La Società per la gestione delle attività Sga non si armerà di machete per procedere indiscriminatamente al recupero di quanto più denaro possibile da chi ha ricevuto soldi in prestito dalle banche venete senza più restituirli. Lo garantisce il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta: «Sga è una società pubblica, una condizione di gestione rassicurante: imprese e risparmiatori hanno la garanzia che il gestore pubblico non ha tempi speculativi». Ha il mandato di massimizzare, non di fare presto e a tutti i costi. Lo confermano anche fonti molto vicine a Sga, la Spa partecipata dallo Stato alla quale è stato assegnato l'incarico di gestire i crediti deteriorati delle ex popolari in liquidazione e alla testa della quale il Tesoro ha di recente nominato amministratore delegato Marina Natale.
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Pubblicato alle 15.28, aggiornato alle 17.05 con video. "Mille in piazza: punteremo su Montecitorio": questo è il titolo odierno de Il Gazzettino sulla manifestazione di ieri in Piazza dei Signori a Vicenza dei soci truffati dalla BPVi e da Veneto Banca. "Urla, cori, fischi. Rabbia in piazza. Siamo in mille, ci hanno truffati»": gli fa eco Il Corriere del Veneto mentre all'interno entrambi i quotidiani precisano che mille è il numero dato dagli organizzatori ma circa 500 è quello stimato dalla questura. Noi di VicenzaPiu.com stanotte non abbiamo scelto il titolo civetta quantitativo ma abbiamo provato a "trasmettere" il sentimento della piazza scrivendo, però, all'interno e ad inizio pezzo che erano "500 persone in piazza dei Signori secondo la questura, il doppio per gli organizzatori". E Il Giornale di Vicenza, uno dei maggior promoter delle azioni, in tutti i sensi, di Gianni Zonin come ha titolato?
Sarebbe in corso da parte di Intesa e di Unicredit, su sollecitazioni del governo, un tentativo per "raccogliere" insieme alle altre banche di riferimento il miliardo e passa di euro da parte di investitori "privati", la cifra preventiva che Margrethe Vestager vuole sul tavolo come condizione per poi consentire il, presunto, "salvataggio" della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca con la loro "ricapitalizzazione precauzionale" per altri 4 miliardi e "spiccioli" a carico dello Stato. L'operazione appare difficile da attuare, soprattutto per Unicredit, reduce da un mega aumento di capitale da 13 miliardi per impostare la soluzione dei suoi problemi.
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Arrivano alcune reazioni preoccupate di varie associazioni di soci BPVi e Veneto Banca mentre siamo in attesa dei chiarimenti che sia la Banca Popolare di Vicenza, che ci è stato assicurato che sta rispondendo al nostro quesito, che l'ex Popolare di Montebelluna, che negli ultimi tempi rimane muta alle nostre richieste di risposte su vari aspetti, vorranno fornire e delle azioni che vorranno intraprendere sulla questione da noi sollevata il 18 maggio e descritta il 19 sulla tassabilità degli "indennizzi" ai soci che hanno aderiro alla Offerta Pubblica di Transazione (Opt), questione ripresa e analizzata il 20 maggio con preocupazione poi da Il Sole 24 Ore e quindi rilanciata con alcune rassicurazioni del presidente Gianni Mion ieri, 21 maggio, e infine da altri media incluso oggi, 22 maggio, il GdV, che ci... cita.
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La questione della tassabilità , al 26%, degli "indennizzi" ai soci della BPVi e di Veneto Banca che hanno aderito all'Offerta Pubblica di Transazione (Opt) sollevata da noi il 18 maggio, approfondita su questo mezzo il 19 e ripresa ieri, 21 maggio, da Il Sole 24 Ore con indubbia competenza, e nostro malcelato orgoglio, è stata rilanciata oggi, senza citazione alcuna delle fonti, neanche quella del quotidiano economico nazionale, dai quotidiani locali del gruppo Finegil (Il Mattino di Padova, ecc.) e da Il Corriere del Veneto, ma viene bellamente ignorata sul gattopardiano foglio locale. Il presidente Gianni Mion ha avanzato obiezioni sulla tassabilità affermata dall'Agenzia delle Entrate del Veneto che ha risposto a un "interpello" di un socio e attendiamo, dopo avergli inviato le nsotre domande, una sua doppia risposta.
