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Patrizio Miatello a Roma a caccia di parlamentari di... lunedì spera in tutti, ma lancia un ultimatum al PD per il 4 ottobre. Intanto Luigi Ugone alza la posta e punta Bankitalia, il "sistema" e... Laura Puppato

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Martedi 26 Settembre 2017 alle 00:12 | 0 commenti

Patrizio Miatello, presidente di Ezzelino III da Onara, una delle associazioni dei soci "truffati" da BPVi e, forse..., Veneto Banca, in cui lo affiancano come consulenti tecnici l'avv. Rodolfo Bettiol e il tributarista Loris Mazzon, lo abbiamo sentito al telefono mentre tornava oggi, lunedì 25 settembre, da Roma dove ha cercato invano deputati e senatori che lui pensava, ha detto anche nella pillola video che ci ha inviato per diffondere il suo messaggio odierno, stessero lavorando (di lunedì?) per la Commissione d'inchiesta sulle banche e per l'istituzione del fondo per le vittime delle banche.

Il suo messaggio e le parole che ci ha detto a suo commento telefonicamente ci hanno dato l'impressione di un uomo profondamente deluso e forse turbato da un compito che si sta dimostrando sempre più pesante: far riavere ai risparmiatori il maltolto o, almeno, una sua parte.

"Cari parlamentari - ha detto sinteticamente Miatello - spero tanto che troviate una soluzione e che ce la comunichiate il 4 ottobre quando verremo a Roma a manifestare dalle 11 davanti al parlamento, altrimenti - e qui il presidente di Ezzelino III da Onara cambia riferimento da tutti a una parte politica - caro PD sarai cancellato!".

Quella parola "spero" e non "pretendo" dà una misura della stanchezza dell'uomo su cui pesano tante, forse troppe responsabilità.

E il concentrare gli strali finali contro il Partito Democratico, se l'insieme di tutti i parlamentari non troverà una soluzione, sembra voler rispondere alle accuse di chi, tra i suoi associati e non solo, gli addebita la sua eccessiva vicinanza al PD e alla sua rappresentante Laura Puppato.

Miatello per alcuni, infatti, e lui se ne duole, si sarebbe fidato troppo della senatrice, già sindaco di Montebelluna e, quindi, non digiuna di "aria bancaria", nel cercare una soluzione, ora che la gran parte delle associazioni sono state messe all'angolo della spiazzante liquidazione coata amministrativa tirata fuori dal cappello dal prestigiatore Padoan e dai suoi ispiratori di sistema.

Non è un caso, quindi, che "Noi che credevamo nella BPVi" sabato 16 abbia attaccato duramente la Puppato, rea di promesse mancate e di pensare, ecco un altro contrasto col Miatello che parrebbe accontentarsi, a un fondo di poche decine di milioni per le vittime delle due banche.

Come se, in assenza della senatrice e ancora senza sue repliche, le urlava davanti a un palasport pieno e plaudente Luigi Ugone non fossero tutti vittime di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca tutti i soci che hanno acquistato o sottoscritto fino a 62,50 euro quello che all'epoca valeva sì e no un terzo, come dimostra la perizia allegata alla chiusura delle indagini su Gianni Zonin & c.

E come se non bastasse quanto detto per descrivere la differenza apparente, almeno per oggi, tra i due presidenti, l'ex seguace di Don Torta sulla via della disillusione, Miatello, e il fan di se stesso, Ugone, sempre sulla strada dell'attacco, in occasione della sua bellicosa assemblea il presidente di "Noi che credevamo nella BPVi" al "chiedere" speranzoso di molti altri sostituiva come al solito la sua strategia: "pretendere", supportato dalle "carte", che a pagare siano Banca d'Italia e Consob, che con i loro inefficaci controlli hanno, se non promosso o favorito, almeno permesso le operazioni dei due istituti che poi hanno pagato solo, i soci risparmiatori.

E pensare che solo poco tempo fa Ezzelino III da Onara invitava i suoi associati a non "toccare" Bankitalia e Consob con queste parole: "Da sempre abbiamo indicato a tutti i risparmiatori di non fare cause contro Banca d'Italia - Consob. Le stesse infatti, oltre che essere totalmente inutili, avrebbero esposto i risparmiatori al pericolo della condanna per lite temeraria...".

Caro Miatello, che le cause al "sistema", se ben documentate, possano essere complesse da vincere è certo, che siano inutili lasciamolo dire ai giudici, che siano foriere di condanne per chi le proporrà per lite temeraria, beh, così non è.

Lasciatelo dire da uno che sta subendo una causa da Gianni Zonin, che, da presidente della Fondazione Roi, e con i soldi della Fondazione, ha usato la sua strapotenza per chiedere un milione di euro a un "povero" giornalista come me che fa fatica a pagare il suo legale: questa, che comuqnue vincerò, è di certo una lite temeraria perchè intentata da chi, da potente, può intimorire un, presunto, debole.

Ma mai sarebbe temeraria una mia denuncia nei confronti di un potente... così come mai potrebbe essere definita lite temeraria contro Palazzo Koch quella di soci che per difendersi devono consorziarsi e pagare di tasca propria un legale che contrasti i legali di Visco & c, pagati da Bankitalia e non da loro stessi...

Convinciti di questo, Patrizio, come ti ho detto al telefono e, se hai documenti che provino eventuali responsabilità del sistema, così come ne ho io contro l'ex presidente della Roi, rialza la tua testa e falla rialzare ai tuoi associati denunciando e chiedendo i danni a chi quei danni li avesse creati e avesse contribuito a generarli e che di soldi per pagarli ne ha visto che suoi soci sono le stesse banche del sistema...

Per convincerti basta che tu, caro Miatello, risponda a una domanda: Banca d'Italia ha operato bene? 

Se altri si sono risposti, come Pietro d'Aguì, ex Ad di Bim, controllata di Veneto Banca, a cui è stato impedito di venderla, e hanno mosso passi legali contro i vertici del sistema e se il sia pur discusso Ad della ex Popolare di Montebellua, Vincenzo Consoli, si è fatto il carcere anche per non essersi piegato a Bankitalia, contro cui ha annunciato di voler proseguire la sua battalia, vuoi, Miatello, che non si sappiano rispondere i soci delle due banche venete e che non abbiamo o trovino il coraggio di lottare per riavere soldi e dignità?

Laura Puppato, infine, si faccia la domanda anche lei e la faccia ai suoi colleghi di partito e di aula e non chieda, ma pretenda che chi ha dormito sui banchi dorati del parlamento si svegli e faccia quel che deve, foss'anche solo per riavere qualche voto e non soprattutto per riaffermare la dignità della poltica di fronte ai poteri occulti della finanza! 


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