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Matteo Marzotto, Attila a sua insaputa: Valentino Fashion Group, BPVi, Fiera di Vicenza e ora il Cuoa scompaiono. Intanto Vescovi dixit e Zigliotto "retrocede" alla Luiss

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 23 Giugno 2016 alle 15:16 | 1 commenti

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Oltre la facciata delle belle e ciniche donne che lo attorniavano nei tempi che, anche per lui, furono, e dietro ai suoi sempre sgargianti sorrisi a 32 denti Matteo Marzotto, il rampollo con meno appeal imprenditoriale del suo casato il cui cognome, però, gli ha ben fruttato in incarichi e prebende, non è di certo accompagnato da una buona stella quando è messo nei Cda o ai vertici delle società che pure fanno bella mostra di sè nel suo curriculum. Fa il presidente dell'Enit e di promozione del turismo italiano all'estero neanche a parlarne, urla l'Espresso, visto che i soldi bastano appena a pagare vertici e personale e di turismo non è che abbia saputo un po'. Fa il presidente di Valentino Fashion Group, azienda di famiglia che la ICG, sempre di famiglia e di cui è socio, gliela vende a un fondo lussemburghese con un'operazione estero vestita con cui vengono evasi 71 milioni di euro di tasse.

Tutti o quasi patteggiano e tirano fuori, comunque con un discreto sconto, 59 di quei milioni ma lui non patteggia perchè, questa la sua tesi difensiva, tutto, vendita ed evasione, erano avvenuti a sua insaputa. Il tribunale non gli crede e, intanto, in primo grado, lo condanna a 10 mesi, nonostante i quali Achille Variati, estimatore storico di indagati come, ad esempio, De Bortoli, Zigliotto e Zonin o leader comprensivo di arrestati o condannati come Galan, Sartori e Maltauro, lo conferma alla presidenza della Fiera di Vicenza.

Giusto in tempo per scoprire e annunciare che quei cattivoni di veronesi non volevano più fidanzarsi con la Fiera di Vicenza, ovviamente all'insaputa di Matteo Marzotto, che lo confessa di persona in conferenza stampa, ragion per cui, ecco la motivazione dello "strappo" alla sempe più deludente deontologia del leader maximo di Vicenza, il presidente deve rimanere al suo posto anche in Fiera per portare in fondo (a fondo?) la sua vendita a quella di Rimini.

Ricordare che Matteo Marzotto è ancora membro del Cda della BPVi dell'era targata Gianni Zonin & c., dei cui "espropri" miliardati a carico di decine di  migliaia di vicentini e non solo era sicuramente all'oscuro, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, ma oggi abbiamo letto che Matteo Marzotto aspira a diventare l'Attila della aziende che, dopo il suo passaggio ai loro vertici, inaridiscono...

Solo pochi giorni fa il presidente del Cuoa, conferendo a Carlo Messina, Ceo di IntesaSanPaolo, l'Executive Master of Finance, esaltava la scuola di Altavilla (vedi video a seguire, ndr) e, di conseguenza, valorizzava il suo apporto allo sviluppo della prestigiosa Business School per cui ci ha fatto un certo effetto leggere ieri su VeneziePost che sta per essere smembrata per portarne in dote i corsi migliori alla Luiss di Roma, di proprietà di Confindustria nazionale.

E chi è il presidente del Cuoa in via di partenza per Roma?

Ma lui, Matteo "Attila" Marzotto.

P.S. La notizia la dà oggi anche il giornale locale confindustriale che, citando la fonte (Roberta Paolini di VeneziePost)  ne dimentica (omette?) un passaggio fondamentale: l'operazione blinderebbe la nomina a presidente proprio della Luiss di Giuseppe Zigliotto, che, realizzando l'auspicio espresso dal "duro e puro" Luciano Vescovi al pubblico osannante della Basilica Palladiana ("paghino i responsabili del disastro della BPVi"), ha dovuto rinunciare ad altre cariche locali per accontentarsi, forse, solo di quella romana.

Poareto lu...


Commenti

Inviato Venerdi 24 Giugno 2016 alle 08:03

Continua lo sfacelo per Vicenza.
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