Quotidiano | Categorie: Banche

Sulla BPVi ancora lucciole per lanterne dei talenti del web che non imparano da Tirozzi. Con valori e liquidità giù, Iorio e Dolcetta guardano alla Cdp con Variati nel Cda

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 11 Aprile 2016 alle 23:54 | 0 commenti

ArticleImage

A volte si prova orgoglio per le proprie "creature", a volte ci si chiede perchè col tempo si rovinino. Ebbene ieri sera, domenica 10 aprile, chi vi scrive ha gioito per aver lanciato nel 2004 nella Minetti Vicenza di volley femminile di A1 Valentina Tirozzi  allora non ancora diciottenne e che ieri, appunto, da capitana della Pomì Casalmaggiore ha riportato in Italia dopo 6 anni la Volleyball Champions League. Non sempre, però, i talenti, per lo meno quelli da me lanciati, hanno mantenuto fino in fondo le promesse.

Questo nel volley, in cui, però, immodestamente vanto oltre al record di campionati disputati nella massima serie (ben 11 dopo i 4 che ho impiegato a portare Vicenza per la prima volta in A1) una lunga serie di giovani campionesse, italiane e straniere, scoperte, lanciate e poi confermatesi nel tempo, anche quando ci lasciavano per altre e ben più ricche squadre. Questo, dicevo, nel volley.

Anche nel giornalismo, in cui VicenzaPiù il 25 febbraio 2016 ha già superato i 10 anni di vita indipendente, ho sempre privilegiato i giovani, dal primo direttore fino ai miei "boys&girls" attuali che proprio oggi festeggiano Edoardo Andrein come neo iscritto da pubblicista all'Ordine dei Giornalisti del Veneto.

I giovani hanno una caratteristica oltre all'entusiasmo: l'essere ambiziosi.

Ma, per far sì che le Tirozzi (del volley, del giornalismo e di ogni attività) vincano le Champions League delle loro professioni, le loro giuste ambizioni vanno coltivate con l'allenamento continuo al lavoro e all'autocritica per non  trasformarle in presunzioni.

Qualche giorno fa, inascoltati, abbiamo messo sul chi vive un bravo collega sull'errore fatto sulla lista degli azionisti top 999 della Banca Popolare di Vicenza, che non comprendeva e non poteva comprendere la banca stessa. Lo abbiamo avvisato per rispetto verso il grande lavoro fatto prima e insieme nella "povera squadra" di VicenzaPiù, prima che migrasse, giustamente, verso lidi più lussureggianti, ma, soprattutto, per evitare a noi di dover spiegare quell'errore ai lettori che seguono le vicende della BPVi anche grazie a quella lista da noi pubblicata in anteprima.

Se il giorno successivo sul mezzo su cui il collega scrive, spesso con ottimi spunti e  approfiondimenti, è comparsa una rettifica, eravamo convinti che l'episodio avesse insegnato qualcosa a quel quotidiano web, ricco di... un'enorme autostima, come molto aveva imparato Valentina Tirozzi, ieri campionessa d'Europa, quando, per riportarla con i piedi per terra dopo l'iniziale infatuazione di se stessa, la facemmo... crescere in A2 per un paio d'anni prima di riprenderla in A1 a Vicenza.

E invece oggi leggiamo sullo stesso mezzo e a firma di chi lo dirige, che dal 2006 e per qualche anno si è rinforzato le ossa al desk del neonato VicenzaPiù, e sotto un titolo, che potrebbe sembrare ambizioso ("BPVi vale 50 milioni? Secondo una stima del Corriere il prezzo di collocamento del titolo potrebbe assestarsi su 0,50 euro. Facciamo un po' di conti..."), un testo errato (presuntuosamente?).

Riferendosi al bel più esperto, di tutti noi, Stefano Righi, che sul Corriere Economia ha ipotizzato a meno di 50 centesimi il valore  delle azioni BPVi in fase di quotazione in borsa e di aumento di capitale per un totale di 1,763 miliardi di euro (il prezzo delle azioni BPVi, scriveva Righi, "lo deciderà il mercato. Sarà però lontanissimo dai 6,30 euro fissati come diritto di recesso. Analisti ipotizzano addirittura la rottura della soglia posta a 50 centesimi"), il collega  web, ex... giovane, faceva questi conti:

"...vale la pena di ricordare che nel Documento di Registrazione presentato alla Consob l'8 maggio 2015 il capitale sociale di BpVi sottoscritto e interamente versato era suddiviso in 94.047.404 azioni.
A 62,50 euro il capitale ammontava così a 5.877.962.750 euro, quasi sei miliardi, che faceva della BpVi una delle banche più capitalizzate d'Italia. A 48,00 euro fanno 4.514.275.392 euro. A 6,30 euro, il valore di recesso, fanno 592.498.655,2 euro. A 0,50 euro fanno 47.023.702...
".

Da qui nasce, quindi, il titolo acchiappa-lettori, GdVlike, secondo il quale il valore di BPVi potrebbe essere di 50 milioni di euro.

Intanto caro aspirante, non è mai troppo tardi, emulo di Tirozzi, le azioni non sono più quelle dell'8 maggio 2015, cioè 94.047.404, ma, come da visura aggiornata da noi pubblicata 100.587.820.

