad di Banca Intesa Sanpaolo, nel suo inconro con la stampa del 10 ottobre scorso ha disegnato un quadro della situazione post "inglobamento" dei clienti delle fu Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca ovviamente con forte tonalità di rosa. Ma per non ingenerare false illusioni, ecco alcuni dei primi problemi che stiamo riscontrando sul campo incontrando alcuni imprenditori e alcune associazioni, tra cui Apindustria Confimi Vicenza, che li rappresentano qui nel Vicentino.

I primi due "intoppi" riguardano due categorie di operatori che stanno riscontrando difficoltà nel loro rapporto prima in capo alla BPVi.

Intanto quelli che hanno relazioni, importanti, con l'Iran, paese difficile con cui, però, l'ex Popolare vicentina aveva "imparato" e attivato un modo finanziariamente affidabile di interagire, oggi si vedono costretti a cercare, rapidamente, interlocutori bancari diversi (Bper e Banca Popolare di Sondrio) perchè al momento e prima della sua conquista vicentina intrattenere rapporti con l'ex Persia non rientra nella policy di Banca Intesa Sanpaolo (leggansi rapporti societari e di affari con l'universo Usa che di certo non vede nell'Iran un interlocutore da supportare).

L'altro gruppo di operatori che comincia a lamentare difficoltà è quello degli orafi che operano col sistema del"prestito d'uso" dell'oro non usuale per il nuovo gruppo.

Un terzo caso è quello delle aziende che hanno fidi multipli, quelle cioè affidate da due o tre banche del gruppo (Intesa, BPVi e VB) o, addirittura, con più di tre considerando anche alcuni casi, pochi questi per la verità, di società che operavano anche con controllate straniere delle due ex banche venete.

Se è vero che Carlo Messina ha assicurato il mantenimento dei fidi multipli (noi lo avevamo sentito inizialmente dire "doppi", poi saliti, almeno verbalmente, dopo la domanda di un collega a tre), è anche vero, come ci è stato riferito da associazioni e imprenditori, che l'organo deliberante del fido multiplo sale di... piano e competenza di firma per cui si stanno riscontrando lentezze e/o difficoltà che di questi tempi possono essere pesanti per aziende che cercano di cogliere al massimo le opportunità di crescita attuale per crescere loro stesse o per rimettersi in carreggiata dopo anni di crisi.

E in quest'ambito pare singolare un caso... singolo di un'azienda vicentina di rango e operante anche con basi estere che, le informazioni raccolte ce lo confermano, non solo sta provando affanno nello scalare i piani alti per la conferma di un suo fido multiplo ma fa fatica a farsi anticipare una sua fattura di una fornitura proprio e addirittura al gruppo Intesa e che, abbiamo chiesto conferma di questo aspetto alla banca, sarrebbe strategica per l'obiettivo di "allineare" tutte le filiali entro l'8 dicembre 2017 al "sistema" informatico dell'Istituto.

Il "sarebbe" e l'assenza del nome dell'azienda, oltre che dei prodotti da fornire, non sono casuali ma dovuti perchè la fonte della nostra informazione, certa, non è la società che non è il caso di danneggiare ulteriormente con questa rivelazione.

Anzi ci piacerebbe sapere a breve che i fidi e l'anticipo della fattura, consistente, siano andati in porto, magari anche grazie a questa segnalazione, e che, di conseguenza, la fornitura e l'omogeneizzazione delle nuove filiali non subiscano intoppi anche perchè quell'azienda da queste parti dà un bel po' di lavoro, tecnico e produttivo.


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