«Le adesioni dei soci BpVi vicine al 60%»: ecco l'ennesima bugia del quotidiano confindustriale locale sul tradizionale "sponsor" della Banca Popolare di Vicenza in ciò aiutato dalle dichiarazioni chiaramente equivoche del vice direttore generale vicario Gabriele Piccini, anche se poi rettificate dalla stessa BPVi in una nota dell'Ansa non certo recepita dal titolo e da gran parte del testo del GdV, con non poche responsabilità , della stampa e dell'Istituto, che invitiamo ad accertare da parte delle autorità competenti, già da noi sollecitate ieri ad intervenire sull'assedio alla libertà di scelta dei 94.000 azionisti spinti con ogni mezzo ad accettare di accontentarsi del 15% di quanto perso e regalato ai gestori e agli amici dei gestori dell'Istituto di via Btg. Framarin.
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Sul caso Pfas un fatto, che nessuno sottolinea perchè tragicamente tipico in questa Italia in dissoluzione se non nei proclami che ci dispensano "ogni altro giorno" i premier rottamandi e post Dalema alla Matteo Renzi, i governatori di regione scivolosi e post Galan alla Luca Zaia e i sindaci e presidenti di provincia "ignoranti" (del flop BPVi, del fumo di Matteo Quero e dei silenzi omertosi di Antonio Bortoli) e post Hüllweck e Schneck alla Achille Variati, è l'assenza di una voce forte e attendibile, quella delle Istituzioni, che dicono, blaterano e si rimbalzano le responsabilità , se ne hanno, o amplificano i timori della gente, se ce ne fosse motivo. Premier, governatori e presidenti di provincia non fanno nulla o non fanno abbastanza in base a dati scientifici e a leggi certe per evitare o gestire i problemi, se ci sono, per smentirli, se non ci sono, per zittire, se sbagliano, o dar voce, se hanno ragione, ai loro colleghi politici, esperti in tutto, dalla finanza all'inquinamento, ma, comunque, sempre in ritardo sui fatti e sempre all'inseguimento della pancia della gente.
Riceviamo da Movimento 5 Stelle Veneto e pubblichiamo
Luca Zaia annuncia e stanzia, il Movimento 5 Stelle agisce: da una parte c'è - solo sulla carta - il milione di euro che la Regione promette ai truffati delle banche, dall'altra il taglio degli stipendi dei consiglieri regionali M5S che permetterà il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo per tutelare chi è finito nel tritacarne delle popolari venete. A lanciare la durissima accusa è Jacopo Berti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale veneto, che ha formalizzato un'interrogazione sull'argomento: nel documento si chiede alla giunta veneta quali saranno i tempi per l'erogazione dei fondi, sia per l'assistenza psico-sociale che per quella legale, che i danneggiati delle banche popolari venete attendono ormai oltre un anno.
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La formazione, che pure dovrebbe essere uno dei più validi motori dell'acceso al lavoro e/o del ricollocamento di lavoratori in un lungo periodo di crisi e di ridefinizione delle figure professionali e mansionarie, non è di certo indenne da certi vizi italici come a livello nazionale ha recentemente ricordato Il Fatto Quotidiano con la rivelazione del buco da 60 milioni degli Ial (le associazioni Innovazione Apprendimento Lavoro) della Cisl, tra cui quella veneta, e come in Regione Veneto ha evidenziato la recente polemica su Veneto Lavoro, che avrebbe indetto e gestito un concorso con i vincitori delle "assunzioni" già noti in partenza. Fin da settembre 2015 poi, ne avevamo scritto a febbraio, e aggiornato fino a giugno 2016, come si legge negli atti ufficiali, esiste un voluminoso dossier sulla scrivania del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e del presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, dossier che dovrebbe essere anche a conoscena delle autorità giudiziarie competenti.
