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Vicenza sbandata: BPVi di Gianni Mion parla ma non "opera", Fiera di Vicenza "si dona" con Matteo Marzotto a Rimini ma arriverà un Cda per la scatola residua... Vero Achille Variati?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 4 Novembre 2016 alle 00:24 | 0 commenti

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"In relazione alle notizie di stampa apparse in questi giorni su un eventuale bisogno di ulteriore capitale (2.5 miliardi secondo BCE richiamata da tante agenzie compresa Bloomberg, ndr) nell'ambito dello studio di una possibile aggregazione con Veneto Banca", si leggeva ieri in una sua nota, la Banca Popolare di Vicenza sentiva il bisogno di affermare "di non averne evidenza poiché il gruppo di lavoro tra i due istituti veneti è stato appena avviato". La domanda retorica che facciamo ai grandi comunicatori della fu Popolare vicentina del loquace Gianni Mion, che mai ha gestito banche, è perchè abbiano sentito il bisogno di precisare l'imprecisabile mentre non l'hanno fatto nè la cugina Veneto Banca del ben più riservato, ed eseprto di fusioni bancarie, Beniamino Anselmi nè il fondo Atlante, il proprietario delle due banche fu venete.

E se Quaestio SGR, che promuove e gestisce il fondo Atlante, oggi è dovuto, invece, correre ai ripari per dissociarsi dalle voci sulle dimissioni dalla presidenza di Banca Nuova dell'amico numero uno di Gianni Zonin, Marino Breganze, che sarebbero state presentate al fondo (falso tecnico!) invece che alla capogruppo, questo è un altro segno della situazione di sbando totale dei vertici attuali di Via Btg. Framarin, che bisticciano fra di loro e parlano, parlano invece di operare.

Dopo otto mesi dal loro insediamento arrivano in ritardo rispetto ai cugini di Montebelluna per l'azione di responsabilità contro i vertici del crack e non attivano ancora i tavoli di conciliazione, le prime due cose che andavano fatte per recuperare un minimo di credibilità (e quindi depositi...) da parte dei clienti. Per giunta, poi, Gianni Mion, Salvatore Bragantini, Francesco Iorio & c. non cambiano ancora, tra l'altro, i Cda di Banca Nuova e Fondazione Roi che sono in palese continuità con l'operato dell'evidentemente intoccabile Gianni Zonin mettendo in... difficoltà la procura di Vicenza che, con Antonino Cappelleri, Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, sostiene la lontananza dell'ex presidente dalla possibilità di inquinare le prove e che, a questo punto, sarebbe opportuno che prendesse in più seria considerazione, subito sia pur tardivamente, provvedimenti analoghi a quelli presi, per tempo, dalla procura di Roma contro Vincenzo Consoli & c.

Ma se la Vicenza della BPVi sbanda sempre più pericolosamente, coinvolgendo in dubbi inquietanti anche la Procura locale che opera in quello che noi da tempo definiamo un enorme "inquinamento ambientale", palese e mortale da decenni e ancora non ridotto a livelli sopportabili per una città ormai boccheggiante, è totalmente allo sbando la gestione imprenditoriale e politica delle sue residue risorse.

Il flop gestionale di Vicenza, fatto di tante operazioni di cessioni e dismissioni private (Arc Linea una delle ultime), tutte singolarmente più piccole del crack bancario, ma che tutte insieme potrebbero avere effetti drammatici simili e definitivi perchè si sommerebbero a un humus sempre meno ferile anche per le attività piccole e medio piccole (e qui torna in campo il dramma finanziario), trova la sua controprova anche sul fronte pubblico nella "cessione" del a Fiera di Vicenza, il suo penultimo bastione di un certo livello sperando che non ceda anche l'Aim agli Unni di turno, che, all'interno delle mura assediate da banche e aziende "straniere", hanno apparentemente un Attila sotto il cui... "tallone" rinsecchisce ogni filo d'erba.

Spacciata come "aggregazione" con Rimini Fiera dal suo sponsor politico locale, il plenipotenziario tallone di Vicenza, Achille Variati, che mente sapendo di mentire e non sapendo più mentire con la classe di una volta (l'ultimo consiglio comunale è stato il primo segno del suo declino dialettico, triste presagio di quello politico) l'operazione non è altro che un "conferimento di azienda" alla newco Italian Exhibition Group, in cui il vecchio rumoriano cittadino ha piazzato come vice presidente l'amato, da lui, Matteo Marzotto, come direttore generale, amato da Matteo, Corrado Facco e come secondo membro del Cda (Vicenza ne ha due su nove...) l'ex sindaco di Schio, Luigi Dalla Via, onest'uomo per carità, amato dalla vetero politica, ma di certo non adeguato al ruolo in una società da 120 milioni di euro di fatturato.

Se si ripetono i meccanismi per cui a gestire realtà complesse sono ex giovani rampolli, che di nobile conservano il cognome e che già siedevano nel Cda della "fallita" BPVi, ed ex sindaci di paese, la cui parte parte politica è stata per giunta bocciata alle ultime elezioni indigene, e se ci si accontenta del 19% della newco per tutta Vicenza (non dimentichiamo che questa quota va divisa per tre, tra Comune, Provincia e Camera di Commercio e che il suo valore precedente era..., pazienza ve lo diremo domani), ci vogliamo meravigliare se fra un po' a capo della scatola della Fiera di Vicenza spa, che ha solo da registrare se a fine anno quel 19% ha reso, se ha fatto perdere e se va o meno venduto in Borsa, troveremo l'ennesimo Cda ben retribuito?

Se non vi meravigliate, cominciate, soprattutto voi dipendenti destinati a soccombere, a puntare sui nomi dei suoi prossimi componenti: potrebbe essere l'ultimo modo per far fruttare le azioni da 10 centesimi della Popolare di Vicenza, che magari hanno piazzato anche a voi, se qualcuno ancora dovesse accettarle prima che la banca dopo il flop faccia anche e definitivamente "glu glu glu"!

Facendo anche perdere soldi, tanti, alla Cassa Depositi e Prestiti, che nel suo Cda ha Achillone nostro e che gestisce i sodli dei risparmiatori di Poste Italiane.

Ma questa è un'altra, anche se simile, storia.

Quella di un'Italia allo sfascio che per salvare l'insalvabile continua a costruire poltrone per spendere soldi della povera gente.

Che diventerà sempre più gente povera.


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