Ma questo è un dettaglio e, anzi, aiuta ad avvicinarsi (moltiplicando 100.587.820 per 0,50 euro) al valore di 50 milioni ipotizzati e... sbagliato.

Perchè non sarà questo il valore di quotazione perchè ai 50 miloni così calcolati per azioni che non spariranno nel nulla si aggiungeranno i 1.763 milioni di aumento e relativi a tante, tantissime, altre azioni da emettere, tutte, probabilmente, poi e subito destinate a scendere.

Se seguissimo lo schema della Tirozzi di A2 e se le richieste fossero, come ormai è altamente possibile, così poche da abbattere il valore di sottoscrizione a 50 centesimi le azioni nuove, da aggiungere a quelle in mano agli oltre 117.000 soci beffati, sarebbero 3.526.000.000: tremiliardicinquecentoventiseimilioni.

Quindi, riassumendo, ai 50 milioni di valore, sulla carta, dei circa 100 milioni di titoli oggi esistenti andrebbero aggiunti 1,763 milardi di euro di capitale nuovo suddiviso nei 3,5 fantastiliardi di azioni di cui appena detto.

I 100 milioni attuali di azioni peseranno, quindi, lo 0,028% del totale.

Alias: zero.

Un maggiore allenamento al lavoro e all'autocritica riporteranno di sicuro il talento del collega nell'A1 dell'informazione, ma nulla, quindi, riporterà i loro soldi ai soci truffati!

E non sarà agevole, oltre che trovare, anche "recuperare" nel tempo i 1.763 milioni che Iorio e Dolcetta chiederanno al mercato se, come scrive l'ANSA, "non sono molto incoraggianti i report delle banche del consorzio di collocamento dell'aumento di capitale della Popolare di Vicenza che circolano tra gli investitori mentre è in pieno svolgimento la fase di pre-marketing. Sia Mediobanca che Kepler Cheuvreux che Jp Morgan considerano gli obiettivi del piano industriale troppo ottimistici e tagliano le stime di utile, fissati dal management in 202 milioni al 2018 e in 309 milioni al 2020. Gli unici analisti che hanno "prezzato" la Bpvi sono quelli di Mediobanca, che valutano l'istituto tra gli 1,1 e gli 1,6 miliardi di euro, incluso l'aumento di capitale da 1,5 miliardi senza considerare i rischi legali e di liquidità, al momento non quantificabili». La possibilità che la Vicenza possa valere meno delle risorse che si appresta a chiedere al mercato, secondo Piazzetta Cuccia, dunque esiste.".

Su come i possibili e ad oggi indefiniti investitori potranno recuperare nel breve e nel medio periodo ci aggiorna sempre l'ANSA: "Tra le potenzialità della Bpvi, vengono indicate l'insistenza sul ricco territorio veneto e le possibilità, una volta superata l'emergenza, di cercare un partner (Kepler parla di Bper e Ubi). Per Jp Morgan la banca «può essere vista come un attraente obiettivo di M&A (merger and acquisition, ndr) a causa della sua forte presenza in Veneto».
Nel frattempo, aggiunge la sintesi dell'agenzia di stampa, per la Banca Popolare di Vicenza "un altro punto delicato è la liquidità, dopo che nel 2015 la raccolta diretta è scesa di 8,4 miliardi, in scia ai timori sul bail-in, agli scandali giudiziari e alla disaffezione della clientela. «Ci aspettiamo che la raccolta da clienti resti del 20% sotto i livelli del 2014 mentre il business plan prevede un recupero completo entro quella data», scrive Kepler. Jp Morgan ricorda che il 43% della raccolta diretta arriva da clienti che hanno più di 100 mila euro in conti e bond: «se ci fossero timori sulla solvibilità della banca, questi clienti potrebbero ridurre (causa timori di bail-in, ndr) i loro depositi sotto la soglia dei 100 mila euro».

Tutti questi motivi fanno, mentre si continua la caccia a fondi e investitori dopo il forfait di Fortress,  volgere gli occhi a Roma dove si stanno mettendo a punto i meccanismi del fondo (tramite una SGR) che dovrà intervenire sulle sofferenze e sugli aumenti di capitale.

Non a caso, noi umili e poveri cronisti di VicenzaPiù, sabato 9 aprile, dopo l'importante nomina di Variati, titolavamo: «Governo e Cassa Depositi e Prestiti "azionano" una SGR per salvare anche BPVi. De Francisco rivaluterà ora Variati nel Cda della Cdp?».

Intelligenti pauca.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Lunedi 26 Novembre 2018 alle 10:21 da Luciano Parolin (Luciano)
In Per Colombara troppi supermercati in apertura a Vicenza: ad approvarli fu l'amministrazione di cui faceva parte

Sabato 17 Novembre 2018 alle 00:12 da Kaiser
In IEG, dimissioni anticipate di Matteo Marzotto: scoperta la rappresentanza sia pur minima di Vicenza a Rimini a poco da sbarco in Borsa

Martedi 13 Novembre 2018 alle 23:55 da Kaiser
In Fare i conti con l’Europa o per l’Europa, l'ex ministro Padoan a Vicenza: "l'Italia è un paese bancocentrico e ha un problema di credibilità"
Gli altri siti del nostro network