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Appello del sindaco Ferronato alle istituzioni per la Zanella. Il primo cittadino di Caldogno chiede anche a Regione e Provincia di attivarsi per riaprire una trattativa con Tengram e scongiurare la chiusura. A rischio 95 dipendenti
Il sindaco di Caldogno Nicola Ferronato, preoccupato per il silenzio calato sulla questione Zanella, con 95 dipendenti che dal primo gennaio rischiano di trovarsi senza lavoro, nella giornata di ieri ha inviato una lettera aperta ai vertici di Tengram e Vicenza Manufacturing, alle sigle sindacali, al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all'assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, al Presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati, chiedendo che si riapra un tavolo di confronto per scongiurare la chiusura di un'azienda storica del territorio, con gravissime conseguenze per le tante famiglie coinvolte. Qui di seguito il testo della lettera.
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia annuncia l’approvazione in Consiglio della modifica al fondo di solidarietà instituito per fornire assistenza legale ai cittadini danneggiati dalla crack della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca
La Regione Veneto è stata di parola e garantisce a comitati ed associazioni la possibilità di intentare ‘class action’ per nome e per conto di migliaia di risparmiatori danneggiati dalla grave crisi delle due popolari venete di Vicenza e Montebelluna.
"Sono esuberi strutturali, ma ciò non toglie che si tratti di una tragedia, che ci vedrà , per quanto possiamo fare, al fianco dei lavoratori. Del resto, i dati nazionali non ci facevano sperare molto bene sull'esito della vicenda". Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia riferendosi ai 1.500 esuberi annunciati dalla Banca Popolare di Vicenza. "Resta da capire - ha concluso Zaia - il futuro di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, rispetto a quello che potrà accadere: spezzettamento, vendita o fusione".
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La Regione Veneto rende noto che secondo la periodica consultazione promossa dalla Fondazione Nordest su un panel di 300 imprenditori della regione quasi un imprenditore su due, ovvero il 48,5% degli intervistati, considera l’autonomia un’idea “giusta e da perseguireâ€, un ulteriore 36,8% la ritiene “giusta, ma irrealizzabileâ€, mentre solo il 14,7% la reputa “sbagliata e da rifiutareâ€. Gli imprenditori intervistati ritengono che l’eventuale autonomia regionale condurrebbe ad una situazione “migliore†in tema di capacità decisionale (75,7%) e di crescita economica (72,1%), con una consistente maggioranza anche per fisco (66,2%), infrastrutture (63,2%) e burocrazia (57,4%).
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«Con la crisi economica del 2008 - ci dichiara Emilia Laugelli, psicologa e psicoterapeuta che dirige InOltre, il servizio con base a Santorso presso la Ulss 4 attivo inizialmente per gli imprenditori in crisi - venivano a ridursi, se non a mancare, tutta una serie di riferimenti professionali (finanziari, di categoria e genericamente consulenziali) e in certi casi anche amicali e familiari che prima gli imprenditori avevano a disposizione». Ma se in quegli anni era l'imprenditore a sentirsi «ai margini, se non addirittura espulso (anche per auto marginalizzazione) da una rete di riferimento e supporto che gli conferiva una certa identità (riconoscimento sociale) e a cui contribuiva come ruolo di imprenditore», ora anche i soci con le quote azzerate nelle due banche venete sono entrate in quel buco nero, che in passato portò vari imprenditori sull'orlo o oltre l'orlo del precipizio personale.
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La Commissione consiliare d’inchiesta del Consiglio Regionale del Veneto su Banca Popolare di Vicenza (nella foto l'ex presidente Gianni Zonin) e Veneto Banca sotto la presidenza del Consigliere Maurizio Conte ha preparato una relazione, votata all’unanimità dall’Aula il 30 giugno 2016, nella quale impegna il Presidente Luca Zaia a costituire la Regione parte civile nei processi penali che s’instaurino nei confronti degli ex vertici, direttori e funzionari delle due banche. Il documento (cliccando qui potete scaricarlo e visualizzarlo) per la prima volta viene diffuso sulla stampa. Si tratta di una ricostruzione dettagliata dell'incredibile vicenda delle due Popolari venete, con le audizioni, tra le altre, di associazioni, di sindacati, degli attuali organi di controllo delle banche e delle autorità di vigilanza.
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