Con Marian Bratu, l'operaio delle Acciaierie Venete morto il 26 dicembre dopo oltre 7 mesi di agonia e atroci dolori per le ustioni riportate mentre lavorava e il boscaiolo morto il 27 dicembre a Chiuppano (VI), sono 700 i lavoratori morti per infortunio nei luoghi di lavoro da inizio anno. Questo numero spaventoso è certificato dalle liste dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro curato da Carlo Soricelli. Inoltre, se si considerano anche i decessi in itinere, le lavoratrici e i lavoratori morti (la stima è prudenziale) salgono a oltre 1400. In Veneto i morti sono 69: Venezia (12), Belluno (6), Padova‎ (5), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza (10).
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Il destino delle banche venete passa dal modello "
Etruria". S'intende quel particolare salvataggio di un istituto di credito fatto pagare ai suoi azionisti e obbligazionisti subordinati, oltreché alle altre banche, che il governo ha sperimentato a novembre 2015 terremotando il settore. L'unica novità è che ora i soldi ce li metterà anche lo Stato. Il piano iniziale di salvare Vicenza e Veneto con l'ingresso dello Stato è infatti naufragato dopo lo stallo della trattativa con Bruxelles, iniziata a marzo scorso. A maggio, la commissaria alla Concorrenza
Margrethe Vestager ha gelato il ministro dell'Economia
Pier Carlo Padoan spiegando che il via libera alla "ricapitalizzazione precauzionale" da 4,7 miliardi (per entrambe le banche in vista della fusione) era subordinato alla partecipazione di capitali privati per almeno 1,2 miliardi. Una richiesta fatta filtrare alla stampa e mai formalizzata.
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Alla
Borsa di Milano il settore delle banche è rimasto sotto la lente, mentre sale sempre più l'attesa per la soluzione che verrà trovata per
Banca Popolare di Vicenza e
Veneto Banca. Il presidente diÂ
Unicredit (-0,89%), Giuseppe Vita, ha parlato di disponibilità della banca a soluzioni di sistema, mentre ha chiuso la porta a partecipare a una "soluzione a due". Secondo indiscrezioni raccolte dal Sole 24 Ore,Â
Intesa Sanpaolo (-0,39%) potrebbe fare un'offerta per alcuni asset dei due istituti, mettendo sul piatto la cifra simbolica di un euro. Anche
Iccrea potrebbe presentare la propria proposta. Intanto la commissaria all'antitrust europeo
Margrethe Vestager ha rispondo con delle aperture alla domanda se la
ricapitalizzazione precauzionale sia ancora una opzione per le due banche venete.
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"Radical Haircut". Con questo titolo, oggi, gli analisti di Mediobanca hanno diffuso un report su Intesa Sanpaolo (confermati rating neutral e target price a 2,6 euro) che simula diversi scenari legati a una possibile mossa di Cà de Sass per salvare le banche venete. Gli esperti di Piazzetta Cuccia sottolineano che, stando alle indiscrezioni di stampa, Intesa Sanpaolo è l'unica banca che può digerire l'acquisizione di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. A che prezzo? La risposta è complessa e ovviamente dipende da come verrebbe strutturata l'operazione - se per esempio si tratta di un take over completo o solo delle good bank - ma semplificando il più possibile ci sarebbero due strade: un aumento di capitale da 2,5 miliardi o un taglio del 90% al dividendo 2017.
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Oggi il presidente di Consob,
Giuseppe Vegas, ascoltato in commissione Finanze del Senato, ha evidenziato l'insufficiente ristrutturazione del sistema bancario italiano e la sua scarsa redditività su cui in altre sedi e in altri tempi la stessa
Consob e, in primis,
Banca d'Italia non avevano, però, lanciato dalla loro visuale privilegiata i warning odierni (nella foto Vegas con
Ignazio Visco). Per Vegas, quindi, con riferimento indiretto alle banche oggi in difficoltà come
Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca,
Mps e
Carige, il sistema bancario italiano chiamato al loro capezzale "
non ha subito un profondo processo di ristrutturazione negli anni passati e dunque non ha ancora raggiunto nell'insieme quel livello di efficienza e redditività che consentono costose operazioni di salvataggio" e "
non sono note le condizioni di redditività prospettica delle banche in crisi e quindi un intervento diretto da parte di altri intermediari potrebbe non rispondere a logiche di sostenibilità nel lungo periodo".
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Pubblicato alle 14.28, aggiornato alle 16.46. "
Noi abbiamo detto che se c'è una soluzione di sistema noi siamo disponibili a partecipare" al salvataggio di
Banca Popolare di Vicenza e di
Veneto Banca. Lo ha dichiarato
Giuseppe Vita, presidente di
Unicredit, a margine dell'undicesimo Forum economico italo-tedesco. "
Faremo il nostro dovere ma proprio per un senso di solidarietà al Paese", ha aggiunto Vita, spiegando che "
la situazione cambia da un giorno all'altro, è un work in progress: sono un pò più ottimista di quanto non fossi 15 giorni fa". "
Oggi come oggi siamo ancora alla ricerca di una soluzione di sistema", è quanto precisato dal presidente di Unicredit spiegando che "
se in questo sistema alcune banche si fanno avanti e se c'è il governo che ha trovato una soluzione per creare una bad bank e c'è da risolvere un problema minore - quello della parte buona della banca - questa può essere una soluzione". Alla domanda se c'è stata una convocazione da parte del ministero dell'Economia alle banche, Vita ha replicato che "
ci sono colloqui costanti e continui".
