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Oggi in streaming su VicenzaPiùTv le verità di Vincenzo Consoli, ex ad di Veneto Banca, anche sulle pressioni di Bankitalia pro BPVi. Qui mettiamo ordine ai fatti, Boschi inclusa

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 15 Dicembre 2017 alle 14:30 | 0 commenti

Pubblicato alle 11.47, aggiornato con diretta alle 14.30. Verrà sentito dalla Commissione d'inchiesta sulle banche questo pomeriggio dalle 14.30 (in diretta streaming anche qui, su VicenzaPiu.tv e sulle App VicenzaPiùTv) Vincenzo Consoli, l'ex direttore generale e "uomo forte" di Veneto Banca, che su, legittima, richiesta della Procura di Roma ha subito immediate e lunghe restrizioni della libertà personale oltre che sequestri di beni a differenza di qunato (non) deciso dalla Procura di Vicenza per Gianni Zonin, di fatto il suo omologo in Banca Popolare di Vicenza per potere o influenza, al di là delle sue amnesie in Commissione e, sicuramente, in tribunale.

La nostra posizione sulle disparità evidenti di trattamento, sottigliezze giuridiche a parte, tra Consoli e Zonin l'abbiamo elaborata su basi documentali, senza subire le pressioni che si leggono chiaramente tra le righe di gran parte della stampa nazionale e locale, l'abbiamo sintetizzata l'11 maggio 2017 sotto il titolo "Io sto con Vincenzo Consoli, purchè si scrolli di dosso la cacca dei piccioni viaggiatori", che la indotto la Procura di Treviso ad aprire un modello 45 (indagini contro ignoti, presumibilmente per la ricostruzione puntuale dei fatti da noi proposta) e la verificheremo oggi ascoltando Consoli in Commissione che, ne siamo certi, riceverà risposte e non silenzi alle sue domande. Se convincenti o no lo verificheranno i commissari e i giudici, ma, si spera, lo ripetiamo, in maniera finalmente equa.

Si comincia, allora, alle 14.30, l'audizione verrà trasmessa in streaming dalla web tv del Parlamento e da noi, con Consoli, accompagnato dal suo legale, l'avvocato Alessandro Moscatelli, convocato per essere sentito anche sulle presunte pressioni di Bankitalia per la fusione con Bpvi. Pressioni che via Nazionale ha negato con forza e che sono state smentite l'altra sera a Roma, con qualche inciampo, anche dall'ex presidente Bpvi Gianni Zonin.

"Consoli invece ha ripetutamente parlato di tali sollecitazioni - leggiamo finalmente anche su Il Mattino di Padova di oggi -: prima davanti al suo Cda, poi in sede di interrogatorio, quindi nella memoria al tribunale delle Imprese. L'ex manager ha detto che il matrimonio con i vicentini fu un «ordine»: lui lo disattese viste le condizioni (nessuna rappresentanza in Cda degli amministratori di Veneto Banca) e - secondo la sua convinzione - ne pagò le conseguenze. È probabile che i commissari lo sentano anche sul presunto incontro ad Arezzo con i vertici di Banca Etruria, a cui sarebbe stato presente anche l'ex ministro Maria Elena Boschi. La notizia fu data dalla stampa, Consoli non l'ha mai smentita".

A VicenzaPiù, però, l'ha confermato durante l'incontro da noi promosso con Giorgio Meletti e sulla base di fatti e informazioni proviamo a ricostruire una sequenza minimale di una storia forse più vera di Veneto Banca. Potete leggerla ora o durante lo streaming per verificarla oggi in Commissione e in futuro in Tribunale.

