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Protesta corale delle associazioni dei soci truffati dalla BPVi dopo il convegno "teatrale" annunciato da Achille Variati e Paolo Mariani

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 16 Novembre 2016 alle 15:20 | 1 commenti

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Arrivano numerose le reazioni ufficiali delle Associazioni e quelle personali di vari lettori, spesso di spessore anche nella cosiddetta società civile, dopo quanto da noi scritto ieri sul «tardivo, lavacoscienze e cerca clienti dibattito sulla Banca Popolare di Vicenza» che il sindaco e presidente della provincia Achille Variati col presidente della CCIAA, Paolo Mariani, a fargli da spalla, ha organizzato per il 26 novembre «per il presidente di una (sola) associazione di soci (l'avvocato Renato Bertelle, ndr), da lui fondata, e senza chiamare su quel palco i rappresentanti delle associazioni, da Noi che credevamo nella BPVi a quella di Don Torta, nate spontaneamente, ben più numerose, combattive e scomode anche per il Cda attuale della ex Popolare vicentina. Noi ieri, comunque, riferivamo non solo della nostra sensibilità ma anche delle reazioni di moltissimi soci truffati dalla gestione della BPVi targata Gianni Zonin e ancora non "ascoltati" di fatto da quella di Gianni Mion.

Quei soci, infatti, negli ultimi giorni e dopo le prime indiscrezioni sul convegno al Teatro Comunale (pagato da chi?) bollavano come ipocrita e tardiva la spettacolarizzazione postuma del loro dramma da parte di chi se ne è a lungo, a dir poco, disinteressato e ora fa da spalla a chi su quel dramma sta costruendo anche un'attività proficua e con le sue parole concederà alibi ai "complici ambientali" del terremoto finanziario che ha sconvolto Vicenza, il Veneto e altre parti d'Italia dove alliganan l'ex Popolare

Bastava andare sulle pagine ufficiali delle varie associazioni per misurarne la rabbia dei giorni scorsi ed aumentata da ieri dopo l'ineffabile annuncio ma oggi pubblichiamo la nota ufficiale appena arrivataci da "Noi che credevamo nella Banca Popoalre di Vicenza" e alcune reazioni tra cui quelle di Codacons Veneto e dell'associazione Azionisti Associati Banca Popolare di Vicenza, a cui non è stato riservato il trattamento previsto da Variati & c. per quello, che per sua stesa ammissione, è stato tra i promotori dell'evento pilatesco, di sicuro, e mercantile, con buone probabilità.

Se un lettore, preso a caso tra i tanti ma conoscitore, e anche studioso tecnico, del disastro in atto, ci ha scritto «è un'iniziativa inutile e acchiappa voti. Una solenne presa in giro. A meno che non partecipi anche Antonino Cappelleri, svegliandosi dal suo letargo», Luigi Ugone, presidente di "Noi che credevamo nella BPVi" ha inviato ai media questa nota: «Come associazione siamo amareggiati ma non stupiti nell'apprendere di una nuova riunione pubblica tra Istituzioni vicentine e nazionali che lasciano a microfono spento le associazioni più combattive e genuine. La nostra associazione ha sempre sostenuto un piano alternativo all'attuale Caporetto rappresentata dalla trasformazione in spa e questo è ben noto sia al Comune di Vicenza che a tutta l'Amministrazione. I medio piccoli soci e le loro associazioni, gli unici che hanno pagato con soldi veri la disfatta di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca vengono ancora una volta messi all'angolo da Istituzioni molto politiche e poco aderenti al territorio. Sapevate che saremmo arrivati a questo disastro ve lo avevamo detto!».

Se, poi, l'avvocato Franco Conte, presidente di Codacons Veneto, è lapidario nel suo giudizio sull'annuncio variatesco «Che tristezza! Condivido da A alla Z il suo comento sull'evento», non è meno secco l'avv. Andrea Arman dell'associazione Azionisti Associati Banca Popolare di Vicenza: «Un convegno organizzato tanto per confondere ed intorbidire le menti».

Per chi volesse seguire le reazioni andate su tutti i profili delle varie associazioni non bertelliane nè variatiane, dalle quali è lecito attendersi, così ci preannunciano, dei sit in se non altro in occasione dell'evento che nasce ale loro spalle...


Commenti

Inviato Mercoledi 16 Novembre 2016 alle 17:55

A differenza di Cincinnato, che veniva chiamato dai romani per salvare la Città in difficoltà, il Nostro si auto -propone forse un po' in ...........ritardo
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