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Se una banca non rimborsa il debito entra in fallimento o è a rischio di fallimento. Lo ha indicato la responsabile della supervisione bancaria Bce
Daniele Nouy nel corso dell'audizione in corso all'Europarlamento rispondendo a un eurodeputato che l'ha interrogata sulle differenze del modello seguito in Spagna per salvare il Banco Popular e il caso delle due banche venete,
Banca Popolare di Vicenza e
Veneto Banca. Nouy non ha voluto pronunciarsi sui casi sollevati dall'eurodeputato e si è limitata in termini generali a ricordare che nel momento in cui una banca non è in grado di rimborsare il debito i margini dell'autorità di vigilanza si riducono. Vista la "risposta" evasiva alle domande non è dato sapere se ci fosse un qualche riferimento anche al recente
decreto legge con cui i
l Governo ha sospeso per sei mesi il pagamento di un bond subordinato emesso da Veneto Banca e in scadenza il prossimo 21 giugno.
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Stasera su
VVox, che è nato, dopo un altro tentativo, prendendo da noi l'idea del web magazine, che noi continuiamo a rinvigorire ol nostro
VicenzaPiu.com da oltre 11 anni, e che è diretto da un nostro ex collaboratore per il quale scrive un prestigioso "opinionista", ex parlamentare, che, insieme a lui, dovemmo invitare a non donarci più i suoi interessanti (è vero) ma interessati (secondo noi) pezzi, stasera, dicevamo, su VVox abbiamo letto a firma dell'ex più prestigioso, l'ex senatore
Giuliano Zoso, una nota col titolo "
De Bortoli e Smiderle, ce l'avete presente la BpVi?", che vi invitiamo a leggere.
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Non vi sono certezze sul luogo di svolgimento del decisivo Cda di Vi.Fin, la holding che controlla il Vicenza calcio. I tifosi biancorossi, che nel fine settimana hanno comunque festeggiato il loro amore per la maglia dello storico Lane, però si sono dati un appuntamento: tutti in via Schio, serve esserci per dire basta. Le decisioni verranno prese altrove, ma ai tifosi non interessa. La Sud vuole dare un segnale e ricevere risposte. Il fine settimana, infatti,  ha portato la situazione al paradossale: a suon di comunicati Alfredo Pastorelli e Marco Franchetto hanno messo in piazza le loro ragioni, dimostrando a tutti quanta distanza c'è tra le due parti. Il destino del club resta appeso ad un filo mentre due diversi compratori si sono affacciati alle porte di via Schio. La proposta arabo-lussemburghese di Boreas Capital sembra al momento l'unica tenuta in considerazione da Vi.Fin, ma l'avvocato Gerardo Meridio, che parla per la cordata "genovese" insiste: "Siamo seri".
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Giorgio Langella, segretario del
PCI Veneto, ci invia la risposta, che pubblichiamo, all'invito alÂ
convegno promosso da ANPI e Giuristi Democratici di Venerdì 23 giugno ore 17.00 in Sala Stucchi, Palazzo Trissino, Vicenza su "
Resistenza e diritto di resistenza. Dalla lotta antifascista all'esperienza No Dal Molin a Vicenza. Con quali mezzi i cittadini possono opporsi alla violazione dei diritti costituzionali?")
Approfitto per esprimere un pensiero (che poi è una richiesta esplicita). Tra i diritti costituzionali violati ogni giorno penso si debbano tenere in debito conto quelli del lavoro, a partire da quelli della sicurezza nei luoghi di lavoro. Dall'inizio dell'anno sono morti oltre 300 lavoratori (è il dato più alto dal quando l'Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro - che documenta i caduti sul lavoro, anche quelli "non assicurati Inail" - operai).
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Continuano a stupire dei dietrologhi come noi le disparità di trattamento, bankitaliota, giuridico e mediatico, tra la
Banca Popolare di Vicenza di
Gianni Zonin, l'ingenua vittima di infidi collaboratori da lui scelti per aiutare la povera gente, e
Veneto Banca di
Vincenzo Consoli, il figlio diretto di Belzebù che i suoi soci li ha scuoiati. Un altro indizio del nostro retro pensiero? Parte l'
azione di responsabilità contro amministratori e sindaci di BPVi per due miliardi, cifra di cui si viene a sapere con una certa... calma, e pare che nessuno se ne accorga o se ne meravigli. Parte l'analoga azione di Montebelluna e un decimo di secondo dopo quantifica il danno "in circa 2 miliardi e 300 milioni di euro"Â
Alessandro De Nicola, senior partner dello studio Orrick, il rappresentante nelle assemblee di
Quaestio sgr che gestisce ilÂ
Fondo Atlante e uno dei consulenti di cui si è avvalsa Veneto Banca nel mettere a punto l'atto di citazione.Â
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