 

                                                      Veneto Banca, una storia più vera

Dai presupposti prima accennati di una BPVi accondiscendente con il "sistema" per crescere e di una Veneto Banca più orientata a una crescita reale slegata, per quanto possibile, dai poteri e orientata a concetti "industriali" partono le azioni di Bankitalia per dipingere pubblicamente la Popolare di Montebelluna come una banca moriente che deve, per Roma, essere annessa a Vicenza senza avere rappresentanti nel cda.
Allora sorvolando su altri episodi per dare, intanto, un'idea concreta dei fatti
- nel 2013, un'ispezione di Bankitalia si chiude a luglio con un giudizio positivo
- gli stessi ispettori vengono rimandati a Montebelluna pochi giorni dopo per una seconda ispezione che a pochi mesi di distanza dalla promozione si conclude con la bocciatura pubblica che viene resa nota così come l'ordine di farsi annettere da Vicenza generando un fuggi fuggi di correntisti
- dopo un periodo frenetico, tra dimissioni imposte dal cda di Consoli, che conserva la carica di Dg, e suoi tentativi di salvare la banca conditi dall'immancabile contatto con Maria Elena Boschi arriva nel 2014 la sentenza sulla tesi "BPVi messa male ma protetta e Veneto Banca viva anche se messa all'angolo da Visco & c".: la Bce subentra a Bankitalia nei controlli e nel primo stress test effettuato sulle maggiori banche italiane "boccia" di sabato Vicenza che nel pomeriggio di domenica, coperta da Bankitalia ovviamente, salva formalmente la baracca convertendo d'ufficio in capitale un bond subordinato da 250 milioni. Lo stesso sabato Veneto Banca, pur dannegggiata dalle comunicazioni di Roma, viene promossa in prima battuta salvo poi precipitare sotto i colpi successivi ma insieme a BPVi, dsitruggendo il territorio e nascondendo quantità enormi di soldi che, non potendo essere spariti, sono in tasca di "qualcuni", direbbero in Veneto.

Il disegno del sistema

Far acquisire da parte di BPVi un blocco di banche in crisi o, meglio, messe in crisi dal sistema stesso oltre che da errori propri ma mai "vigilati" correttamente: le quattro banche tra cui Etruria, poi risolte, Veneto Banca e Popolare di Marostica, poi salvatasi perché riuscì a sposarsi per tempo con Volksbank di Bolzano.
Dopo aver salvato le varie banche dichiarate come disastrate i buchi di Zonin & c., consentiti se non promossi da Visco & c., sarebbero stati imputato al suo sacrifico per "digerire" le altre banche.
Il disegno non riuscì per l'arrivo delle nuove norme volute dalla Bce, per i controlli diretti e i disegni di un sistema superiore, quello europeo di Francoforte, che portarono al successivo crollo di tutto e, soprattutto, di tutti i veri risparmiatori

Gli effetti del sistema

A livello personale
Zonin & c. la faranno o la stanno facendo franca come dimostrano le vicende giudiziarie lente a Vicenza, con Zonin che si è "spogliato" subito e precauzionalmente dei suoi beni, ma rapide, a Roma, dove, vicino a Bankitalia, non stranamente, sono state trasferite le prime indagini ..., contro Consoli. Lui è stato addirittura messo ai domiciliari ed ha i beni sequestrati perché, a parere di molti, arrestato perché si convincesse a non parlare (schema opposto a quello di tangentopoli), è deciso a non mollare e a svelare il marcio...

A livello di territorio
Non l'hanno fatta franca i veri piccoli e medi soci, decine di migliaia, 70.000 dei quali liquidati col 15% del valore delle azioni a patto che non facciano causa e tutti gli altri rimasto col cerino in mano che faranno fatica ad usare per accendere il fuoco di una qualche speranza con le banche svuotate da Intesa del loro valore e messe in liquidazione con una barca di NPL da cui è lecito aspettarsi... ben poco. E quel poco andrà allo Stato che ha regalato a Intesa 5 miliardi anticipandoli da somme che si farà restituire, in pre deduzione!, dalle due banche in LCA, quindi da coloro che avrebbero diritto proprio a quei soldi in quanto creditori, soci truffati inlcusi.


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