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Maria Teresa Roda, socia di Veneto Banca: la sua storia è la fotocopia di quella di migliaia di risparmiatori BPVi. La racconta durante la presentazione di "Vicenza. La città sbancata". In Regione perchè Vicenza rimane muta!

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 15 Ottobre 2016 alle 18:23 | 0 commenti

Maria Teresa Roda (a destra nel frame del video, ndr) l'avevamo conosciuta via mail quando ci aveva chiesto di farle avere in Excel l'elenco  dei soci di Veneto Banca che avevamo pubblicato in esclusiva in pdf. Li voleva e glieli girammo, impegnati come eravamo a studiare quelli della più vicina Banca Popolare di Vicenza, per consentirle di studiare quei dati, lei socia "tradita" dalla Popolare montebellunese, ma impegnata anche a collaborare con chi già allora si occupava soprattutto della BPVi. E abbiamo finalmente incontrato di persona Maria Teresa che ha raccontato di persona la sua storia, che a breve vi riferiremo, in occasione della presentazione ufficiale di "Vicenza. La città sbancata" in Regione Veneto e non certo a Vicenza, dove continuano ad essere colpevolmente mute sia la città che la provincia ufficiali, entrambe a trazione Achille Variati ed entrambe succubi, oltre che di lui stesso, anche del sistema di potere rappresentato plasticamente da Gianni Zonin e tirato in ballo solo una volta dal suo vice subito bacchettato e zittito.

Se questi politici muti nel difendere i propri "governati" a decine di migliaia di risparmiatori appaiono addirittura più vergognosi, per ignavia complice, di chi, per interesse smodato, ha fatto (nella BPVi) e disfatto (i risparmi dei soci risparmiatori), a Palazzo Ferro Fini a Venezia non è mancato coraggio al consigliere segretario Maurizio Conte, che ha coordinato la commissione d'inchiesta sui due flop bancari, e al presidente del Consiglio Regionale, Roberto Ciambetti.

Pur se controstati da meschine manovre, che vi documenteremo quanto prima, da parte di chi, Elena Donazzan, l'assessore nata a Pove, tempo fa si schierò con l'altro sistema, quello di Giancarlo Galan forse (?) parallelo con Lia Sartori agli interessi del mondo vicino al nostro sindaco e presidente provinciale.

Loro, Ciambetti, Conte e tutti i presenti che hanno affollato sala Cuoi con una intensità di partecipazione mai riscontrata prima, ci ha detto il personale preposto, non solo hanno presentato il lavoro della nostra redazione ma ne hanno evidenziato il valore di denuncia accogliendo anche le testimonianze dell'avvocato Franco Conte di Codacons Veneto, che ha incoraggiato i soci, come da tempo facciamo noi, le altre Associazioni e tanti legali, ad agire per recuperare il maltolto dai vecchi cattivi gestori dandosi da fare legalmente nei confronti degli attuali e restii vertici delle due ex Popolari, come hanno confermato sia opportuno anche Christian Malinverni, presidente dei Ristoratori Confartigianato, e l'imprenditore Patrizio Miatello, portavoce Coordinamento Associazioni Soci Banche Venete Don Enrico Torta.

Ma il Consiglio regionale del Veneto, come dicevamo all'inizio, ha dato la parola, oltre che a Dario Loison, ormai testimonial abituale degli "imprenditori" vicentini "baciati", da Giuda, anche a Maria Terera Roda.

Avete visto in due video tutto l'incontro.

In quello in fondo, che vi riproponiamo, ci sono gli interventi di Ciambetti, Conte e mio, in quello in alto, che pure ripubblichiamo, ci sono tutti gli altri tra cui quello con la testimonianza di Maria Tersa, che di seguito ci ha sintetizzato per iscritto la sua, triste, storia per farla conoscere e spineger tanti a darsi da fare come fa lei.

Eccovela.

 

Desidero raccontare brevemente la mia storia di risparmiatrice sapendo che non è neppure una delle peggiori; conosco situazioni di famiglie che hanno dovuto sospendere le cure sanitarie o che avevano accantonato delle somme per garantire l'assistenza a persone malate ed ora non hanno nulla e magari non hanno neppure gli strumenti, il coraggio, le parole per reagire e chiedere giustizia, ecco, il primo desiderio è quello di dar parola al senso di giustizia ed alla speranza di riavere, almeno in parte quei risparmi.
Quanto a me, ho smesso di lavorare nella scuola, come dirigente, nel 2011. Nel 2009 con la prospettiva di cessare il servizio e di avvicinarmi al fine carriera e al TFR , ho intrapreso, a seguito della morte dei miei genitori , una ristrutturazione della casa di famiglia accendendo un mutuo "prima casa" con Veneto Banca, la banca di famiglia. Il mutuo ventennale di 145.0000 mi è stato concesso ad un tasso conveniente ma con una rata consistente di 650 euro mensili che ho pagato per due anni. Quando arriva la liquidazione di 36 anni di servizio, nel 2011, mi reco allo sportello per versarne una parte, abbassare la rata del mutuo, ed accantonarne una parte come garanzia per la vecchiaia. Il consiglio è di accantonare il più possibile con una proposta di un portfolio fatto prevalentemente di azioni e fondi che in realtà sono tutti prodotti Veneto Banca ed estinguere il meno possibile il mutuo bancario ad interessi così convenienti. Tra il 2012 ed il 2013 , tolto un piccolo pacchetto di obbligazioni che ho potuto prelevare per 20.000 euro la banca mi ha indirizzato a comprare per altri 80.000 a prezzi tra 39,5 e 40,25 che ora valgono 10 centesimi ..80.000 euro di carta straccia, la prima parte del mutuo prima casa che continua a correre anche se abbassato, ed un nuovo prestito in corso per il quale ho dovuto indebitarmi ulteriormente per 32.000 per completare la seconda tranche dei lavori prima casa. Per la vecchiaia nessuna garanzia ed una nuova rata del secondo mutuo. Sicuramente il pane non manca ma prevale un senso di profonda ingiustizia e di fiducia tradita perché quelli erano il frutto di versamenti di 36 anni di lavoro ... Quindi siamo qui a chiedere trasparenza e giustizia. Con un gruppetto di amiche, a nome ed in rappresentanza di molti altri risparmiatori e risparmiatrici, abbiamo rincorso e bussato a mille porte e chiesta l'attenzione sul problema tanto ai politici locali che al Presidente Renzi in occasione della sua venuta a Treviso. Ci aspettiamo risposte. Molte sono le piccole grandi cose che si possono fare (e qui ci sono quelle a cui fa riferimento esplicito da tempo la socia azzerata di Veneto banca, ndr).

Ma bisogna farle.
Maria Teresa Roda


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