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BPVi: per loro "no" all'azione di responsabilità Gianni Zonin, famiglia & c. brindano con Cattolica, Generali, Maltauro, Zigliotto, Fondazione Roi... Hullweck ha votato per il sì insieme a Fondazione Mioni e a piccoli soci

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Venerdi 15 Aprile 2016 alle 19:44 | 0 commenti

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I verbali dell'assemblea della Banca Popolare di Vicenza dello scorso 26 marzo, pubblicati sul sito della Banca Popolare di Vicenza (clicca qui), svelano i nomi di chi, votando contro o anche astenendosi, ha impedito almeno per l'ora l'approvazione dell'azione di responsabilità contro la gestione dell'ex presidente Gianni Zonin e del suo Cda. Se decisive sono state le astensioni di Cattolica (8,96% del capitale presente e partecipata essa stessa dalla BPVi) e Generali (3,61%) che col voto favorevole del loro 13,57% avrebbero portato a far prevalere chi ha votato a favore facendo salire al 51,62% la loro quota che si è, invece, fermata al 38,05%.

Per il sì hanno votato 1.346 soci, pesati però per il capitale rappresentato e non più per teste dopo la trasformazione della banca in Spa, mentre tra le astensioni di peso si registrano quelle di Banca Ifis (1,69%) e della Fiamm (0,55%), di cui è amministratore delegato l'attuale presidente della Popolare Vicentina, Stefano Dolcetta, è amministratore delegato.

Hanno votato contro l'azione di responsabilità ovviamente Zonin e la sua famiglia, anche con alcune tenute agricole, ma anche, assurdo!?, la Fondazione Roi, (5,1%), il cui patrimonio mobiliare è stato polverizzato dall'investimento in Bpvi ma di cui Gianni Zonin è ancora presidente.

Se la Fondazione Mioni, l'altra istituzione di peso danneggiata nel suo patrimonio dal crollo dei titoli BPVi, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato (3,55% del capitale in assemblea) hanno votato per l'azione di responsabilità e così hanno fatto anche l'ex sindaco di Vicenza Enrico Hüllweck, l'unico politico socio presente il 26 marzo e possibile candidato alle amministrative del 2018, e tanti piccoli soci, tra cui il sindacalista Giuliano Xausa della Fabi, la gran parte dei quali piccoli azionisti con qualche centinaia o poche migliaia di azioni, in cui erano stati investiti i risparmi di una vita o patrimonio di famiglia, per il no all'azione di responsabilità hanno votato anche

- Zeta Sas (24 mila azioni) di Giuseppe Zigliotto, l'ex consigliere di BPVi dal 2003 e presidente uscente di Confindustria Vicenza, che, scrive l'Ansa, "sembra sia riuscito a vendere le azioni prima del crollo del titolo ed è indagato con Zonin per aggiotaggio e ostacolo all'attività di vigilanza"

- il gruppo di costruzioni Maltauro, in cui, continua l'Ansa, "lavora Giovanni Dolcetta (probabile parente di Stefano), che ha votato no anche con le sue 786 azioni detenute a titolo personale"

- Gianni Zonin (51 mila azioni), i figli Domenico (21 mila), Francesco (22 mila) e Michele (22 mila), la moglie Silvana Zuffellato (54 mila), il fratello Silvano (35 mila), alcune aziende agricole ricollegabili alla famiglia come la tenuta Castello del Poggio (31 mila), la tenuta Ca' Bolani (88 mila), la Badia (18 mila).


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