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Convegni e lavori di ricerca dopo il dramma della BPVi, Achille Variati e Paolo Scaroni: "facimm ammuina, simm'e Vicenza paisà"

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 20 Novembre 2016 alle 12:50 | 1 commenti

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Achille Variati ha organizzato un convegno postumo sulla fu Banca Popolare di Vicenza (e pro un'associazione più amica delle altre, quella del "corelatore" unico Renato Bertelle) sulle "criticità", lui dice, create dal "disastro", dicono invece decine di migliaia di soci truffati da chi, Giusppe Zigliotto e  Gianni Zonin, lui frequentava assiduamente. Lo ha organizzato al Teatro comunale come plenipotenziario della città, di cui è sindaco uscente (ha detto che anche se venisse sdoganato il terzo mandato consecutivo "non si ricandiderà", come Giorgio Napolitano?), e della provincia di Vicenza, oltre che presidente dell'Unione delle sopprimende province italiane (lui vota Sì al referendum, ha detto in un'intervista apparsa oggi sul giornale caro a lui e ai suoi amici che siedevano nei Cda della BPVi), quindi, sportivamente (decorosamente?) dovrebbe evitare di prendere certe iniziative tardive lui che non sarà più a breve primo cittadino (in una città in cui tutti gli altri sono stati ridotti non a secondi e terzi ma a ultimi) e che rappresenta enti che dovrebbero già essere stati cancellati.

E, infine, dulcis in fundo, lui non dovrebbe organizzare convegni postumi sulle responsabilità passate, a meno che non faccia un clamoroso e deciso outing, sulle sue enormi corresponsabilità, a cui ha solo e democristianamente fatto cenno, come componente del sistema di potere incentrato su Gianni Zonin che ha denunciato, con poca fortuna e prima che gli mozzassero al lingua, anche il suo vice, Jacopo Bulgarini d'Elci.

Lui da componente avveduto del Cda della Cassa Depositi e Prestiti, fortemente impegnata a iniettare centinaia di milioni di euro, tutti soldi dei risparmiatori di Poste Italiane, nei vari fondi di salvataggio, come il Fondo Atlante I e II, nell'erculeo tentativo di salvare le banche mal gestite, a partire dalla BPVi, dovrebbe organizzare, ora non dopo, uno e più convegni "preventivi" e non postumi per capire prima, e non dopo, se quei soldi, delle Poste, spariranno in una voragine senza fine. 

Ma Achille Variati, bisogna dirlo, è bravo, bravissimo, il n. 1 a dire (prendendosi i meriti di chi ha fatto bene prima di lui o addebitandogli le colpe se ha errato chi lo ha preceduto) e a metterla in confusione, quando a sostenere o a fare errori è stato lui, seguendo l'esortazione "facimm ammuìna" (facciamo confusione, nota del traduttore), tipica a Napoli, città con la cui povertà si stanno confrontando moltissimi nostri concittadini, senza averne però la filosofia di "scurdammoce o' passato" (scordiamoci del passato, ndt) perchè noi non "simm'e Napule paisà" ("non siamo di Napoli, concittadino", nota del traduttore), ma siamo di Vicenza...

E a buttarla in caciara, sinonimo romanesco dell'ammuìna (non "musìna", signori no, non salvadanaio ma rumore per coprire quello della sua rottura) ma più comprensibile anche a chi consulta la Treccani, oggi, lo leggiamo sempre sul giornale confindustriale, arriva addirittura Paolo Scaroni, ex Eni ed Enel e tanto altro ancora, milionari inciampi giudiziari inclusi, e alla sua prima uscita pubblica da presidente dell'Istituto di storia di Vicenza: «Il rapporto di fiducia tra cittadini e banche deve, per forza, essere ricostruito...».

E, annunciando il classico e biennale «lavoro di ricerca» (che localmente e variatianamente assomiglia tanto alle improduttive commissioni di inchiesta parlamentari) affidato «a sociologi, storici ed economisti» ovviamente «con approccio scientifico, non polemico», per carità, Scaroni ci assicura e ci rassicura: «Una volta terminato il lavoro speriamo di portare un valido contributo per capire come ricostruire quel rapporto di fiducia tra banche e società che si è incrinato anche qui, ma non solo qui».

Peccato che questo rapporto incrinato lo studiano ora i classici soloni del dopo, mentre i truffati di ora versano lacrime e sangue e fra due anni chissà se potranno leggere il rapporto in un mega salone ben arredato, ma vorremmo sapere ora se Achille Variati e Paolo Scaroni, che pure avevano, il primo, strombazzato sul GdV la necessità di mantenere la fu Popolare vicentina al servizio del territorio, senza proprietari alieni, e, il secondo, l'invito condiviso con Paolo Rossi, in una sorta di, lecita?, sollecitazione al risparmio, a partecipare all'aumento di capitale che non avrebbe lasciato tutto in mano alla speculazione (o al flop anche di Cdp, attento Variati!)  qualche spicciolo di aumento lo avevano veramente prenotato o anche loro non avevano neanche un grammo di quella fiducia nel rapporto tra Banca Popolare e Vicenza e ora vogliono che qualcuno spieghi loro il perchè.

Per tacitarsi la coscienza, o quel che ne rimane, su quello che non hanno fatto turandosi il naso e tappandosi il c... Senza porsi il dilemma della scelta.

Facimm ammuìna, simm'e Vicenza paisà.


Commenti

Inviato Domenica 20 Novembre 2016 alle 16:21

Variati che aspertti a dimettterti!
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