Stefano Righi salva il convegno su BPVi by Variati & Bertelle e poi dice: servono miliardi per salvataggio, palla a Mion anche per ristori
Lunedi 28 Novembre 2016 alle 22:17 | 0 commenti
Stefano Righi i nostri lettori e tele-web-spettatori lo conoscono e lo apprezzano da tempo, visto che ci concesse le prime interviste quando con lui e altri colleghi nazionali eravamo le solitarie apparenti Cassandre sulla Banca Popolare di Vicenza, apparenti perchè si è verificato tutto quello che il collega de Il Corriere della Sera da tempo scriveva su molte banche, ma in particolare sulle ora due ex Popolari Venete, per poi riportarlo sul suo "Il grande imbroglio", e si sono dimostrate reali le notizie, le analisi e le previsioni che noi abbiamo fatto e pubblicato fin dal lontano 13 agosto 2010 sul dramma in arrivo della BPVi come warning di cronaca, prima, come testimonianza storica, poi, raccolta in "Vicenza. La città sbancata". Non a caso il suo intervento è stato l'unico costantemente e convintamente applaudito in occasione del discusso e discutibile convegno sulla BPVi organizzato dalla coppia Achille Variati & Renato Bertelle.
Se il primo è un politico di professione fin dai primi vagiti, il secondo è un avvocato non proprio tra i più noti a Vicenza che si è reinventato come presidente di un'associazione che ha perso subito quasi tutto il suo direttivo ma che, lo ha detto lui, gli ha "fornito" 300 clienti tra i soci truffati.
Il primo è entrato in scia del secondo, il vero organizzatore come dimostrato da noi ai soci e alle vere associazioni, che infatti hanno disertato l'incontro davanti anche al sottosegretario all'economia, Pier Paolo Baretta, ma hanno lasciato ai poco più di duecento presenti il compito di manifestare la rabbia e i patimenti generali.
Il primo ha formalmente organizzato il convegno per lavarsi superficialmente il viso dalle sue indiscutibili responsabilità verso decine di migliaia di nuovi poveri (non capiva? Male per un leader. Sapeva e non ha fatto nulla, peggio per un sindaco la cui "capacità " di visione è stata poi compensata con altre 3 poltrone per il suo non sapere e non fare!) e il secondo cercava di sicuro altri clienti, ma, viste e sentite le reazioni in sala, siamo soddisfati di aver svelato il (doppio) gioco.
In questo quadro inqualificabile, oltre a due interventi, onesto quello di Baretta, coraggioso e dignitoso, per quanto si possa definire coraggioso un manager imprenditore con le spalle al sicuro, l'altro di Gianni Mion, a salvare lo spessore della lunga mattinata e a darle un significato per chi, i soci, Domenico Basso di Tva neanche voleva far parlare riservando le domande alla compilazione di moduli..., c'è stato solo lui, Stefano Righi, che ha detto quanto andava detto per le responsabilità degli amministratori e dei media locali, è stato l'unico tra i relatori a pronunciare il nome di Gianni Zonin mentre gli altri non si vergognavano a proseguire negli inchini all'assente, ben poco, eccellente, anche a distanza e in "contumacia".
Se le urla come "vergogna" e "maledetti" (domani 29 novembre pubblicheremo il video verità degli interventi accorati e struggenti dei soci e poi quello totale con tutto l'evento, ndr) non sono degenerate in qualcosa di peggiore lo si deve a Righi oltre che alla "furbizia" di don Variati che, dopo anche le mie urla contro la censura e lo show programmato, ha dovuto aprire i cancelli per far "entrare" nell'agone i tori imbufaliti.
E a Stefano Righi abbiamo posto alla fine delle domande concrete come il suo intervemto tra cui una: "quanti soldi serviranno ancora per salvare la BPVi?".
Lui nel video ha risposto con chiarezza a tutte le domande e a questa sui soldi ha replicato così: "miliardi".
Chi li metterà nella situazione attuale di una banca povera di soldi, nuda di fiducia?Â
Stefano Righi confida che la barra di Mion possa portare verso un qualche orizzonte, da cui sorga almeno un tenue sole nascente o in cui tramonti una cupa luna calante nessuno oggi può dirlo quando a dominare è comunque il buio.
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