30 nomi e poi più nulla. Lo scorso 20 gennaio, prima di tutti il Tg di La 7, diretto da Enrico Mentana, ha pubblicato la lista dei grandi debitori della Banca Popolare di Vicenza. Esploso il caso in molti hanno chiesto che l'elenco degli insolventi fosse completato e che fosse reso diposnibile per tutte le banche, in primis quelle in crisi. La questione è giunta fino al Parlamento ma, a più di un mese di distanza, nulla è cambiato se non il desiderio di sapere e il coro di chi pretendeva di sapere. Le regole del gioco sono rimaste le stesse e così la BpVi, ma non solo la nostra ex Popolare, mantiene il riserbo. La spiegazione ufficiale è una sola, semplice e solida come un muro di mattoni: rendere nota la lista danneggerebbe i debitori e, implicitamente, anche le banche creditrici. Chi ha chiesto un prestito, piccolo o grande che sia, ha il diritto a rimanere nell'ombra per continuare a fare affari e sperare un giorno di ripagare quanto ricevuto.
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Mi riprometto di leggere più attentamente i dati dell'ISTAT, ma vorrei, intanto, rimarcare qualcosa. I titoli sull'occupazione e la disoccupazione nel IV trimestre 2016 (dati ISTAT) sonoi seguentiì: "Disoccupati in calo nel 2016, numero lavoratori top dal 2009" (ANSA); "ISTAT: disoccupazione 2016 cala all'11,7%, +293 mila occupati" (IlSole24Ore); "ISTAT, disoccupazione in calo nel 2016. Crescono gli occupati" (Repubblica"); "Occupati 2016 a 22,7 milioni, al top dal 2009. Circa 410mila inattivi in meno. La disoccupazione cala all'11,7%" (Corriere della Sera) ecc... Bene, si afferma che la disoccupazione è calata! Ma è vero? Nella prima pagina del documento dell'ISTAT sul mercato del lavoro (IV trimestre 2016) del 10 marzo 2017, si può cominciare a leggere per capire meglio.
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I primi a parlarne sono stati gli economisti, ed il concetto era chiaro a tutti, poi quando il dibattito si è esteso anche agli studiosi di materie umanistiche, come sociologi, storici e filosofi sono iniziate le prime incomprensioni, infine, quando nella discussione sono entrati anche i politici... non si è più capito nulla. Di cosa stiamo parlando? Dell'Europa a due, o più velocità . Per gli economisti l'espressione "Europa a due velocità " stava a significare semplicemente che all'interno dell'Unione europea e dell'eurozona c'erano due gruppi di Paesi che avevano tassi di sviluppo differenti, quindi banalmente il Pil cresceva più in alcuni Stati e meno in altri e ciò portava a squilibri sempre maggiori. Gli studiosi di materie umanistiche e sociali ampliavano questo concetto anche ad altri ambiti, rimarcando come le differenze fra questi gruppi di Stati non si limitavano alla crescita del loro Pil, ma esistevano diversità di carattere storico, sociologico e finanche filosofico. Ma la confusione è stata sovrana quando il dibattito è sceso a livello politico.
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Il 7 marzo scorso Il Sole 24 Ore ha pubblicato una lettera che l'ex premier ed ex segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha scritto sulla situazione critica delle banche italiane più "discusse", tra cui, oltre alle 4 "risolte", MPS e le due ex Popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Fatta al tara al fatto che Renzi sta percorrendo, anche con queste opinioni, la sua marcia di avvicinamento alle primarie dem, nella lettera intitolata "Banche, sì alla commissione d'inchiesta" sembra aver fatto tesoro di quanto scritto e documentato in "Vicenza. La città sbancata", il libro testimonianza che raccoglie i nostri warning solitari iniziati il 13 agosto 2010 e del cui omaggio l'allora presidente del Consiglio ci ringraziò ufficialmente. Tra i vari passaggi sulle BPVi, e sulla consorella di sventura montebellunese, prima di riproporvi a seguire tutte le dichiarazioni "venete" di Renzi e dopo avervi rimandato a uno scritto critico del nostro Giancarlo Marcotti che lo analizza punto punto, segnaliamo in particolare un passaggio.
Il termine per aderire alla proposta di transazioneche le banche popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, stanno imponendo ai risparmiatori sta spirando e coloro che hanno sottoscritto sono poco sopra un terzo rispetto alle aspettative delle banche. Già dall'inizio la campagna per convincere i risparmiatori a rinunciare ai propri risparmi ai propri diritti ed alla propria dignità è stata fortemente aggressiva, con continua sollecitazione diretta ed indiretta ai risparmiatori. Nonostante le nostre proteste nessun organo di controllo (Banca d'Italia e Consob) e neppure la magistratura sono intervenuti per censurare il contenuto della proposta di transazione e le modalità con le quali questa è inculcata ai risparmiatori. E' da sottolineare ed evidenziare che la maggioranza dei risparmiatori coinvolti nel crack delle popolari venete è costituita da anziani, spesso molto anziani.
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Cento filiali della Banca Popolare di Vicenza saranno aperte sabato 11 marzo e sabato 18 marzo, dalle 9.00 alle 13.00, per agevolare gli azionisti interessati a conoscere o sottoscrivere l'Offerta di Transazione (Opt): è così che la BPVi annuncia il rush, forse, finale per raggiungere il massimo nella campagna di adesione alla proposta da 9 euro ad azione avanzata a 94.000 soci che abbiano sottoscritto titoli tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2016. Se riproponiamo qui la nostra intervista del 20 gennaio scorso a Marcello Paoli, che normalmente assolve il ruolo di Responsabile Privati per l'Area Business, ma da tempo impegnato a coordinare il lavoro della "Situation room" che si interfaccia con 550 filiali tra cui le 100 aperte nei prossimi due week end distribuite tra Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.
Da oggi fino a venerdì 10 marzo i giovani agricoltori di Coldiretti Vicenza e Verona saranno protagonisti di un corso di formazione "AutoImp&Web Landscape" per dirigenti d'azienda e neoimprenditori. Tre giorni di ritiro sull'Altopiano di Asiago in provincia di Vicenza per approfondire dinamiche di strategia aziendale, rete territoriale con particolare riferimento al web. Docenti esperti guideranno gli utenti in lavori di gruppo e prove di sopravvivenza all'esterno per verificare la capacità di fare squadra e la gestione delle emergenze. Durante il seminario sarà presente per una testimonianza diretta Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Veneto.
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La crisi economica, come tutti sappiamo, ha picchiato duro anche nel nostro territorio, basta fare un "tour" nelle zone industriali per rendersi conto di quanta ricchezza, in pochi anni, sia andata distrutta. Non ci fa più nemmeno effetto vedere cartelli con la scritta "Chiuso per fallimento", sono migliaia le ditte, grandi, medie, piccole e piccolissime che hanno chiuso i battenti sommerse dai debiti. Ma l'emozione destata quando il Tribunale di Vicenza, alcuni giorni fa, ha dichiarato l'insolvenza della Vimet spa è stata forte. Vimet era il più grande banco metalli d'Italia, un "gioiello" dell'industria vicentina, una delle poche società del nostro territorio ad avere respiro internazionale, insomma un qualcosa che dava lustro e visibilità a Vicenza non solo all'interno dei nostri confini.
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