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Se Lillo Aldegheri su Il Corriere del Veneto di venerdì scorso, edizione di Verona (vedi articolo a seguire), esplicita oltre alla "freddezza" del PD locale i ben noti motivi complessivi della possibile mancata approvazione rapida della fusione tra AIM Vicenza e AGSM Verona (tempi troppo stretti per decidere con un voto per un Consiglio comunale non informato con adeguati documenti, come quello di Vicenza, con 19 consiglieri pro Tosi e 18 contro e per giunta in via di scioglimento il 26 aprile visto che per l'11 giugno sono in programma le elezioni per rinnovare sindaco e amministrazione comunale), anche a Vicenza non mancano le voci critiche all'interno proprio della maggioranza. A dirlo chiaramente è Giovanni Rolando, CooRetrdinatore regionale ReteDem Veneto, che lamenta, da un lato, l'assenza di una guida regionale del Pd e l'inesistenza, dall'altro, di una politica di sistema della Regione Veneto.
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Martedì sarà l'ultimo giorno per aderire all'offerta pubblica di transazione della Banca Popolare di Vicenza. Ieri le sottoscrizioni hanno raggiunto quota 66%. Intanto, l'agenzia canadese di rating Dbrs ha confermato la valutazione (B sul lungo termine, R4 sul breve) con la notazione «sotto osservazione con implicazioni negative» e ha declassato Veneto Banca portando il rating allo stesso livello di BPVi. La notizia è arrivata il giorno dopo che le dichiarazioni della presidente della vigilanza bancaria della Banca Centrale EuropeaDaniele Nouy avevano messo in allarme il Veneto. «In casi particolari il consolidamento può anche prendere la forma dello scioglimento delle banche se diventano non sostenibili», aveva detto giovedì.
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Queste non sono più banche, sembrano alberghi fuori stagione, Rimini a dicembre, il mare d'inverno che a vederlo ti viene da cantare con la Bertè «qui non viene mai nessuno a farci compagnia». Per la verità qualcuno ieri c'era, ma erano pochi, e anche questi erano clienti fuori stagione, fuori tempo massimo e comunque rovinati. Nella sede di Veneto Banca in viale Crispi a Vicenza , dalle 9 a mezzogiorno, se ne sono visti cinque, altrettanti in centro nella sede della Banca Popolare di Vicenza, in entrambe un commesso apriva, un funzionario accoglieva, dopo di che, firmata la capitolazione, li vedevi uscire mesti questi ex clienti schivando i giornalisti, chi non firmava conservando intatta la rabbia e per questo meglio disposto a renderla pubblica.
di Andrea Priante e Nicola Zanetti, da Il Corriere del Veneto Venti minuti. Il tempo di ascoltare le spiegazioni di una «cortesissima impiegata» che poi indica un paio di punti su un foglio. «Firmi qui e qui».
È fatta. Elisabetta Gallucci esce da una filiale vicentina di Veneto Banca con la stessa rabbia di quando è entrata ma almeno con la promessa di qualche soldo in più. Accompagnata dalla figlia avvocato, ha deciso di aderire all'offerta di transazione. E l'ha fatto ieri, con gli uffici aperti anche di sabato (si andrà avanti fino al 22 marzo), proprio per favorire i clienti disposti ad accettare l'offerta (il 15% del prezzo pagato per ogni azione) e chiudere i possibili contenziosi. «Dieci anni fa avevo comprato 8mila euro di titoli Veneto Banca, ora me ne daranno un migliaio», racconta questa casalinga di 68 anni. Soddisfatta? «Non avevo scelta.