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I 58.000 soci ingannati dalla BPVi per Il Fatto messi in mezzo anche da "pezzi interi della classe dirigente veneta...". Potevano non sapere Luciano Vescovi a Vicenza e Achille Variati qui, in provincia e in Italia?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 17 Giugno 2016 alle 22:11 | 1 commenti

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Scrive Walter Gabbiati su la Repubblica di oggi, 17 giugno, che secondo "l'ispezione della Banca centrale europea (sulla Banca Popolare di Vicenza, ndr), condotta tra il 26 febbraio e il 3 luglio 2015 e conclusasi con una relazione di 103 pagine che non lascia scampo agli ex vertici della Banca" sono "ben 58mila azionisti, tra vecchi e nuovi", sui 118.000 totali, quelli che "non risultano in linea con le normative Mifid, la direttiva europea (Market in Financial Instruments directive) che, tra le altre cose, impone di classificare i clienti in modo adeguato per fornire loro servizi finanziari appropriati...".  E oggi tutti i media nazionali mettono in copertina Vicenza, che tra l'altro rischia che l'Unesco la cancelli dall'elenco dei suoi "tesori" a causa del cemento che l'ha sommersa durante le ultime amministrazioni e per le opere previste per l'Alta Capacità, anche per il primo (e speriamo ultimo) suicida "da BPVi" che fa parte di quei 58.000 "indotti in errore".

E a proposito di Antonio Bedin, il suicida sessantasettenne di Montebello a due passi da una delle tante ville di Zonin, e del dramma sociale in atto per decine di migliaia di soci e in arrivo per gran parte dell'economia locale  alla denuncia della BCE aggiunge una sua domanda Giorgio Meletti su Il Fatto Quotidiano.

Eccola: "Come sono riusciti pezzi interi della classe dirigente veneta e nazionale - banchieri, manager, sedicenti imprenditori, politici corrotti o stupidi, vigilanti della Consob e della Banca d'Italia - a mettere in mezzo 200 mila soci della Popolare di Vicenza e della Veneto Banca e sfilare dalle loro tasche oltre 11 miliardi di euro? Attenzione: il denaro non si distrugge, i 6,2 miliardi di capitale pagati dai 120 mila soci della Vicenza e i 5 pagati dagli 80 mila soci di Veneto Banca esistono ancora ma hanno cambiato tasche. Questa è la storia di un furto gigantesco...".

In attesa delle risposte "nazionali" del Governo su Consob e Bankitalia e di quelle "locali" della magistratura, che, per quanto lavori con solerzia e determinazione, non potrà ridare più la vita ad Antonio Bedin e, non illudiamo i soci,  i soldi ai truffati, tra cui i 58.000 individuati per la PopVi dalla BCE, giriamo a Vicenza la domanda, oltre che ai "banchieri" Gianni Zonin e ai suoi direttori operativi, alla Samuele Sorato, e ai suoi lacchè strategici nel Cda, dall'ora indagato Giuseppe Zigliotto al condannato in primo grado Matteo Marzotto, ora di nuovo presidente di Fiera di Vicenza per grazia delle sue qualità riconosciute da Amministrazione Comunale e Camera di commercio, anche a due delle "personalità" locali di maggio rilievo. Una soprattutto a Vicenza, l'altra le cui forti radici locali si sono poi allargate con sapienti e capaci mosse in provincia e in tutt'Italia.

Chiediamo, quindi,  a loro, Luciano Vescovi, e Achille Variati, se, in base alla loro notevole esperienza qui maturata, abbiano conosciuto alcuni dei "manager, sedicenti imprenditori, politici corrotti o stupidi..." corresponsabili, secondo Meletti, del dramma della BPVi; se, invece, ne neghino l'esistenza o, di più, se si ritengano "calunniati" laddove il collega de Il Fatto faccia supporre di includere anche loro, potenti esponenti dell'imprenditoria e della politica indigena, tra i "pezzi interi della classe dirigente veneta e nazionale - banchieri, manager, sedicenti imprenditori, politici corrotti o stupidi, vigilanti della Consob e della Banca d'Italia" che hanno messo "in mezzo 200 mila soci della Popolare di Vicenza e della Veneto Banca" sfilando "dalle loro tasche oltre 11 miliardi di euro...".

Per completezza e caso mai ammettessero per il dramma BPVi una qualche corresponsabilità, magari di "eccesso di fiducia", in un sussulto etico, alla Zigliotto, o ideale, molto superiore invero, alla Rumor, chiediamo al presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi e ad Achile Variati, tra l'altro sindaco e presidente della Provincia di Vicenza, se, escludendoli con logica e anche per amor di Patria dall'elenco dei materialmente "corrotti",  il non "aver visto" dai loro osservatori privilegiati e di grande responsabilità quello che succedeva accanto a loro o anche il non aver almeno sentito un pizzico di puzza di bruciato li possa far immaginare come un po' "stupidi".

E, quindi, inadatti ai loro ruoli attuali...

 

- Luciano Vescovi, dopo essere stato per anni vice presidente della sicula Banca Nuova controllata dalla BPVi, è ora il successore come presidente di Confindustria Vicenza dell'amico Giuseppe Zigliotto,  membro indagato del Cda della BPVi dal 2003, e, dopo Zigliotto e forse ancora con lui in vari Cda, gestirà la proprietà de Il Giornale di Vicenza e di Tva in nome degli "imprenditori" di Assindustria

- Achille Variati, dopo un primo mandato da sindaco a fine anni '90, una carriera di rilievo come consigliere di vertice in Regione e due nuovi mandati da sindaco dal 2008, estimatore storico di Giuseppe Zigliotto, ricopre ora, dopo l'elezione a Presidente della Provincia di Vicenza, anche i ruoli di presidente dell'Unione delle Province Italiane e di membro del Cda di Cassa Depositi e Prestiti.


Commenti

Inviato Sabato 18 Giugno 2016 alle 07:30

Quanti denari, certo più di trenta, ha ricevuto l'amministrazione Variati dalla Banca per le varie attività? Se si ripsonde a questa domanda e non solo per il Sindaco attuale, ma epr molte e molte altre realtà, si comprende il silenzion che a Vicenza domina sulla Banca e i suoi amministratori.
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