Con Marian Bratu, l'operaio delle Acciaierie Venete morto il 26 dicembre dopo oltre 7 mesi di agonia e atroci dolori per le ustioni riportate mentre lavorava e il boscaiolo morto il 27 dicembre a Chiuppano (VI), sono 700 i lavoratori morti per infortunio nei luoghi di lavoro da inizio anno. Questo numero spaventoso è certificato dalle liste dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro curato da Carlo Soricelli. Inoltre, se si considerano anche i decessi in itinere, le lavoratrici e i lavoratori morti (la stima è prudenziale) salgono a oltre 1400. In Veneto i morti sono 69: Venezia (12), Belluno (6), Padova‎ (5), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza (10).
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“Vendere tutti gli immobili che non sono nella ragione sociale della Regione è uno dei driver di questa legislatura. Fare gli immobiliaristi non è nostro compito. Per questo sono sempre stato favorevole a disfarci di tutto quello che non serve specificamente all’amministrazione per dedicare le risorse a quello che interessa veramente ai cittadini veneti: salute, sociale, formazione, istruzione, ambiente, protezione civile…â€. A dirlo è il presidente della Regione
Luca Zaia in occasione dell’approvazione da parte della giunta regionale di un ulteriore aggiornamento del
piano di alienazioni e di
valorizzazione degli immobili regionali, dopo aver acquisito il parere favorevole della prima commissione consiliare, in attuazione della recente Legge regionale n. 45 del 29 dicembre 2017.
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Gentile direttore - ci scrive l'avv.
Franco Conte, presidente di
Codacons Veneto (nella foto col nostro direttore alla presentazione di "
Vicenza. La città sbancata" esaurito coem libro ma disponibile come ebook)- , lei ieri, come altri anche oggi, ha dato una ottima notizia interpretando in modo condivisibile l'importante risultato di ieri al Senato che ha, infatti, subito riprotato sotto il titolo "
Crac BPVi e Veneto Banca, Milleproroghe: decreto salva risparmiatori entro 31 ottobre. Salva legge 205 per ristori salvo colpi di coda associazioni e politici che lo hanno ritardato".
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“Certo il
caldo di questi giorni avrà portato più di qualcuno in
gelateria anche se, a leggere i dati prodotti dall’Ufficio Studi di
Confartigianato relativi al primo trimestre 2018, il
gelato è un prodotto che piace a prescindereâ€. Così
Oliviero Olivieri, presidente dei Gelatieri Pasticceri di Confartigianato Vicenza, commenta i numeri diffusi. In effetti i dati parlano chiaro: tra le regioni con almeno 500 gelaterie, la vocazione più spiccata alla gelateria artigiana si rileva in Veneto con quasi l’80% delle imprese artigiane; analoga percentuale si registra anche a Vicenza tra le provincie con almeno 100 gelaterie.
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Tanti i temi affrontati dal primo decreto Milleproroghe 2018 approvato al Senato e che passa alla Camera dei Deputati. Tra questi c'era quello del fondo salva risparmiatori ancora non attivo per il frapporsi alla sua utilizzazione di alcune associazioni "oltranziste" di soci della
Banca Popolare di Vicenza e di
Veneto Banca, che per ottenere tutto, ottima cosa ma irrealizzabile almeno a breve, hanno probabilmente spalleggiato alcune settori di aree politiche a loro vicini, che stanno rischiando di far perdere ai soci il fattibile (nella foto
Massimo Bitonci e
Alessio Villarosa al loro incontro con tutte le associazioni di cui abbiamo riportato le in parte diverse impressioni
qui e
qui, ndr).
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C’è tempo fino ad ottobre per usufruire del nuovo
Bonus Pubblicità - informa in una nota Confartigianato Vicenza - Dal 2018 è stato istituito, infatti, un credito d’imposta per le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali, relativo agli investimenti pubblicitari effettuati sulla stampa quotidiana e periodica, tradizionale e online, e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali. Nello specifico il credito d’imposta spetta per la parte in più di investimenti effettuati nel 2018 rispetto all’anno precedente, purché fatti sullo stesso canale di informazione, e con un allargamento alle spese in pubblicità sostenute dal 24 giugno al 31 dicembre 2017.Â
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Quattro giorni nella città di
Firenze. Trentacinque partecipanti. Una banca. Diversa dagli altri istituti di credito, non solo in tema di
finanza etica, ma anche per la
partecipazione. Alla scuola formativa organizzata da
Banca Etica, infatti, erano presenti per la maggior parte soci, tra componenti dei
Git (Gruppi di iniziativa territoriale) e
Valutatori sociali (la banca ha anche un bilancio sociale-ambientale oltre che economico), oltre ad alcuni dipendenti e due relatori.Â
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L'
arbitro per le controversie finanziarie (
ACF) ha riconosciuto il
risarcimento a un pensionato, assistito dal presidente provinciale
Codacons avvocato
Paolo Di Stefano e che nel 2014 ha investito in azioni di
Banca Popolare di Vicenza, condannando l'intermediario a pagare 16.500 euro, pari alla sua perdita totale, oltre interessi e rivalutazione monetaria. A metter mano al portafogli dovrà essere
Intesa Sanpaolo, malgrado si sia dichiarata estranea alla vicenda, considerando responsabile la sola bad bank, ossia BPVi oggi in liquidazione coatta amministrativa e all'epoca controllante di
Banca Nuova.
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«Sarà una bella avventura, ora l'unico grande tema è quello di dare sviluppo e riuscire a implementare tutti i programmi che abbiamo immaginato, anche per Vicenza». Il presidente di
leg (
Italian exhibition group)
Lorenzo Cagnoni (nella foto di archivio con l'Ad
Ugo Ravanelli, delegato alla Borsa) lancia un sospiro. Il suo non è un gesto di preoccupazione ma, anzi, di soddisfazione. E il motivo è preciso: pochi minuti prima l'assemblea dei soci della società fieristica con la testa a Rimini ma con un pezzo di cuore a Vicenza - ha dato il via libera al progetto per la quotazione in
Borsa italiana, licenziando al contempo anche alcune modifiche allo statuto e un nuovo patto parasociale (in base alle
richieste del neo sindaco Francesco Rucco, ndr).
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Il
Consiglio di Stato ha detto sì, con dei paletti. E su quei limiti è guerra di interpretazioni. Però la certezza è che i senatori possono abolire i vecchi
vitalizi come si è fatto alla Camera, con una delibera dell'ufficio di presidenza, senza rischiare richieste di risarcimento. È quanto affermano i giudici amministrativi nel parere richiesto sulla riforma dei vitalizi dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, che aveva posto tre quesiti. Ovvero quale fosse "la fonte normativa idonea" per abolirli, i "profili di legittimità costituzionale del provvedimento" e ragguagli "sull'eventuale responsabilità in cui potessero incorrere i membri del Consiglio di presidenza".
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